06 dicembre 2011

il Colombre

Oggi vi propongo questo interessante brano di Dino Buzzati:

da : Il colombre

Quando Stefano Roí compí i dodici anni, chiese in regalo a suo padre, capitano di mare
e padrone di un bel veliero, che lo portasse con sé a bordo.
«Quando sarò grande» disse «voglio andar per mare come te. E comanderò delle navi
ancora pi'u' belle e grandi della tua. »
« Che Dio ti benedica, figliolo » rispose il padre. E siccome proprio quel giorno il suo
bastimento doveva partire, portò il ragazzo con sé.
Era una giornata splendida di sole; e il mare tranquillo. Stefano, che non era mai stato
sulla nave, girava felice in coperta, ammirando le complicate manovre delle vele. E
chiedeva di questo e di quello ai marinai che, sorridendo, gli davano tutte le spiegazioni.
Come fu giunto a poppa, il ragazzo si fermò, incuriosito, a osservare una cosa che
spuntava a intermittenza in superficie, a distanza di due-trecento metri, in
corrispondenza della scia della nave.
Benché il bastimento già volasse, portato da un magnifico vento al giardinetto, quella
cosa manteneva sempre la distanza. E, sebbene egli non ne comprendesse la natura,
aveva qualcosa di indefinibile, che lo attraeva intensamente.
Il padre, non vedendo Stefano piú in giro, dopo averlo chiamato a gran voce invano,
scese dalla plancia e andò a cercarlo.
« Stefano, che cosa fai lí impalato? » gli chiese scorgendolo infine a poppa, in piedi,
che fissava le onde.
« Papà, vieni qui a vedere. »
Il padre venne e guardò anche lui, nella direzione indicata dal ragazzo, ma non riuscí a
vedere niente.
« C'è una cosa scura che spunta ogni tanto dalla scia » disse « e che ci viene dietro. »
« Nonostante i miei quarant'anni » disse il padre « credo di avere ancora una vista
buona. Ma non vedo assolutamente niente. »
Poiché il figlio insisteva, andò a prendere il cannocchiale e scrutò la superficie del mare,
in corrispondenza della scia. Stefano lo vide impallidire.
« Cos'è? Perché fai quella faccia? »
« Oh, non ti avessi ascoltato » esclamò il capitano. « Io adesso temo per te. Quella
cosa che tu vedi spuntare dalle acque e che ci segue, non è una cosa. Quello è un
colombre. E’ il pesce che i marinai sopra tutti temono, in ogni mare del mondo. E’ uno
squalo tremendo e misterioso, piú astuto dell'uomo. Per motivi che forse nessuno
saprà mai, sceglie la sua vittima, e quando l'ha scelta la insegue per anni e anni, per
una intera vita, finché è riuscito a divorarla. E lo strano è questo: che nessuno riesce a
scorgerlo se non la vittima stessa e le persone del suo stesso sangue. »« Non è una
favola? »
«No. Io non l'avevo mai visto. Ma dalle descrizioni che ho sentito fare tante volte, l'ho
subito riconosciuto. Quel muso da bisonte, quella bocca che continuamente si apre e
chiude, quei denti terribili. Stefano, non c'è dubbio, purtroppo, il colombre ha scelto te e
finché tu andrai per mare non ti darà pace. Ascoltami: ora noi torniamo subito a terra,
tu sbarcherai e non ti staccherai mai piú dalla riva, per nessuna ragione al mondo. Me
lo devi promettere. Il mestiere del mare non è per te, figliolo. Devi rassegnarti. Del
resto, anche a terra potrai fare fortuna.» Ciò detto, fece immediatamente invertire la
rotta, rientrò in porto e, coi pretesto di un improvviso malessere, sbarcò il figliolo.
Quindi ripartí senza di lui.

