07 dicembre 2013

Lavoriamo con la paura



Da questa frase di N. Mandela è nata l’idea di approfondire l’argomento “Paura”, sensazione che spesso ci affligge e limità la nostra  “Felicità”.

“Ho imparato che il coraggio non è la mancanza di paura, ma la vittoria sulla paura. L’uomo coraggioso non è colui che non prova paura ma colui che riesce a controllarla”. (Nelson Mandela)

Lavorare con la paura


  • di Michael Liebenson Grady

    (Questo articolo riassume il lavoro svolto durante un gruppo di
    pratica durato otto settimane, condotto nel 1997 da Michael Liebenson
    Grady al Cambridge Insight Meditation Center (CIMC), nel
    Massachusetts, USA)

    Informazioni sull'attività del CIMC si possono trovare nel sito
    http://world.std.com/~cimc/

    Possiamo avere una pratica spirituale molto impegnata, fare tutte le
    cose ‘giuste’: sedere ogni giorno, partecipare ai ritiri annuali,
    leggere e ascoltare il Dharma e perfino avere momenti di profonda
    concentrazione e chiarezza mentale. Tuttavia, allo stesso tempo,
    possiamo vivere la vita quotidiana evitando attivamente le nostre
    paure e tenendole a distanza.

    Rilke ha detto: -Quello che si richiede da noi è amare il difficile e
    imparare a trattare con esso. Nella difficoltà ci sono le forze
    amiche, le mani che lavorano su di noi-. Comprensibilmente, la paura è
    un’energia difficile da amare. La fonte della nostra difficoltà nei
    confronti della paura è collegata a due risposte profondamente
    condizionate che abbiamo nei suoi confronti: l’avversione e
    l’identificazione. A livello fisico, la paura fa star male. È
    sgradevole. L’energia della paura si esprime in molti modi attraverso
    il corpo, che vanno da sensazioni assai sottili che spesso passano
    inosservate a sensazioni ben distinte di contrazione e tensione, come
    un senso di compressione al petto, allo stomaco, al viso o alla gola.
    Anche il respiro e il battito cardiaco vengono influenzati, così come
    vengono coinvolti la pelle e la temperatura corporea (mani fredde,
    umidicce). Se associamo queste sensazioni fisiche spiacevoli con le
    analoghe sensazioni mentali (pensieri di vulnerabilità, impotenza e
    separazione), cominciamo a capire perché rispondiamo con tanta
    avversione all’esperienza della paura.

    La nostra avversione per la paura – il giudicare e il condannare,
    l’evitare e il negare, l’imbarazzo e la vergogna – sono intensificati
    dalla nostra identificazione con la paura. C’è una forte tendenza a
    personalizzare la paura, ad assumere un atteggiamento di separazione e
    auto giudizio. La nozione di ‘sé’ non è lontana dalla nostra
    esperienza della paura e condiziona il modo in cui la trattiamo.
    Rafforza l’avversione e rende l’esperienza stessa più minacciosa.

    Non solo giudichiamo la paura un’esperienza negativa (avversione), ma
    giudichiamo noi stessi per avere questa esperienza. L’identificazione
    con la paura ostacola lo sguardo diretto sulla paura e impedisce di
    riconoscere la sua vera natura.

    È questa incapacità di vedere la paura come una risposta impersonale,
    condizionata, che crea tanta sofferenza. Un aspetto che apprezzo delle
    nostre discussioni sulla paura nei gruppi di pratica è che facilitano
    un modo più aperto di mettersi in relazione con essa. Per molti versi
    queste discussioni aiutano a tirare la paura fuori dallo stanzino buio
    dell’imbarazzo. Possiamo vedere che le nostre paure non sono di per sé
    così personali come crediamo. Anche gli altri condividono paure simili
    alle nostre e si rapportano con esse proprio come noi. Il
    riconoscimento di questa somiglianza aiuta a dissolvere la separazione
    causata dalla nostra identificazione con la paura e ci dà la fiducia
    per esaminare la paura in modo meno reattivo.

    Attraverso la ‘nobile amicizia’ e una conversazione adatta la mente
    può diventare più equilibrata, facilitando la chiarezza e la libertà
    interiore. La sfida, nel lavorare con la paura, è imparare come
    attutire la reazione abituale di avversione lasciando andare la
    stretta morsa dell’identificazione. Le pratiche di samatha-vipassana
    possono tranquillizzare il cuore e riequilibrare la mente. Le pratiche
    di samatha in particolare sono molto indicate per riacquistare
    equilibrio e calma quando ci troviamo a reagire o a perderci
    nell’energia della paura. Una pratica di samatha che abbiamo esplorato
    in questo gruppo è stata la consapevolezza dei punti di contatto,
    ossia del contatto del corpo con il cuscino, dei piedi o delle gambe
    con il pavimento, delle mani che si toccano. Sia che si sperimenti la
    paura sul cuscino (sotto forma di ansia, preoccupazione, paura) sia
    che accada in altre attività quotidiane (per esempio incrociando di
    notte un estraneo o affrontando un conflitto nei nostri rapporti),
    ricordare i punti di contatto nel momento della paura può aiutare a
    riportarci nel presente in modo più unitario. Portare l’attenzione su
    uno soltanto o su tutti i punti di contatto può dare una stabilità di
    cuore e di mente che controbilancia la reattività e la separazione
    così spesso legate alla paura. Di frequente lasciamo indietro il corpo
    quando ci confrontiamo con la paura. O almeno lo vorremmo, a causa
    dell’avversione. La consapevolezza dei punti di contatto ci riporta
    nel corpo. Ma, poiché queste sensazioni tendono a essere neutrali,
    l’attenzione a esse può avere un effetto calmante, portandoci di più
    nel momento presente. Il che è ben diverso dalla solita risposta di
    fuga o di evitamento, che può portare un sollievo immediato, ma ha
    l’effetto limitante di rafforzare la paura.

    Il Buddha ha insegnato la pratica di metta (gentilezza amorevole) ai
    monaci e alle monache come una risposta compassionevole alle loro
    paure di praticare nella foresta. Coltivare pensieri di benevolenza
    rafforza la capacità di affrontare la situazione con maggiore apertura
    e meno avversione. La metta incoraggia anche una minore
    identificazione con la paura perché dissolve il senso di separatezza e
    alimenta la connessione. Usando la metta in relazione alla paura,
    scegliete una frase o alcune frasi che entrino in risonanza con voi.
    Io dico: -Possa io essere a mio agio- oppure: -Possa io essere in pace
    con ciò che è-. Ogni volta che diventate consapevoli della paura,
    ricordate la frase, pronunciandola dolcemente e in silenzio a voi
    stessi. Ricordandoci di usare queste pratiche di samatha nel lavorare
    con la paura, alimentiamo l’aspetto di serenità della pratica e
    cominciamo a rispondere in modo molto diverso.

    Possiamo scoprire un rifugio interiore che non ha nulla a che fare con
    l’evitare o il rifuggire dalla spiacevolezza della paura, ma che ci
    permette invece trovare un rifugio che riposa sulla nostra capacità di
    stare nel momento presente con equilibrio e spaziosità. Senza un certo
    grado di calma e stabilità, l’investigazione della paura può condurre
    a un ‘girare in tondo’ e al proliferare di pensieri che deriva
    dall’avversione. Quando la mente diventa un po’ più serena di fronte
    alla paura, possiamo guardare la paura stessa più direttamente e con
    meno reattività. Possiamo cominciare a investigare la paura con
    l’intenzione di imparare piuttosto che liberarcene. Tanto del nostro
    pensare riguardo la paura – l’analizzare, l’immaginare, il desiderare
    di essere senza paura – deriva dalla reattività e dall’avversione.
    Ricordo con chiarezza che una delle mie principali motivazioni nel
    cominciare a praticare era proprio quella di poter superare la paura.