Profondamente turbato, il ragazzo restò sulla riva finché l'ultimo picco dell'alberatura
sprofondò dietro l'orizzonte. Di là dal molo che chiudeva il porto, il mare restò
completamente deserto. Ma, aguzzando gli sguardi, Stefano riuscí a scorgere un
puntino nero che affiorava a intermittenza dalle acque: il "suo" colombre, che incrociava
lentamente su e giú, ostinato ad aspettarlo.
Da allora il ragazzo con ogni espediente fu distolto dal desiderio del mare. Il padre lo
mandò a studiare in una città dell'interno, lontana centinaia di chilometri. E per qualche
tempo, distratto dal nuovo ambiente, Stefano non pensò piú al mostro marino. Tuttavia,
per le vacanze estive, tornò a casa e per prima cosa. appena ebbe un minuto libero, si
affrettò a raggiungere l'estremità del molo, per una specie di controllo, benché in fondo
lo ritenesse superfluo. Dopo tanto tempo, il colombre, ammesso anche che tutta la
storia narratagli dal padre fosse vera, aveva certo rinunciato all'assedio.
Ma Stefano rimase là, attonito, col cuore che gli batteva. A distanza di due-trecento
metri dal molo, nell'aperto mare, il sinistro pesce andava su e giú, lentamente, ogni
tanto sollevando il muso dall'acqua e volgendolo a terra, quasi con ansia guardasse se
Stefano Roi finalmente veniva.
Cosí, l'idea di quella creatura nemica che lo aspettava giorno e notte divenne per
Stefano una segreta ossessione. E anche nella lontana città gli capitava di svegliarsi in
piena notte con inquietudine. Egli era al sicuro, sí, centinaia di chilometri lo separavano
dal colombre. Eppure egli sapeva che, di là dalle montagne, di là dai boschi, di là dalle
pianure, lo squalo era ad aspettarlo. E, si fosse egli trasferito pure nel piú remoto
continente, ancora il colombre si sarebbe appostato nello specchio di mare piú vicino,
con l'inesorabile ostinazione che hanno gli strumenti del fato.

Stefano, ch'era un ragazzo serio e volonteroso, continuò con profitto gli studi e, appena
fu uomo, trovò un impiego dignitoso e rimunerativo in un emporio di quella città. Intanto
il padre venne a morire per malattia, il suo magnifico veliero fu dalla vedova venduto e il
figlio si trovò ad essere erede di una discreta fortuna. Il lavoro, le amicizie, gli svaghi, i
primi amori: Stefano si era ormai fatto la sua vita, ciononostante il pensiero del
colombre lo assillava come un funesto e insieme affascinante miraggio; e, passando i
giorni, anziché svanire, sembrava farsi piú insistente.

Grandi sono le soddisfazioni di una vita laboriosa, agiata e tranquilla, ma ancora piú
grande è l'attrazione dell'abisso. Aveva appena ventidue anni Stefano, quando, salutati
gli amici della città e licenziatosi dall'impiego, tornò alla città natale e comunicò alla
mamma la ferma intenzione di seguire il mestiere paterno. La donna, a cui Stefano non
aveva mai fatto parola del misterioso squalo, accolse con gioia la sua decisione.
L'avere il figlio abbandonato il mare per la città le era sempre sembrato, in cuor suo, un
tradimento alle tradizioni di famiglia.

E Stefano cominciò a navigare, dando prova di qualità marinare, di resistenza alle
fatiche, di animo intrepido. Navigava, navigava, e sulla scia del suo bastimento, di
giorno e di notte, con la bonaccia e con la tempesta, arrancava il colombre. Egli sapeva
che quella era la sua maledizione e la sua condanna, ma proprio per questo, forse, non
trovava la forza di staccarsene. E nessuno a bordo scorgeva il mostro, tranne lui.
« Non vedete niente da quella parte? » chiedeva di quando in quando ai compagni,
indicando la scia. « No, noi non vediamo proprio niente. Perché? » « Non so. Mi
pareva... »
« Non avrai mica visto per caso un colombre » facevano quelli, ridendo e toccando
ferro.
« Perché ridete? Perché toccate ferro? »
« Perché il colombre è una bestia che non perdona. E se si mettesse a seguire questa
nave, vorrebbe dire che uno di noi è perduto. »