    Coltivare la saggezza nel lavorare con la paura richiede una gentile
    perseveranza nell’essere consapevoli di ciò che essa è. Cosa del tutto
    diversa dal cercare di conquistare la paura. La pratica di vipassana
    rivela direttamente il sorgere e svanire di tutte le esperienze,
    compresa la paura. Attraverso questa pratica dell’attenzione momento
    per momento iniziamo a capire la paura a livelli più profondi di
    quello personale. Un utile strumento investigativo è ‘l’annotazione
    mentale’. Fare una leggera nota mentale quando si sperimenta la paura
    può aumentare la nostra abilità a riconoscere l’esperienza della
    paura. Si tratta di un grosso passo investigativo da intraprendere
    perché tanta parte della nostra esperienza di paura non viene
    riconosciuta. La paura opera sotto il livello della coscienza, eppure
    ci colpisce in modi profondi.

    L’ansia e la preoccupazione sono forme comuni di paura che spesso non
    sono riconosciute, ma pure condizionano tanto del nostro approccio
    alla vita. La semplice nota mentale che io uso spesso è ‘paura,
    paura’. L’annotazione mentale non serve a creare distanza
    dall’esperienza della paura, piuttosto a portarci più nel presente,
    mentre ci aiuta a riconoscere la paura come un processo condizionato
    che non è me o mio. Vedere in modo molto diretto l’impermanenza della
    paura, come essa sorge e svanisce, ci libera gradualmente
    dall’opprimente morsa dell’identificazione con essa.

    L’anno scorso ho passato un mese nel monastero della foresta di Maha
    Boowa. Era una splendida opportunità di entrare in contatto con uno
    degli ultimi grandi maestri di meditazione della tradizione della
    foresta. A causa della sua età, Maha Boowa non insegna quasi più; ma
    ho lavorato con il suo monaco anziano, Tan Panna, il quale aveva
    praticato con Maha Boowa per qualcosa come quarant’anni. Sebbene non
    dovessi affrontare la paura delle tigri (sono sparite da tempo),
    c’erano molte opportunità di investigare la paura mentre praticavo di
    notte, nella foresta, nella mia kuti (capanna di meditazione). Tan
    Panna era incalzante nelle sue istruzioni sul lavorare con la paura.
    Mi incoraggiava a portare un’attenzione continua alle miriadi di
    sensazioni fisiche spiacevoli che sorgono a causa della paura, mentre
    frenava il mio impulso di pensare alla paura. Mi ci è voluta tutta la
    mia perseveranza per riuscire restare attento anziché andarmene via.

    La meditazione formale è assai utile per portare equilibrio nella
    mente quando nasce la paura. Ma è essenziale fare attenzione quando la
    paura nasce durante tutte le nostre attività, e usare gli strumenti
    che abbiamo appreso e rafforzato con la meditazione formale. È
    importante ricordare che, in meditazione, abbiamo coltivato la
    capacità di amare il difficile. Il tempo per usare questa capacità è
    sempre 
  •  
        • ‘adesso’.


11 novembre 2013

i benefici della risata

Provare per credere.



Benefici della Risata

Il riso aiuta a superare situazioni difficili, anche di salute

Un esempio classico che viene spesso citato è quello di Norman Cousins, giornalista e ricercatore della facoltà di Medicina dell’UCLA (USA), che curò la
propria malattia utilizzando anche gli effetti del ridere, come racconta nel suo libro (NORMAN COUSINS, La volontà di guarire: Anatomia di una malattia,
Trad. it. Stefania Panni Lariccia, Roma 1982) che è diventato l’emblema, anche nella medicina tradizionale, di uno dei tanti risultati positivi ottenuti
attraverso il ridere

La dott.ssa Jane Yip, psicologa e ricercatrice australiana, afferma che lo YdR: «(…)è l’inizio di un progetto sociale che porterà alla pace, con un potenziale
per unire il mondo che non tiene conto della razza, del sesso, della classe sociale o dell’affiliazione politica o del credo religioso, in quanto si ride
tutti allo stesso modo».

Con lo YdR si sta attivando un nuovo ramo della psicologia sociale, dove si cerca di promuovere degli interventi per migliorare la salute e la consapevolezza
nei gruppi – una nuova area di intervento per un mondo stressato.

Dalla seconda metà del secolo scorso sono state condotte e continuano a prodursi numerose ricerche sui benefici della risata. È stato provato che ridere
ha un impatto positivo sull’organismo sotto diversi punti di vista, sia fisici che psichici.

Paragrafi
elenco di 9 elementi
▪ - Ridere come anti-stress e anti-depressivo
▪ - Ridere per rinforzare il sistema immunitario
▪ - Ridere contro l’arteriosclerosi e i problemi cardiaci
▪ - Ridere per migliorare le funzioni respiratorie
▪ - Ridere per migliorare le funzioni addominali
▪ - Ridere per migliorare l’autostima e le relazioni interpersonali
▪ - L’importanza di ridere anche senza motivo
▪ - Analisi clinica su 516 membri dei laughter clubs indiani
▪ - Conclusioni
fine elenco

RIDERE COME ANTI-STRESS E ANTI-DEPRESSIVO

A livello fisico il riso fa aumentare la produzione di quegli ormoni, quali l’adrenalina e la dopamina, che hanno il compito di liberare le nostre morfine
naturali: endorfine, encefaline e simili.

Le endorfine provocano una diminuzione del dolore e della tensione, permettendo il raggiungimento di uno stato di rilassamento e serenità.

Le encefaline esaltano il sistema immunitario, stimolando una maggiore produzione di anticorpi, si è   riscontrato un netto incremento di molti parametri neuroimmunologici dopo l’esposizione a situazioni umoristiche.

La risata amplifica la produzione di serotonina, un antidepressivo naturale, riducendo la secrezione di ormoni da stress come il cortisolo e l’epinefrina
(adrenalina) in seguito alle quali la pressione sanguigna ed i livelli di glucosio aumentano danneggiando i vasi sanguigni.

Il dott. I.Wittstein della John Hopkins University sostiene che l’adrenalina è devastante per il cuore, e può provocare una condizione detta cardiomiopatia
da stress (simile ad un attacco di cuore).

La risata, stimolando la produzione di betaendorfine (analgesici prodotti dall’organismo), protegge dallo stress e dalle sue conseguenze svolgendo una vera
e propria funzione di antidoto.

Ridere combatte la debolezza fisica e mentale. Provocando una diminuzione degli effetti nocivi dello stress e degli stati di ansia e depressione, contribuisce
a combattere efficacemente anche l’insonnia.

Ridere per rinforzare il sistema immunitario

Il nostro sistema immunitario ha un ruolo importante nel mantenerci in salute, bloccando le infezioni, le allergie ed anche il cancro. Tramite la psiconeuroendocrinoimmunologia
si è dimostrato che tutte le emozioni negative come l’ansia, la depressione o la rabbia indeboliscono il sistema immunitario, riducendo la sua capacità
di combattere le malattie.

Secondo il dott. Lee S. Berk, dell’Università di Loma Linda (California, USA), ridere aiuta ad aumentare il numero delle cellule Natural Killer (NK), un
tipo di cellula che ha la funzione di uccidere i virus, ed aumentare il livello di anticorpi. I ricercatori hanno dimostrato che dopo una terapia della
risata il livello di anticorpi (immunoglobina A) aumenta nelle mucose del naso e delle vie respiratorie, negli apparati, cioè, che per primi svolgono una
funzione difensiva contro virus, batteri e micro-organismi.

Ridere contro l’arteriosclerosi e i problemi cardiaci

La dott.ssa Karen Matthews psicologa dell’Università di Pittsburgh (Pennsylvania, USA), ha verificato che gli effetti benefici di una risata rallentano
la progressione dell’arteriosclerosi; tenendo sotto osservazione per tre anni 209 donne sane in situazione di post-menopausa, ha scoperto infatti che le
più ottimiste avevano un ispessimento delle arterie carotidee minore che nelle donne pessimiste. Inoltre l’aumento degli scambi polmonari che avvengono
tramite la respirazione tende ad abbassare il tasso di grasso nel sangue con il conseguente beneficio sul colesterolo.
Sembra lecito affermare, dunque, che il riso ha un ruolo di prevenzione dell’arteriosclerosi, dei problemi cardiaci (confermato da una ricerca condotta
su persone reduci da infarto del miocardio: mezz’ora al giorno di umorismo riduce il rischio di ricadute) e della pressione alta.

Già nell’antichità si conosceva il potere benefico del ridere, non a caso i maestri di scuola tibetana ridono e fanno ridere i loro allievi. Per il buddismo
Zen quindici minuti di risate equivalgono a sei ore di meditazione e, nella medicina tradizionale cinese, lo Xiao (il ridere ) è la corrispondenza del
suono al meridiano principale del cuore il cui movimento psichico è la gioia.

Ridere sembra quindi essere un elisir cardiaco e, come ha osservato il dott. Michael Miller dell’Università del Maryland (USA), una risata ha l’effetto
di rilassare le arterie e di aumentare il flusso sanguigno come durante un esercizio aerobico.

Ridere per migliorare le funzioni respiratorie

La risata aiuta la respirazione, che diviene più profonda. L’aria nei polmoni viene rinnovata attraverso fasi di espirazione ed inspirazione tre volte più
efficaci che in stato di riposo. Le alterazioni del ritmo respiratorio intervengono sull’ossigenazione del sangue e sull’espulsione di anidride carbonica
provocando un rilassamento muscolare delle fibre lisce dei bronchi per azione del sistema parasimpatico dando benefici in particolare a chi soffre di bronchite,
di asma, ed a coloro che soffrono di enfisema.
Una ricerca condotta presso l’Unità di Riabilitazione Respiratoria Don Gnocchi di Pozzolatico (Firenze) conferma: “… la risata è una ginnastica per i polmoni“.

Ridere per migliorare le funzioni addominali

Ridere è un ottimo esercizio muscolare che utilizza oltre sessanta muscoli: pellicciai, mimici, cervicali ecc. Quando si ride, una parte della muscolatura
a livello toracico e degli arti superiori, si contrae e si rilassa alternativamente innescando una ginnastica addominale che migliora le funzioni del fegato
e dell’intestino. Ridere equivale a dieci minuti di vogatore o a un buon jogging. “la risata è un perfetto esercizio aerobico”.

Una risata provoca una ginnastica addominale che muove in profondità l’apparato digestivo, combattendo la stitichezza. Ridere possiede una funzione depurativa
dell’organismo, alcalinizza notevolmente cellule e tessuti, permettendo così un miglioramento delle funzioni intestinali ed epatiche.

Ridere per migliorare l’autostima e le relazioni interpersonali

Ridere dona un senso di benessere e di leggerezza, sviluppa la personalità e la maggiore consapevolezza di sé aumentando la propensione alla leadership
e provocando un miglioramento della capacità di lavorare in team con un incremento della creatività.
Ha effetto di ringiovanimento e di maggior durata della vita; come dimostrato dai ricercatori finlandesi del National Public Health Institute, esiste una
stretta relazione tra durata della vita ed il pensiero positivamente orientato.

Ridere cambia l’atteggiamento mentale, in ciò trova le sue basi la
Gelotologia
 ma anche la medicina psicosomatica e l’immunologia neuro-psichica.

L’importanza di ridere anche senza motivo

A volte viene affermato che la qualità della risata naturale, rispetto a quella indotta, sia diversa. È una affermazione superficiale: la qualità della
risata è la medesima in entrambi i casi, e l’unica differenza può consistere nel grado di intensità.

Secondo gli studi condotti dalla psicoterapeuta Annette Goodheart, la risata indotta artificialmente viene interpretata dal corpo come reale, stimolando
la produzione di molecole della felicità, che vanno a raggiungere i trilioni di cellule dell’organismo, stabilizzando il sistema ormonale e rafforzando
quello immunitario.

Allenarsi a ridere anche senza motivo produce quindi salutari effetti sul nostro organismo

Quando ci si comporta come una persona felice, a lungo andare, ci si sente felici. Singolarmente non è facile comportarsi come una persona felice, mentre
in gruppo questo diventa più naturale. È quello che succede esattamente nei Clubdellarisata. Ci si comporta come se fossimo felici fino a quando la chimica
del nostro organismo ci rende felici.


Analisi clinica su 516 membri dei laughter clubs indiani

Lo studio è stato curato dal dott. Siddhartha D. Khandwala, conduttore del Laughter Club di
Priyadarshani
 (Mumbai, India).

La maggior parte dei membri (71.7%) sono uomini e l’età media si aggira sui 50 e 70 anni (63.5%), molti i pensionati e le casalinghe (40.2%), i giovani
sono il 10% . Questo movimento è iniziato di recente (1995) e soltanto il 40% di questi membri ha frequentato per più di un anno.

Il 93.8% dei membri sono dei regolari partecipanti, un dato che convalida la popolarità della terapia della risata.
La maggioranza dei membri (59.3%) accusa dolori di varia natura, per lo più dovuti all’età.
Nell’ 83.6% dei partecipanti alle sessioni questi piccoli dolori si sono attenuati d’intensità. La diminuzione del dolore riscontrata era di tipo moderato
fino ad un netto miglioramento, come nel 56.1% degli intervistati.
Il 44% ha attualmente diminuito l’assunzione di medicazioni e non è stato riscontrato nessun peggioramento delle condizioni di base.

Il 71.7% dei membri dichiara di avere migliorato anche i rapporti sul luogo di lavoro, sia con i colleghi sia con l’utenza. L’autostima è aumentata nell’85.7%
dei partecipanti, mentre il 66.7% dichiara di aver aumentato la concentrazione al lavoro.

Molti membri riferiscono di aver ottenuto benefici addizionali tangibili, come la sensazione di freschezza e di energia (31.1%); una migliore prospettiva
della vita 8.5%); un aumento delle istamine (3.9%).

Conclusioni

Abbiamo visto come ridere comprende una serie di benefici medici/sociali/olistici che possono migliorare sostanzialmente la qualità della vita.

Ridere può mitigare alcune malattie, molte delle quali abbastanza complesse.

Ridere è una tecnica “antistress” ed aiuta a sollevarsi dall’ansia e dalla tensione, i fattori che maggiormente predispongono alla malattia.

Ridere tutti i giorni tiene lontano il medico e senza costi!
fine regione landmark principaleTratto da:
www.yogadellarisata.it

Che questo scritto possa essere utile a molti.
Luigi

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04 novembre 2013

I sogni di Osho

Questo scritto di Osho mi sembra interessante e lo propongo alla vostra attenzione.


I SOGNI>

(di Osho)

Tratto da: " Semi di Saggezza "

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Un testo raro che raccoglie le prime impressioni di Osho dopo la sua
illuminazione. L'ignoto che gli ha appena spalancato le porte viene qui
tradotto in comprensioni sottili, inserite nella vita e negli interrogativi
di ogni giorno.

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"L'invisibile e l'ignoto hanno spalancato le loro porte serrate e ora vedo
un mondo che gli occhi non possono percepire, sento una musica che le
orecchie non possono udire. E ciò che ho trovato e conosciuto è in attesa di
fluire, simile a un corso d'acqua che ruscella a valle, dopo esser scaturito
sulla vetta di una montagna, e poi corre veloce ha fretta di raggiungere
l'oceano.

Ricorda che le nuvole cariche d'acqua devono sciogliersi in pioggia. E i
fiori, allorché fioriscono e traboccano di profumo, devono liberare la loro
fragranza, donandola ai venti. E una lampada accesa, inevitabilmente,
diffonde la sua luce intorno.

Qualcosa di simile è accaduto in me e i venti stanno trasportando i semi di
una rivoluzione interiore. Non so in quali campi arriveranno e chi si aprirà
a loro. Di una cosa sono certo: da semi come questi ho ottenuto i fiori
della vita, dell'immortalità, del divino. E in qualunque campo cadranno, il
terreno stesso si muterà nei fiori dell'immortalità. Voglio donare tutto ciò
che ho, qualsiasi cosa io sia, in quanto semi di saggezza, della
consapevolezza cosmica. L'amore dona in abbondanza ciò che si consegue
tramite la conoscenza. Tramite il sapere, si conosce Dio; in amore si
diventa Dio. La conoscenza è la disciplina spirituale, l'amore è la piena
realizzazione dell'essere."