Ma Stefano non mollava. La ininterrotta minaccia che lo incalzava pareva anzi
moltiplicare la sua volontà, la sua passione per il mare, il suo ardimento nelle ore di lotta
e di pericolo.
Con la piccola sostanza lasciatagli dal padre, come egli si sentí padrone del mestiere,
acquistò con un socio un piccolo piroscafo da carico, quindi ne divenne il solo
proprietario e, grazie a una serie di fortunate spedizioni, poté in seguito acquistare un
mercantile sul serio, avviandosi a traguardi sempre piú ambiziosi. Ma i successi, e i
milioni, non servivano a togliergli dall'animo quel continuo assillo; né mai, d'altra parte,
egli fu tentato di vendere la nave e di ritirarsi a terra per intraprendere diverse imprese.
Navigare, navigare, era il suo unico pensiero. Non appena, dopo lunghi tragitti, metteva
piede a terra in qualche porto, subito lo pungeva l'impazienza di ripartire. Sapeva che
fuori c'era il colombre ad aspettarlo, e che il colombre era sinonimo di rovina. Niente.
Un indomabile impulso lo traeva senza requie, da un oceano all'altro.

Finché, all'improvviso, Stefano un giorno si accorse di essere diventato vecchio,
vecchissimo; e nessuno intorno a lui sapeva spiegarsi perché, ricco com’era, non
lasciasse finalmente la dannata vita del mare. Vecchio, e amaramente infelice, perché
l’intera esistenza sua era stata spesa in quella specie di pazzesca fuga attraverso i
mari, per sfuggire al nemico. Ma piú grande che le gioie di una vita agiata e tranquilla
era stata per lui sempre la tentazione dell'abisso.

E una sera, mentre la sua magnifica nave era ancorata al largo dei porto dove era nato,
si sentì prossimo a morire. Allora chiamò il secondo ufficiale, di cui aveva grande
fiducia, e gli ingiunse di non opporsi a ciò che egli stava per fare. L'altro, sull'onore,
promise.
Avuta questa assicurazione, Stefano, al secondo ufficiale che lo ascoltava sgomento,
rivelò la storia del colombre, che aveva continuato a inseguirlo per quasi cinquant'anni,
inutilmente.
« Mi ha scortato da un capo all'altro del mondo » disse « con una fedeltà che neppure il
piú nobile amico avrebbe potuto dimostrare. Adesso io sto per morire. Anche lui,
ormai, sarà terribilmente vecchio e stanco. Non posso tradirlo. »

Ciò detto, prese commiato, fece calare in mare un barchino e vi sali, dopo essersi fatto
dare un arpione. « Ora gli vado incontro » annunciò. « E’ giusto che non lo deluda. Ma
lotterò, con le mie ultime forze. » A stanchi colpi di remi, si allontanò da bordo. Ufficiali
e marinai lo videro scomparire laggiú, sul placido mare, avvolto dalle ombre della notte.
C'era in cielo una falce di luna.
Non dovette faticare molto. All'im'provviso il muso orribile del colombre emerse di
fianco alla barca.
« Eccomi a te, finalmente » disse Stefano. « Adesso, a noi due! » E, raccogliendo le
superstiti energie, alzò l'arpione per colpire.
« Uh » mugolò con voce supplichevole il colombre « che lunga strada per trovarti.
Anch'io sono distrutto dalla fatica. Quanto mi hai fatto nuotare. E tu fuggivi, fuggivi. E
non hai mai capito niente. » « Perché? » fece Stefano, punto sul vivo. « Perché non ti
ho inseguito attraverso il mondo per divorarti, come pensavi. Dal re del mare avevo
avuto soltanto l'incarico di consegnarti questo. » E lo squalo trasse fuori la lingua,
porgendo al vecchio capitano una piccola sfera fosforescente.

Stefano la prese fra le dita e guardò. Era una perla di grandezza spropositata. E lui
riconobbe la famosa Perla del Mare che dà, a chi la possiede, fortuna, potenza, amore,
e pace dell'animo. Ma era ormai troppo tardi.
« Ahimè! » disse scuotendo tristemente il capo.
«Come è tutto sbagliato. Io sono riuscito a dannare la mia esistenza: e ho rovinato la
tua.»
« Addio, pover'uomo » rispose il colombre. E sprofondò nelle acque nere per sempre.

Due mesi dopo, spinto dalla risacca, un barchino approdò a una dirupata scogliera. Fu
avvistato da alcuni pescatori che, incuriositi, si avvicinarono. Sul barchino, ancora
seduto, stava un bianco scheletro: e fra le ossicine delle dita stringeva un piccolo sasso
rotondo.

Il colombre è un pesce di grandi dimensioni, spaventoso a vedersi, estremamente raro.
A seconda dei mari, e delle genti che ne abitano le rive, viene anche chiamato
kolomber, kahloubrha, kalonga, kalu-balu, chalung-gra. I naturalisti stranamente lo
ignorano. Qualcuno perfino sostiene che non esiste.


Un cordiale saluto.

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03 dicembre 2011

La tecnica Cranio Sacrale 1

Credo che sia utile aggiungere queste informazioni sulla tecnica Cranio Sacrale:

La cranio sacrale….

E’ una forma di terapia manuale. Per il trattamento, ci si stende su un lettino da massaggio, vestiti, e si sperimenta il tocco molto leggero delle mani del praticante. Si potranno avvertire un profondo senso di rilassamento, sentire fenomeni di calore, di pulsazione, di qualche cosa che si muove all’interno del corpo, o altre sensazioni.

Questa terapia è così leggera e delicata che non usa manipolazioni. Il terapista ascolta attraverso le mani quello che succede nel tuo corpo e in questo modo identifica e tratta le tensioni e i dolori che ne sono trattenuti.

Confortevole e piacevole, è indicato a persone di ogni età che desiderino ristabilire un equilibrio neuro-vegetativo, alleviare lo stress e incrementare il livello di vitalità e di benessere generale.

Poiché è il corpo, piuttosto che la mente, che stabilisce le priorità, si potrà scoprire che la ragione per cui ci si è rivolti al trattamento non è quella che viene trattata per prima. Alcuni trovano che ci vogliono alcune sedute per abituarsi a quello che stanno sentendo.

La tecnica cranio sacrale (TCS) non ha la pretesa di “curare”, ma solamente di facilitare il potenziale autocorrettivo insito in ogni essere umano. Si propone di promuovere la salute e l’equilibrio dell’individuo nella sua totalità.

Si definisce “cranio sacrale” perché include tutte le ossa del cranio e si estende lungo la colonna vertebrale fino al sacro. Il cervello e il midollo spinale sono ricoperti da membrane protettive che formano intorno ad essi una sorta di involucro unico, nel quale circola il liquido cerebrospinale. Questo liquido viene prodotto e riassorbito all’interno della scatola cranica creando un ritmo, che si propaga in tutto il corpo come un movimento leggerissimo. Attraverso il sistema fasciale, un insieme sottile e continuo di tessuto connettivo, dotato di un certo grado di scorrimento, il ritmo C.S. si espande poi a tutto il corpo.

L’intervento non agisce solamente a livello dei traumi fisici, ma considerato il presupposto dell’unità corpo-mente, il lavoro va ad agire a livello emotivo, risvegliando, sempre attraverso il contatto, le memorie del corpo: il corpo registra i traumi psichici e fisici che possono essere rilasciati attraverso il contatto del corpo.