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- Chi mai vede i propri sogni appagati? -

Un giorno sostavo sulla sponda di un fiume. Ho visto una barchetta di carta
affondare.

Il giorno prima, dei bambini avevano costruito dei castelli con la sabbia
bagnata. Anche quelli, alla fine, sono crollati.

Ogni giorno affondano navi e crollano castelli.

Una donna si era avvicinata al fiume. I suoi sogni più cari non erano stati
appagati, aveva perso ogni interesse per la vita. Pensava di suicidarsi.
Tutto le sembrava assolutamente futile. Aveva gli occhi profondamente
incassati nelle orbite.

Le ho detto: "Chi mai vede i propri sogni appagati? Tutti i sogni alla fine
evocano l'infelicità; poiché, anche se una barchetta di carta prende il
largo, quanto potrà andare lontana? Lo sbaglio non sta nei sogni, poiché
ogni sogno è ovviamente irrealizzabile, nella sua pienezza. L'errore è
nostro: colui che sogna è addormentato; colui che dorme non può avere alcuna
esperienza reale. Al risveglio, vediamo di non aver affatto realizzato ciò
che credevamo fosse ormai nostro.

Anziché mettere a fuoco i sogni, guarda in faccia la verità. Guarda ciò che
esiste realmente. Solo questo ti può dare liberazione, solo questa barca è
reale. E solo questa barca ti condurrà alla suprema realizzazione della tua
esistenza.

Il sogno è morte, la verità è vita. Il sogno è sonno, la verità è essere
svegli. Svegliati e realizza il tuo essere. Finché la mente indugia nel
sogno, ciò che in te è testimone dei sogni, non può essere visto. Solo
questo testimone è verità. Solo il testimone è reale. Non appena lo
comprendiamo, possiamo ridere e lasciar perdere le navi che affondano e i
castelli che crollano."

(Osho)

Che questo scritto possa essere utile a molti.
Luigi
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13 agosto 2013

Preghiera per un mondo unito

In questo periodo, forse più che in altri, in cui la tendenza dell'uomo è quella di dividere, mi sembra utile ricordare questo scritto.




Possano coloro che sono alla guida dei vari paesi e delle varie razze volgersi a comprendere che gli uomini di ogni nazione sono fisicamente e spiritualmente uguali. Fisicamente uguali perchè noi siamo i discendenti degli stessi progenitori, i simbolici Adamo ed Eva, e spiritualmente uguali perchè siamo figli immortali del nostro Padre comune, uniti dai legami eterni della fratellanza.
Preghiamo col cuore perchè si costituisca un Legame d'anime in un Mondo unito. Anche se sembriamo divisi dall'apparenza etnica, dai diversi credi, dal colore della pelle, dai pregiudizi politici e di classe, pure, come figli dell'unico Dio, siamo in grado di sentire nelle nostre anime la fratellanza e l'unità mondiale. Ci sia dato di lavorare per la creazione di un Mondo unito, cui ogni nazione collabori utilmente sotto la guida di Dio, operante attraverso la coscienza illuminata dell'uomo.
Tutti possiamo imparare a essere esenti da odio e da egoismo nel cuore. Preghiamo dunque per la buona armonia fra le nazioni, affinchèh esse possano procedere fianco a fianco e accedere a una civiltà giusta e nuova.

di Paramahansa Yogananda

Che questo scritto possa essere d'aiuto per  tutti gli esseri senzienti.

 Luigi

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18 luglio 2013

il significato di "OM"



«IL SIGNIFICATO DELLA VIBRAZIONE DI OM»  

di Roy Eugene Davis

Traduzione e note a cura di
Furio Sclano

La vibrazione (Om, o AUM) è il potere proiettato della Coscienza
Suprema nel quale tempo, spazio e
forze cosmiche compongono il piano della natura primordiale. Da Om si
proiettano le forze causative che
producono l’universo. Le mescolanza del piano radiante della Coscienza
Suprema e della vibrazione
proiettata di Om produce le unità individualizzate di Coscienza
Suprema. Nella letteratura vedica, l’aspetto
espressivo della Coscienza Suprema e le unità individualizzate sono
definiti “Atman” o “Sé”. Nelle lingue
occidentali, invece, è più comune utilizzare l’espressione “Atman” per
indicare la Coscienza Suprema e
“atman” (con la “a” minuscola) per indicare l’unità individualizzata.
L’essenza pura e cosciente dell’essere è
la vera natura di ogni unità individualizzata.

Nel sistema filosofico occidentale si definisce quest’unità come
anima, ossia il principio vitale negli esseri umani che pensa, ha
risposte emotive e compie le azioni. Nella
tradizione dello yoga, si afferma che Om sia il suono puro da
ascoltare e contemplare con lo scopo di
rimuovere l’attenzione dalle condizioni esterne e risvegliarsi così
alla conoscenza del Sé.

La prova dell’aspetto espressivo della Realtà suprema è Om. La
meditazione su Om
culmina nella conoscenza del suo significato e nella
realizzazione del Sé. Yoga Sutra di Patanjali.

Negli yoga Sutra si utilizza la parola sanscrita Ishwara per indicare
l’aspetto espressivo della
Coscienza Suprema che governa o regola i processi cosmici, del quale
la vibrazione di Om è la caratteristica
evidente. In alcune delle Upanishad, si afferma che meditare su Om sia
la via diretta per elevarsi oltre gli
stati ordinari modificati di mente e coscienza. Il termine sanscrito
“Upanishad” significa “sedersi” vicino
all’insegnante.

Si afferma che ne siano state scritte circa duecento, delle quali se
ne conoscono
comunemente . Alcuni trattati meno conosciuti sono le Yoga-upanishad,
nelle quali si descrivono una
gran varietà di pratiche. La forma usuale di presentazione di
un’Upanishad è di una conversazione, dove si
dipinge un maestro che risponde alle domande del cercatore della
verità. Le Upanishad furono trasmesse
oralmente per molti secoli, prima di essere tramandate in forma
scritta. Esse furono tradotte per la prima
volta in inglese nel 1800; Ralph Waldo Emerson1 e altre persone a lui
vicine negli Stati Uniti furono
fortemente influenzati dalla lettura delle Upanishad e della Bhagavad Gita.

“I due aspetti del Brahman (Realtà ultima) da meditare sono il suono
(Om) e il non-suono. Meditando solo sul suono, si rivela
il non-suono. Muovendosi verso l’alto contemplandolo (contemplando
Om), si ascende al non-suono. Questa è la via di immortalità,
unione completa e tranquillità. Il meditante, muovendosi verso l’alto
contemplando Om, ottiene l’indipendenza (non attaccamento verso
l’esterno). All’inizio si possono udire diversi suoni. Superandoli,
questi suoni scompaiono (immergendosi) nel non-suono supremo. Chi
conosce il suono della Realtà suprema, raggiunge la Realtà più
elevata. Ciò che si definisce suono è la sillaba Om. Ciò che è la sua
fine
è tranquillo, senza suono, senza paura, senza dolore, beato,
soddisfatto, immobile, inamovibile, incrollabile, immortale, durevole.
La
Realtà che si conosce meditando su Om è senza suono e priva di
attributi. Lascia, pertanto, che ci si concentri sulla (parte alta
della)
testa. – Mastri Upanishad

Om. Si dovrebbe meditare su questa sillaba. – Chandogya Upanishad

Paramahansa Yogananda insegnò che bisogna meditare in Om.
L’assorbimento di attenzione e
consapevolezza in Om culmina in un’esperienza di Om-samadhi: unità con
Om (sabikalpa samadhi), ossia
unità supportata da un oggetto della percezione. Questo stadio della
contemplazione di Om, benché
benefico, è solo un inizio rispetto a ciò che si deve ancora
sperimentare. Mettendo attenzione e
consapevolezza nel chakra della corona e aspirando di andare oltre il
suono di Om, è possibile realizzare la
pura unità senza il supporto di qualsiasi oggetto della percezione.
Dopo un Om-samadhi, rimane il ricordo di
“Io ero uno con Om”. Oltre il suono della vibrazione di Om c’è la
realizzazione della pura esistenza-essere,
senza un senso di altro. Meditate quindi in Om e andate oltre esso.