La TCS è una tecnica messa a punto dall’osteopata John Upledger, professore di Biomeccanica della Facoltà di Medicina Osteopatica presso l’Università del Michigan. Oltre trent’anni fa, nel corso di un intervento chirurgico, egli osservò un movimento delle membrane interne al cranio fino ad allora mai rilevato, e cominciò a studiarlo cercando riscontri sulla salute. Fu così scoperto il ritmo cranio sacrale, e quasi vent’anni di ricerche fu messa a punto una metodologia fondata su questo movimento fisiologico.
Questo ritmo garantisce la corretta e costante nutrizione del cervello, l’organo deputato al mantenimento degli equilibri fisiologici e psicologici nell’essere umano, e appare modificato in presenza di patologie organiche o in seguito a traumi, fisici o psicologici.

E' noto che il cervello e il midollo spinale coordinano tutte le nostre percezioni e i nostri movimenti e regolano tutte le funzioni corporee quali il battito del cuore, la digestione, la respirazione. Nel cervello inoltre si trovano l'ipotalamo e l'ipofisi importante centro che regola ed è a sua volta regolato da altre ghiandole come l'epifisi, la tiroide, il pancreas, le surrenali, le gonadi, e che produce alcuni importanti ormoni.

Questi centri regolano inoltre la percezione della fame e della sete, garantiscono la termoregolazione, hanno influenza sulla respirazione, sull'attività cardiovascolare, sul ritmo sonno-veglia, sulla produzione di ormoni sessuali.

Se il ritmo cranio-sacrale è disturbato a causa di una qualsiasi tensione presente nei tessuti del corpo (come conseguenze di un qualsiasi trauma fisico o emotivo anche di vecchia data o una cicatrice), possono verificarsi inconvenienti che vanno dall'insonnia all'ansia, dalla depressione all'emicrania, dal mal di schiena alla stanchezza cronica, oppure la disfunzione di un organo particolare.

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20 novembre 2011

La tecnica Cranio Sacrale

Oggi vi propongo alcune informazioni sulla Tecnica terapeutica definita Cranio Sacrale, sulla quale mi sembra interessante approfondire la conoscenza.

La tecnica cranio sacrale agisce sulla linea di divisione tra la parte fisica e la parte energetica del corpo umano.

E’ una forma di terapia manuale che, in maniera olistica, agevola il corpo ad utilizzare le risorse disponibili per il proprio schema di Salute.

Durante la seduta è il corpo che decide il lavoro da svolgere in base alle sue priorità e non al problema del momento.

Quando siamo in situazioni di stress o malessere possiamo comunque amministrare la salute perché è nella nostra natura la tendenza a muoverci verso il suo punto di equilibrio.

La terapia agisce sostenendo questa forza che ha il potere di riorganizzarsi continuamente attivando un processo che agevola il corpo a riequilibrarsi.

In effetti è molto semplice, con riguardo ed attenzione, si tratta di ascoltare la salute che si manifesta con movimenti ritmici che si possono sentire appoggiando le mani sul corpo: le ossa del cranio, le membrane meningee entro le quali scorre il liquido cerebrospinale, gli altri fluidi e l’osso sacro si muovono senza cause esterne. Il sistema nervoso è fondamentale nel controllo di questi movimenti. Quindi c’è, all’interno del corpo, un sistema fisiologico che si muove ritmicamente: chiamiamo questo sistema cranio sacrale.

Il fluido cerebrospinale nutre e protegge il sistema nervoso ed il suo scorrere all’interno delle membrane può essere paragonato ad una sorta di onda che ha un movimento ascendente e discendente e questa specie di marea crea ciò che si definisce ritmo cranio sacrale il quale ha vari livelli di espressione.

Attraverso il tessuto connettivo il ritmo può essere ascoltato su tutto il corpo.

In una situazione di trauma, qualsiasi sia la sua natura, fisica od emotiva, i tessuti si contraggono. A volte, in particolari situazioni, i tessuti mantengono la contrazione e così rimane una zona di restrizione del movimento che può dar luogo a disturbi o malattie perché: ”Il movimento è vita e salute, la stagnazione è malattia e morte” (da un proverbio della medicina tradizionale cinese); quindi la salute in queste zone si esprime con difficoltà perché viene limitato o impedito l’estendersi del suo movimento.