Paramahansa Yogananda disse anche che i desideri si soddisfano più
facilmente facendoli “fluttuare”
in Om. Quando terminate una sessione di meditazione, ascoltate Om e
pensatelo. Sappiate e sentite che i
vostri desideri sono mescolati con Om, dal quale tutto si produce
nell’universo. Il desiderio più costruttivo da
avere è di essere realizzato nel Sé e in Dio. Se avete bisogni
ordinari e giusti desideri da soddisfare, potete
realizzarli più facilmente immergendoli in Om alla fine della sessione
di meditazione. Meditate in Om, fino a
quando non sarete Uno con esso, quindi portate bisogni e desideri
nella vostra consapevolezza, sapendo
anche che la vibrazione di Om è l’origine di tutto ciò che si
manifesta nella dimensione oggettiva. Mettete
intenzionalità nel soddisfacimento di desideri e bisogni.

1 Ralph Waldo Emerson fu un mistico americano vissuto nel 1800; è considerato
uno dei primi esponenti di spicco del New Thought. Gli
si attribuivano, tra le altre, capacità spiccate di chiaroveggenza.
2 Muovendo energia e consapevolezza verso i centri spinali più elevati.

Credete e sentite che gli stessi sono soddisfatti realmente. Fate ciò
che potete per aiutare voi stessi,
avendo la convinzione di essere supportati e nutriti dalle dimensioni
interiori. Dopo aver utilizzato una
tecnica di meditazione preliminare per calmare la mente, meditate in
Om. Quando siete stati iniziati avete
imparato ad utilizzare un mantra, a praticare il pranayama del kriya e
a meditare in Om. Dopo le pratiche
preliminari, la meditazione su Om è lo stato finale della pratica. Da
quel punto in poi, trascendete le
percezioni prodotte dalla mente e le esperienze soggettive.

La Realtà di Dio è senza inizio e fine, completa ed eterna. Un essere
indivisibile. – Sri Yukteswar

Quando il devoto non è più cosciente di meditare ed è stabilizzato
nella conoscenza del Sé di beatitudine e non-dualità, realizza
l’unità. -
Lahiri Mahasaya

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

- Risposta a domande sul sentiero -

(di Roy Eugene Davis)

-Benché io sia interessato ai principi filosofici dello yoga, sono
solitamente soddisfatto del mio stato umano
ordinario di coscienza. Come posso elevarmi oltre esso e sostenere un
forte desiderio di essere
spiritualmente illuminato?

- Pensa allo scopo ultimo della tua vita: perché sei in questo mondo.
Immagina quanto più soddisfacente può
essere la tua vita, quando sei impegnato nell’essere pienamente
cosciente a livello spirituale. Non lasciare
che la pigrizia fisica e mentale interferisca con la crescita
spirituale. Si compie veramente poco di valore,
lasciando che l’inerzia domini mente e coscienza o che le condizioni
esterne attirino l’attenzione e influenzino
i propri comportamenti.

-Leggi letteratura ispirante. Immagina possibilità ideali. Adotta il
punto di vista e
l’atteggiamento mentale delle persone coscienti. Sei sicuramente
interessato alla crescita spirituale; fai
qualcosa di più. Un uomo che soleva visitare spesso Paramahansa
Yogananda aveva la propensione a
parlare troppo di concetti metafisici. Paramahansaji gli disse:
“Parlando solo di Dio sei come una persona che
ama esaminare la frutta, ma che non ha mai voglia di assaggiarla.
Perché non dai un morso?”

-Mi piace cantare quando medito e in altri momenti. E’ utile farlo?
Qual è il modo migliore?

Il canto contribuisce alle interazioni armoniose tra i due emisferi
del cervello, mantiene l’attenzione
focalizzata e fa sviluppare la devozione. Può essere utile cantare nei
primi stadi della meditazione e quando
la concentrazione non è stabile. Dopo aver cantato, siedi nel
silenzio. In altri momenti, invece, canta per un
po’, quindi lascia che la tua mente si calmi. Impara a goderti il silenzio.

- Quando le persone illuminate affermano di “vedere Dio in ogni cosa”,
che cosa intendono?

Esse intendono affermare che tutti gli aspetti dell’unica Realtà si
esprimono in ogni cosa che si osserva.

- Benché io mi sforzi con sincerità di comprendere tutti i concetti
filosofici che mi sforzo di studiare e il
significato della vita, insieme ai suoi processi, mi sembra quasi
impossibile avere una percezione chiara di
tutto. Riuscirò un giorno ad avere questa comprensione?

Non è possibile comprendere a livello intellettuale tutto sulla vita e
i suoi processi. E’ possibile comprendere
in modo più completo le cose attraverso l’intuizione. Quando “vedrai”
oltre le apparenze superficiali, fino
all’origine, tutto ti sarà rivelato immediatamente, dall’origine
stessa a tutte le sue manifestazioni o forze.

 Che questo scritto possa essere utile a molti.

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04 luglio 2013

Aderire a se stessi


Aderire a se stessi

Aderire a se stessi è la cosa più complicata che l’essere umano possa fare.
Sembra la più sciocca, la più stupida e invece è la più complicata perché quando noi diciamo noi stessi a quale parte di noi ci riferiamo?
Alla personalità? Alla parte più profonda che è in noi? Alla parte più superficiale?
È quindi importante riscoprire la vera natura che è in noi, ma soprattutto capire l’origine di questa natura.
È una natura data dalla personalità, dalla società, dall’educazione, dai condizionamenti di quelli che abbiamo attorno, oppure è qualcosa di così “primordiale”, così forte, istintivo che ci fa superare tutti gli altri condizionamenti che la Vita ci pone ?
ORA cerchiamo di riscoprire questo Sé così profondo, radicato dentro di noi, che non ci dà tregua ogni volta che facciamo qualcosa non in Armonia con noi stessi, generando disagio.
Possiamo essere individui accettati dalla società, brillanti, realizzati, ma se non riusciamo a vivere ed essere in sintonia con il nostro Sé, avremo comunque un disagio esistenziale, un turbamento che non ci abbandonerà mai, neppure di fronte ai successi più certi, più sicuri.
ORA vi guiderò alla scoperta di questo Sé.
Cercate di lasciare la Mente vuota, libera di allontanarsi: mettetela da parte.
Oltre al vuoto mentale vi può aiutare  riuscire a visualizzarvi come un puntino: siete un puntino di Luce che sta fluttuando……………………………………………………………...
Non ha peso........................., non ha paura, perché sta fluttuando in uno spazio certo..........., protetto.............., uno spazio d’Amore................................................................................................In questo spazio affiorano dei ricordi, delle pulsioni del vostro io profondo, del vostro Sé che forse non è stato ascoltato come avrebbe dovuto essere.........................................................................................
In questo spazio d’Amore non ci sia posto per i rimpianti...............  per le colpe:----------- non esistono colpe,  solo esperienze che la Vita ci ha indotti a fare................................................................
In questo spazio fluttuante ciò che abbiamo attorno è solo Amore....................................................................................................
Se la vostra mente vuole intervenire, prendetela per mano e conducetela in questo spazio d’Amore………………………………. I sentieri siano d’Amore profondo per voi stessi......................................................................................................
VOGLIATEVI BENE
......................................................................................................................................................................Lasciate lentamente affiorare qualche ricordo,  non cercatelo: deve essere spontaneo...............................................................................................
Analizzate tutto con Amore verso voi stessi......................................................................................................Guardatevi attorno: in questo spazio d’Amore non ci siete solo voi -  puntino luminoso che non ha più paura - ma siete circondati da altri punti luminosi..............................................  sono le persone che avete al vostro fianco, quelli che nella vita vi aiutano a capire voi stessi.....................................................................................
Nel processo della conoscenza di sé, che è il primo passo per poter aderire a se stessi, è necessario e fondamentale l’aiuto degli altri, perché sono loro che ci segnalano quello che non riusciamo a vedere di noi stessi…..................................................................................... In questo spazio d’Amore non ci sono persone fastidiose con cui dobbiamo instaurare una dialettica continua per difenderci,  ragionare,  affermare il nostro io.
Sono semplicemente altri punti luminosi come noi, immersi in questo Amore..............Hanno il nostro stesso scopo: evolversi……...............
L’unico scopo che la Vita ci chiede è quello di aderire all’Evoluzione....................................................................................... Lo scontro con gli altri è cruento quanto più noi siamo scollegati da noi stessi........................................................................Non aderire a noi ci porta ad avere paura..................................Se tradiamo il nostro io più profondo ci mettiamo nella condizione di avere paura perché siamo fragili, perché vediamo l’altro come nemico. Crediamo di essere minacciati da tutto ciò che ci circonda.................................................................................................In questo spazio d’Amore ci sono solo puntini come noi, che hanno lo stesso scopo di aderire all’Evoluzione,  non possono esserci contrari  così come noi non possiamo essere contrari a loro..............................................................................Non facciamo l’errore di volerli cambiare: cerchiamo di modificare noi stessi attraverso di loro................................................., cerchiamo di capire quello che la difficoltà con l’altro provoca in noi.........................................................................................................................................................................................................................
Questo punto luminoso che fluttua in un mare d’Amore sta diventando un bambino, e quel bambino siete voi: ........................................... siete nati pieni d’Amore.................................................................................................consapevoli di dover fare un percorso terreno,  per immettere Amore nella vostra Energia ……………………………….
Come i bambini siete indifesi e fortissimi.............perché il bambino istintivamente sa quello che deve fare.
Sono i condizionamenti che vi deviano da voi stessi, che vi portano a non aderire più alla Voce interiore che sentite dentro.
Il bambino però risponde a se stesso più che agli altri.........................................................................................................Tornate punto luminoso................................................, prendetevi per mano......................cercate di riacquistare la semplicità di pensiero del bambino ………………………………………………………….. ............................................................................................................... Con la vostra parte adulta che ha fatto esperienza su questa Terra dovete osservare il bambino, dovete rivedervi bambini..................................................................................................L’Amore che nasce verso questo bambino è l’Amore che dovete avere verso voi stessi................................................................ Dovete accettare tutte le esperienze che avete fatto, non le potete rifiutare......................sono vostre. .................. Non colpevolizzatevi se pensate che avreste dovuto agire in altro modo: avete agito come in quel momento vi sembrava giusto ………………………………… ......................................................................................... Sono queste esperienze che fanno di voi una persona diversa ……………………. ............................................. Insistete nel vedervi come persone che hanno fatto delle esperienze: le colpe in questo mondo d’Amore non esistono, .................... non ci sono …………………………………... ............................................................................................................... Le pulsioni della vostra personalità devono essere sempre secondarie a quelle che sono le pulsioni dettate dal vostro Istinto, dalla vostra vera natura................................................................................. Dovete essere molto coraggiosi ed esprimere questa parte vera che è in voi. Non dovete aver paura di essere feriti dagli altri................................................................ certe prese di posizione, certi modi di fare, certe asperità che vi trovate ad esprimere non sono altro che difese che mettete in moto perché non vi conoscete abbastanza, perché avete paura che gli altri possano ferirvi...................................................................................................Quello che vi può difendere è l’Amore per voi stessi, una conoscenza di voi che deve essere reale, autentica, che non deve essere paragonata agli altri o subordinata alle aspettative della società........ Dovete essere voi stessi perché è questo che vi è chiesto dalla Vita........................................................................................................Il percorso sulla terra non avrebbe nessun significato se, dall’inizio alla fine, vivessimo mistificando il nostro io, il nostro Sé profondo...............................................................................................Abbandonate le resistenze, fluttuate in questo mare d’Amore................................................................................................................................... Siete presi per mano dal bambino che sta crescendo, che vi pone delle domande..........vi chiede perché non siete felici......................................................... perché avete amarezza interiore.......................perché avete tradito quello che di più profondo e vero è in voi……………………………………………… ............................................................................................................... Abbandonate le resistenze: non ci sono pericoli in questo mondo d’Amore........................................................................................................................................................... Tutto è dato e vi è dato perché possiate capirvi, progredire...............per far sì che la vostra Vita sia quella che avete scelto quando avete deciso di venire qui................................................................................... La sofferenza è un passaggio della Vita, ma deve portare a una maggior conoscenza di noi.....a tirar fuori le risorse migliori.......a scoprire la nostra sensibilità........... Non può  abbrutirci, bloccarci.... Dobbiamo tendere alla Gioia:..................è questo che ci è stato promesso.
Non possiamo però avere la Gioia se non abbiamo la comunione con noi stessi, se non ci conosciamo, se non ci rispettiamo ...............................................................................................................Non perdiamo tempo per farci rispettare dagli altri: .......................................il rispetto è una vibrazione potentissima che dobbiamo dare prima di tutto a noi stessi....................................................................... Quando siamo consapevoli di noi ci rispettiamo, ci amiamo, sappiamo dove dobbiamo andare: verso l’Evoluzione, verso un modo di vivere armonioso e sereno; allora anche gli altri ci rispetteranno, perché la nostra forza sarà una forza d’Amore............... Non ci sarà più paura nel porgerci agli altri perché avremo una perfetta comunione con noi.........................................................................................................................................................................................................................
Lentamente, con leggerezza, con serenità riprendiamo il nostro corpo: non siamo più un puntino, ma quel puntino d’Amore, di Luce è in noi............quel bambino che abbiamo preso per mano è dentro di noi.......................................................................................................... Ricordiamoci di questo mondo d’Amore dove abbiamo fluttuato....................................................... Ogni volta che la Vita ci presenta una difficoltà, quando il vivere quotidiano ci porta a perdere l’Armonia  interiore, rifugiamoci nuovamente in questo mondo.
È un mondo potente che ci difende, ci scherma dagli eventi negativi, ci permette di trovare le soluzioni ai nostri problemi; ............. soprattutto è un mondo che dà senso al nostro vivere....................
Vivere per vivere in Armonia, per capirci, amarci, rispettarci e quindi essere alleati dell’Evoluzione.
L’evoluzione non è qualcosa che non ci riguarda: noi SIAMO l’Evoluzione.............................................................. Ogni sforzo che facciamo per vivere in Armonia, per capirci meglio, per migliorarci ci porta ad evolverci, quindi noi siamo parte stessa dell’Evoluzione..................................................................................... Questo è lo scopo della Vita e questo è ciò che dovete trovare ogni volta che vi rifugiate nel mondo d’Amore ………………………… ...............................................................................................................Quando la paura sarà andata via, quando avrete imparato a vivere aderendo a voi stessi, non avrete più bisogno di rifugiarvi nel mondo d’Amore, perché sarete voi un mondo d’Amore…………………… Questo Amore lo manifesterete in ogni situazione che la Vita vi porgerà.
Avrete Armonia e Serenità interiore che traspariranno da voi e coinvolgeranno gli altri……………………………………………….................................Ricordatevi di questo mentre vi calate nuovamente in un corpo adulto con quel bambino e quel punto luminoso in voi.


Aderire a se stessi parte seconda

11/25/2011 9:09:51 PM


Riprendiamo il contatto con noi stessi, con la parte più profonda di noi e questa volta lo facciamo con allegria.
Siamo stati in un mondo d’Amore, ci siamo sentiti un punto di Luce, un bambino, abbiamo capito meglio che cosa vuol dire aderire a noi stessi.....
ORA ci ripromettiamo di farlo con leggerezza, con allegria ............................................................................................................... Sbagliamo? Non è importante: è un’esperienza che ci deve servire nel futuro.
Non capiamo bene il nostro Istinto? Dobbiamo farci piccoli, sempre più piccoli per poter emettere la vibrazione dell’UMILTÀ e chiedere alla parte più profonda di noi di mandarci dei segnali chiari......................................................................................................
Se le cose non vanno come vorremmo non dobbiamo ostinarci.............. prenderle di petto........... Non facciamo le vittime:................................sentiamoci semplicemente quel bambino, quel punto di Luce che forse non ha ancora capito bene ciò che la Vita sta dicendo in quel momento. O forse il bambino e il punto di Luce lo hanno capito, ma siamo noi adulti che non abbiamo capito..................................................................................................... Dobbiamo però sentirci leggeri e chiederci come sia possibile che una personalità adulta non capisca ciò che un bambino e un punto di Luce hanno capito. Non capiamo perché nella nostra personalità c’è il frastuono della Mente, ci sono i pensieri che si accavallano, ........... i condizionamenti che ci frenano..................................................... Con leggerezza cerchiamo di capire che questi sono gli ostacoli che ci impediscono di raggiungere il contatto vero e profondo con noi stessi...................................................................................................... Le parole chiave quali sono?