Attraverso l’ascolto, si possono individuare le aree di restrizione e facilitarne il movimento impiegando leggerissime pressioni, portando così a migliorare la circolazione del liquido cerebrospinale all’interno delle membrane, questo significa migliorarne il percorso dal cranio al sacro attraverso la colonna, cosa utilissima per le funzioni posturali e viscerali e per migliorare il sistema nervoso.

Una volta normalizzato il ritmo, c’è un’opportunità per il corpo di lasciar andare la memoria di stress eliminando la contrazione, rafforzando così lo stato di salute. Questo risultato avviene in modo soggettivo, per cui il numero di trattamenti è variabile e da valutare di volta in volta perché la terapia continua anche dopo la seduta infatti, nei giorni seguenti, il corpo trasforma i messaggi che ha ricevuto stabilizzando la salute.

Le sedute durano in media 60 minuti e durante questo tempo chi riceve il trattamento resta disteso in una situazione di rilassamento.

Disturbi che possono migliorare con la terapia cranio sacrale sono disfunzioni correlate al sistema nervoso centrale quali: stati d’ansia, depressione, affaticamento cronico, disfunzioni dell’articolazione temporomandibolare e problematiche neurovegetative.

Può applicarsi con vantaggio in lombalgie e dolori cervicali, nevralgie ed infiammazioni del trigemino, dolori cervicali e lombari conseguenti ad incidenti (es. colpo di frusta), scoliosi, autismo e dislessia.

Il tocco gentile rende la terapia ottima anche per bambini e neonati, che possono giovare dell’individuazione tempestiva di disfunzioni del sistema cranio sacrale aiutandolo a svilupparsi evitando disturbi quali difficoltà di apprendimento e iperattività. Per i neonati problemi quali coliche, insonnia, irritabilità, possono essere migliorati con il trattamento.


Luigi

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24 ottobre 2011

Sii il cambiamento...

Questo è uno scritto che molti conoscono, ma che spesso il suo insegnamento ce lo dimentichiamo.
Un Sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese :«Signore, mi
piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno»

Dio condusse il sant'uomo verso due porte.
Ne aprì una e gli permise di guardare all'interno.
C'era una grandissima tavola rotonda.
Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente
cibo dal profumo delizioso.
Il sant' uomo sentì l'acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e
malato.
Avevano tutti l'aria affamata.
Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro
braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma
poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non
potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro
sofferenze.
Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".

Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta.
Dio l'aprì.
La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
C'era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire
l'acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi
manici.
Questa volta, però, erano ben nutrite, felici e conversavano tra di
loro sorridendo.
Il sant'uomo disse a Dio :
«Non capisco!»
- E' semplice, - rispose Dio, - essi hanno imparato che il manico del
cucchiaio troppo lungo, non consente di nutrire se' stessi....ma
permette di nutrire il proprio vicino. Percio' hanno imparato a
nutrirsi gli uni con gli altri !
Quelli dell'altra tavola, invece, non pensano che a loro stessi...
Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura...La differenza la
portiamo dentro di noi!!!
Mi permetto di aggiungere...
"Sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non per
soddisfare l'ingordigia di pochi.
I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false
fintanto che non vengono trasformati in azioni.
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo".
Mahatma Gandhi.

Che questo scritto possa essere utile a molti.

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15 ottobre 2011

La gara dei ranocchi

Questo scritto inviatomi dall'amica Rosa, ci può aiutar a riflettere sull'importanza della parola.

. con 2 colonne e 5 righe
LA PARABOLA DEL RANOCCHIO OVVERO: LEZIONE DI VITA ...
C’era una volta una gara di ranocchi
L’obiettivo era arrivare in cima a una gran torre.
Si radunò molta gente per vedere e fare il tifo per loro
Cominciò la gara
In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo: "Che pena
!!! Non ce la faranno mai!"
I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima
La gente continuava : "... Che pena !!! Non ce la faranno mai!..."
E i ranocchi si stavano dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere.
fine tabella

Tabella con 2 colonne e 4 righe
Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima.
Gli altri volevano sapere come avesse fatto. Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la prova.
E scoprirono che... era sordo!
...Non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative... DERUBANO LE MIGLIORI SPERANZE DEL TUO CUORE! Ricorda sempre il potere che hanno
le parole che ascolti o leggi.
Per cui, preoccupati di essere sempre POSITIVO!
Riassumendo : Sii sempre sordo quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni.