UMILTÀ e ABBANDONO
SONO DUE VIBRAZIONI ASSOLUTAMENTE INTERCONNESSE:
NON POSSO ABBANDONARMI SE NON SONO UMILE
NON POSSO ESSERE UMILE SE NON MI ABBANDONO

Quindi l’Abbandono è possibile quando mi vedo proprio come una cellula di un immenso corpo.
Quando il mio Io, il mio Ego, la mia personalità vengono in second’ordine. L’Umiltà è data proprio dal sentirmi cellula abbandonata nel mare d’Amore e quindi al riparo da ogni rischio.
Non dobbiamo aver paura di fare le esperienze che la Vita ci chiede perché sono comunque esperienze cariche d’Amore.
Non sempre riusciamo a vederlo questo Amore negli eventi che la Vita ci propone, ma è solo attraverso l’Amore che la Vita avanza.
UMILTÀ E ABBANDONO
ABBANDONO E UMILTÀ
.............................................................................................................Aggiungiamo una parola che è la diretta conseguenza di queste due
      LEGGEREZZA
............................................................................................................ In un momento in cui si è massacrati da vibrazioni negative, quando sembra che tutto possa esplodere, che non ci siano certezze, dobbiamo vivere senza lasciarci condizionare, senza lasciarci schiacciare.
È giusto avere le proprie idee, informarsi, prendere atto di quello che succede nel mondo………, ma tutto questo non ci deve destabilizzare.
Dobbiamo sentirci umili, abbandonarci in balia della Vita e la Vita ci metterà sempre dove noi in quel momento dobbiamo vivere……...........................................................................................Non si confonda la leggerezza con la superficialità:
colui che capisce che cosa vuol dire vivere con leggerezza ha fatto un percorso molto impegnativo dentro sé, perché entrare in se stessi, smantellare la personalità, mettere a tacere la Mente non è la cosa più congeniale all’essere umano, soprattutto se occidentale.
Quando si arriva a capire che cosa vuol dire vivere con Leggerezza è perché il percorso fatto ci ha condotto fino al punto che ci permette di capire che siamo una cellula di un corpo immenso, un corpo d’Amore che ci guida, ci sorregge, ci usa.
Lasciamoci usare con leggerezza e umiltà, abbandonati al fluire della Vita.

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19 giugno 2013

lettera sulla felicità di Epicuro

E' uno scritto un po' lungo, ma può aiutarci a comprendere meglio lo stato di felicità.



Lettera sulla felicità




Meneceo,

Non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'anima. Chi sostiene che
non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento
di essere felice, o che ormai è passata l'età. Da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani
quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere
l'avvenire. Cerchiamo di conoscere allora le cose che fanno la felicità, perché quando essa c'è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per averla.

Pratica e medita le cose che ti ho sempre raccomandato: sono fondamentali per una vita felice. Prima di tutto considera l'essenza del divino materia eterna
e felice, come rettamente suggerisce la nozione di divinità che ci è innata. Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal sempre vivente o contrario
a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità. Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la
gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha. Perciò non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che
i giudizi del popolo attribuisce alla divinità.

Tali giudizi, che non ascoltano le nozioni ancestrali, innate, sono opinioni false. A seconda di come si pensa che gli dei siano, possono venire da loro
le più grandi sofferenze come i beni più splendidi. Ma noi sappiamo che essi sono perfettamente felici, riconoscono i loro simili, e chi non è tale lo
considerano estraneo. Poi abituati a pensare che la morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire,
e la morte altro non è che la sua assenza. L'esatta coscienza che la morte non significa nulla per noi rende godibile la mortalità della vita, togliendo
l'ingannevole desiderio dell'immortalità.

Non esiste nulla di terribile nella vita per chi davvero sappia che nulla c'è da temere nel non vivere più. Perciò è sciocco chi sostiene di aver paura
della morte, non tanto perché il suo arrivo lo farà soffrire, ma in quanto l'affligge la sua continua attesa. Ciò che una volta presente non ci turba,
stoltamente atteso ci fa impazzire. La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è
lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior
male, ora la invoca come requie ai mali che vive.

Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non vivere più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi
sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce. Chi ammonisce poi il giovane a vivere bene e il vecchio a ben
morire è stolto non solo per la dolcezza che c'è sempre nella vita, anche da vecchi, ma perché una sola è l'arte del ben vivere e del ben morire. Ancora
peggio chi va dicendo: bello non essere mai nato, ma, nato, al più presto varcare la porta dell' Ade.

Se è così convinto perché non se ne va da questo mondo? Nessuno glielo vieta se è veramente il suo desiderio. Invece se lo dice così per dire fa meglio
a cambiare argomento. Ricordiamoci poi che il futuro non è del tutto nostro, ma neanche del tutto non nostro. Solo così possiamo non aspettarci che assolutamente
s'avveri, né allo stesso modo disperare del contrario. Così pure teniamo presente che per quanto riguarda i desideri, solo alcuni sono naturali, altri
sono inutili, e fra i naturali solo alcuni quelli proprio necessari, altri naturali soltanto. Ma fra i necessari certi sono fondamentali per la felicità,
altri per il benessere fisico, altri per la stessa vita.

Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito
della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia. Una volta raggiunto questo stato
ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo.
Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.

Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito. Ad esso ci ispiriamo
per ogni atto di scelta o di rifiuto, e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere e del dolore. E' bene primario e naturale per noi, per questo
non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri
stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo. Ogni piacere dunque è bene per sua intima natura, ma noi non li scegliamo
tutti. Allo stesso modo ogni dolore è male, ma non tutti sono sempre da fuggire.

Bisogna giudicare gli uni e gli altri in base alla considerazione degli utili e dei danni. Certe volte sperimentiamo che il bene si rivela per noi un male,
invece il male un bene. Consideriamo inoltre una gran cosa l'indipendenza dai bisogni non perché sempre ci si debba accontentare del poco, ma per godere
anche di questo poco se ci capita di non avere molto, convinti come siamo che l'abbondanza si gode con più dolcezza se meno da essa dipendiamo. In fondo
ciò che veramente serve non è difficile a trovarsi, l'inutile è difficile.

I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca. Saper vivere di poco
non solo porta salute e ci fa privi d'apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un'esistenza ricca, ci
fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte. Quando dunque diciamo che il bene è il piacere, non intendiamo il
semplice piacere dei goderecci, come credono coloro che ignorano il nostro pensiero, o lo avversano, o lo interpretano male, ma quanto aiuta il corpo a
non soffrire e l'animo a essere sereno.

Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno
la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo
causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza , perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è
madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta
priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili.

Chi suscita più ammirazione di colui che ha un'opinione corretta e reverente riguardo agli dei, nessun timore della morte, chiara coscienza del senso della
natura, che tutti i beni che realmente servono sono facilmente procacciabili, che i mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo
fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare ? Questo genere d'uomo sa anche che è vana opinione credere il fato padrone di tutto, come fanno alcuni,
perché le cose accadono o per necessità, o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro. La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece
il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo o lode.

Piuttosto che essere schiavi del destino dei fisici, era meglio allora credere ai racconti degli dei, che almeno offrono la speranza di placarli con le
preghiere, invece dell'atroce, inflessibile necessità. La fortuna per il saggio non è una divinità come per la massa - la divinità non fa nulla a caso
- e neppure qualcosa priva di consistenza. Non crede che essa dia agli uomini alcun bene o male determinante per la vita felice, ma sa che può offrire
l'avvio a grandi beni o mali.

Però è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti, e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia
successo un progetto dissennato. Medita giorno e notte tutte queste cose e altre congeneri, con te stesso e con chi ti è simile, e mai sarai preda dell'ansia.
Vivrai invece come un dio fra gli uomini. Non sembra più nemmeno mortale l'uomo che vive fra beni immortali.

Che questo scritto possa essere utile a molti.

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21 maggio 2013

effetti di un sorriso

E un invito a sorridere.



                                                          Effetti di un sorriso

Arricchisce chi lo riceve, senza impoverire chi lo dona.

Un sorriso non costa nulla e produce molto:
non dura che un istante, ma nel ricordo può essere eterno.

Nessuno è così ricco da poterne fare a meno
e nessuno è così povero da non meritarlo.

Creatore di felicità in casa, negli affari è un sostegno,
è il segno sensibile dell'amicizia profonda.

Un sorriso dà riposo alla stanchezza,
nello scoraggiamento rinnova il coraggio,
nella tristezza è consolazione,
è l'antidoto naturale di tutte le nostre pene.

Ma è un bene che non si può comperare,
né rubare, né prestare,
poiché solo ha valore dall'istante in cui si dona.

Se poi incontrerete talora chi l'aspettato sorriso a voi non dona,
siate generosi e date il vostro,
perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso
come chi ad altri non sa darlo.
                                      Anonimo
  Che questo sritto possa essere utile a molti.

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28 aprile 2013

invocazione

in questo momento mi sembra importante rivolgere i nostri pensieri ad esseri superiori.



LE FORZE DI LUCE PORTINO ILLUMINAZIONE AL GENERE UMANO.
LO SPIRITO DI PACE SI DIFFONDA OVUNQUE.  GLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’ SI INCONTRINO IN SPIRITO DI COLLABORAZIONE.
 IL PERDONO SIA LA NOTA DOMINANTE DI QUESTO MOMENTO.
IL POTERE ASSISTA L’OPERA DEI GRANDI ESSERI.
COSI’ SIA E AIUTATECI A FARE LA NOSTRA PARTE.

17 marzo 2013

parole di Amma

Oggi voglio proporvi queste parole di Amma che a mio avviso possono aiutarci a riflettere.



Parole di Amma: Non vi fate intrappolare dalla mente

Domanda - Cara Amma, senza esserne consapevoli, andiamo dove la mente ci dice di
andare. Cosa possiamo fare?

Amma- Figli miei, finora avete posto fiducia nella mente. ma la mente è come una
scimmia che salta da un ramo all'altro, e continuerà a far ciò fino all'ultimo
momento. La mente sarà presente fino alla fine. Avere la mente come compagna è
come essere amici di un folle - vi creerà sempre qualche problema; non troverete
mai pace. Se continuiamo a stare in compagnia dei pazzi, anche noi diverremo
pazzi. E' folle aver fede nella mente e seguire la mente. Non vi fate
intrappolare dalla mente. Dovremmo sempre ricordarci della meta: la
realizzazione del Sé. Non dovremmo permettere a noi stessi di lasciarci attrarre
da qualsiasi cosa lungo il cammino che ci possa distrarre.

Voi vi portate tutti i vostri samskara, per cui dovete procedere un poco alla
volta, passo dopo passo. E' un processo lento che richiede fede e familiarità.
E' importante essere distaccati dai pensieri e rifiutare di lasciarsi
trasportare dalla mente.

Domanda - Amma, i cattivi pensieri continuano a sorgere nella mia mente per
quanto cerchi di non pensarli.

Amma - Non avere paura. Non dare importanza al sorgere di tali pensieri. Supponi
che stiamo viaggiando in autobus per un pellegrinaggio. Osserviamo il paesaggio
attraverso il finestrino - una parte di esso è bella mentre l'altra non lo è. Ma
per quanto possa essere interessante il panorama che si presenta davanti a noi,
lo dimentichiamo non appena l'autobus va oltre. Non fermiamo l'autobus ogni
volta che vediamo qualcosa di bello. Ne apprezziamo la bellezza, ma continuiamo
ad andare avanti, tenendo in mente la nostra meta. Altrimenti non arriveremo
mai. Dobbiamo focalizzarci sulla nostra destinazione. Lascia andar via i
pensieri e le vasana che sorgono nella tua mente proprio come il panorama che
scorre davanti agli occhi dal finestrino dell'autobus. Non permettere a te
stesso di essere catturato da essi. Allora non avranno così tanto effetto su di
te.

Ci sono due aspetti della mente. Uno guarda attentamente verso la meta e
desidera la realizzazione. L'altro guarda soltanto al mondo esterno. C'è una
battaglia in atto tra i due. Finché non ti identifichi o non dai alcuna
importanza ai pensieri che sorgono nella mente, non c'è problema.

Al momento attuale la tua mente assomiglia a uno specchio posto sul ciglio della
strada, che riflette tutto ciò che passa per la strada. Allo stesso modo la
mente va all'esterno verso ciò che vediamo o udiamo.

Eppure, a noi manca una qualità che lo specchio possiede: nonostante rifletta
ogni cosa in modo chiaro, niente ha effetto su di esso; tutto svanisce non
appena esce fuori dal campo di visuale. Lo specchio non è attaccato a nulla.
Così dovrebbe essere la nostra mente. Dovremmo lasciar andare tutto ciò che
vediamo, sentiamo o pensiamo, qui e là - come qualcosa che ci passa davanti agli
occhi lungo la strada. Non dovremmo essere attaccati a nulla. Dovremmo sapere
che i pensieri che nascono e scompaiono appartengono alla mente e non hanno
effetto sul Sé. Vivi come un semplice testimone.

Se desideri godere della bellezza di un fiume che scorre veloce - non solo
l'acqua ma anche i pesci e le altre creature che dimorano nell'acqua, tutto ciò
che è insito nella natura del fiume - è meglio che ti sedia di lato al fiume e
lo osservi. Se salti nell'acqua, potresti essere portato via dalla corrente o
anche affogare, e non riusciresti ad avere l'esperienza della bellezza del
fiume. Allo stesso modo, vivi come un testimone, senza farti prendere dal flusso
della mente. Impara a rimanere distaccato da essa.

Dovremmo controllare la mente ed avere la capacità di fermarla - come i freni di
un'auto nuova, che controllano la velocità e fermano il veicolo ogni volta che
sia necessario.

La gente ha fede nella mente ma non nel maestro spirituale. Ma credere nella
mente è come porre sé stessi alla mercé di un pazzo. La mente è folle. Gode nel
riflettere soltanto la superficie di ogni cosa che vede, senza comprenderne la
verità più profonda.

Il Satsang - essere in presenza di una grande anima, leggere libri spirituali,
ed ascoltare discorsi spirituali - è molto importante. Queste attività aiutano a
sviluppare il potere del discernimento e apportano pace. E' anche necessario lo
sforzo personale.

Il sentiero da seguire è pieno di ostacoli. Dobbiamo essere sempre vigili, come
se stessimo camminando su di un ponte che non sia stato usato da lungo tempo e
che sia coperto di fango scivoloso. Rischiamo di cadere in qualsiasi momento,
per cui dobbiamo essere molto attenti ad ogni passo che facciamo. Se dovesse
succedere di cadere, dobbiamo rialzarci. In realtà, il fatto di cadere avviene
affinché possiamo imparare a rialzarci. La vittoria e la sconfitta sono la
stessa natura della vita. D'ora in poi, fate ogni passo con grande prudenza. Non
è bello trovarsi in difficoltà o in una situazione negativa senza aver fatto
nulla al riguardo. Sappiate che il rischio di cadere rimarrà fino all'ultimo
momento, proprio fino all'evento della liberazione.

Dovremmo usare il discernimento ogni volta che sorgono nella mente i desideri,
la rabbia e la gelosia. Siate vigili mentre andate avanti, figli miei, in quanto
potreste cadere in qualsiasi momento.

Che questo scritto possa essere utile a molti.

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luiscer@tiscali.it
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