Che questo scritto possa essere utile a molti.
Un caro saluto.

Luigi
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04 ottobre 2011

C'è forza C'è forza nella vita...della vita

Vi propongo uno scritto che mi sembra interessante.

C’e’ forza nella vita, che si manifesta anche nelle piu’ grandi tribolazioni.
La’ dove vi e’ distruzione, noi Angeli siamo li a ricreare la luce.
Non c’e’ errore cui non si possa mettere riparo.
Non c’e’ ferita che non possa essere lenita, ma la condizione perche’ tutto cio’ si manifesti e’ la chara scelta cosciente.
Questa scelta puo’ venire solo se si e’ disposti a guardare e ad ammettere il proprio grado di impotenza, dolore e frustrazione. Perché ad arrendersi non è l’anima di Luce immortale, ma l’ego che ha terminato il suo compito.
Tutto ciò che ha un inizio deve finire.
Tutto ciò finisce porta nuovo inizio, a nuovi e diversi livelli di manifestazione.
Lascia fluire senza opporre resistenza tutto ciò che ha terminato il suo ciclo e scegli per te la pace nel cuore, il divino distacco, la Gioia e il contatto con la Luce.
Solo per te puoi scegliere, poiché la scelta è di ciascuna Anima Individuata, e la scelta di ciascuna anima passa dalla resa dell’ego. Non puoi fare nulla se non amare. Il tuo unico compito sia collocarti stabilmente nell’Amore.
Siate Benedette nella Luce.
Siamo Uno



Che questo scritto possa essere utile a molti.

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15 settembre 2011

il sorriso interiore

Vi propongo questo scritto inviatomi dall'amica Francesca che voglio condividere con tutti voi

PARTE PRATICA: IL SORRISO CHE GUARISCE

Effetti di un sorriso

Il sorriso interiore

Come sorridere agli organi

Riferimenti bibliografici

PARTE PRATICA: IL SORRISO CHE GUARISCE

"Un sorriso che non dai, è un sorriso che non riceverai".

Probabilmente avrete notato che i depressi fanno fatica ad essere allegri. Possono lavorare come dannati, ma fanno una grande fatica e quasi non riescono ad usare un piccolo muscolo: lo zigomatico maggiore, quel muscoletto che, fermo sullo zigomo, tira i lati della bocca verso l'alto e l'esterno nel più bello dei sorrisi.

Bene, il depresso non ride, non può ridere!... Il cervello, infatti, manda un impulso che blocca quel muscolo. Non pretendo che sia fisiologia, ma l'effetto finale è questo.

Proponiamo ora un vero e proprio esercizio, basato sul fatto che i muscoli del volto sono influenzati (ed influenzano) la mente subconscia. Pertanto se una persona triste o depressa, si sforza di sorridere pian piano cambia il suo atteggiamento e diventa anche più simpatica.

Esercizio pratico: superate tutte le difese, i ragionamenti fallaci, le scuse, "ma è ridicolo!" eccetera, si atteggi la bocca (i più volonterosi anche il volto) in un bel sorriso. Il cervello che è logico, ma di buon senso non ne possiede neanche un po', si spaesa: "Mah, è il caso di ridere? Bah, mi sarò sbagliato!, e gira l'interruttore verso l'allegria.

Facile? Difficilissimo! Pochi avranno l'animo di farlo, anche perché il primo "sorriso" si presenta come una maschera grottesca. Si crede di ridere e invece si chiude un occhio, eccetera... I volti amati dei familiari sono soffusi di imbarazzo e di sgomento: "Caro stai male?", "Sì, sto male e me la rido a crepapelle!!", urlerete voi tra un tentativo e l'altro, ma giù sulla strada della vittoria, come Napoleoni sul Moncenisio.

Il tempo per far questo è lungo quanto si impiega con una "600 Fiat" a percorrere 3 km: quanto ne impiegai io per scoprire e applicare felicemente questa tecnica.

Ruggero Dujany

Effetti di un sorriso

Arricchisce chi lo riceve, senza impoverire chi lo dona.

Un sorriso non costa nulla e produce molto:

non dura che un istante, ma nel ricordo può essere eterno.

Nessuno è così ricco da poterne fare a meno

e nessuno è così povero da non meritarlo.

Creatore di felicità in casa, negli affari è un sostegno,

è il segno sensibile dell'amicizia profonda.

Un sorriso dà riposo alla stanchezza,

nello scoraggiamento rinnova il coraggio,

nella tristezza è consolazione,

è l'antidoto naturale di tutte le nostre pene.

Ma è un bene che non si può comperare,

né rubare, né prestare,

poiché solo ha valore dall'istante in cui si dona.

Se poi incontrerete talora chi l'aspettato sorriso a voi non dona,

siate generosi e date il vostro,

perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso

come chi ad altri non sa darlo.

Anonimo

IL SORRISO INTERIORE

I problemi organici sono spesso collegati ad emozioni negative così come le medesime possono insorgere a causa di problemi organici. Il Sorriso Interiore è una valida tecnica taoista che si basa sull'energia che si può raccogliere nel centro (chakra) tra le sopracciglia. Questa energia, una volta inviata ai vari organi del corpo, porta a loro ed a noi un senso di benessere e felicità, aiutandoci a contrastare stress, tensioni e disarmonie psicofisiche.

Chi è ammalato o debole nei polmoni può provare tristezza o depressione. Un fegato surriscaldato o congestionato può provocare rabbia o malumore, mentre la sua debolezza può provocare un calo di produttività ed una mancanza di controllo o equilibrio. Un cuore surriscaldato, può causare impazienza, odio, e persino crudeltà; la sua debolezza può dare luogo ad una mancanza di calore e vitalità. La debolezza della milza, stomaco o pancreas può produrre preoccupazione, ansia ed una mancanza della stabilità. La debolezza dei reni può provocare paura, mancanza di forza di volontà ed ambizione.

Un sorriso genuino emette un'energia di simpatia che ha il potere di riscaldare e guarire. Imparando a sorridere internamente agli organi ed alle ghiandole, il corpo intero si sentirà amato ed apprezzato. In questo modo anche l'energia vitale avrà modo di fluire più facilmente e percorrerà il tutto il corpo come se fosse una cascata. Quando si sorride ai propri organi le energie negative gradualmente cambiano e si trasformano in energie vitali e positive.

Come sorridere agli organi

All'inizio, può essere necessario spendere vari minuti per completare questo esercizio, nel tempo la pratica quotidiana accorcerà questo periodo. Suggeriamo di avvalersi di un libro di anatomia e controllare il colore, la forma e l'ubicazione di ogni organo e ghiandola con cui verrà fatta l'esercitazione.

Per un miglior effetto di questo esercizio è bene che, dopo aver sorriso ad un organo, si immagini il medesimo che sorride a noi. Ricordiamo che i nostri organi non sono mai stati e non possono essere "nostri nemici", siamo noi che ne disturbiamo il funzionamento con l'alimentazione innaturale, lo stress e le emozioni negative. Pertanto, lo stabilire un buon rapporto con essi può essere altamente benefico e produttivo ed aiuterà a dissipare le energie negative ad essi correlate.

1. Siedi sull'orlo di un sedia dura o un panchetto, con la mano destra nella sinistra appoggiate nel grembo. Occhi chiusi, lingua contro il palato.

2. Inizia la meditazione immaginando una fonte di energia benefica e radiante proprio davanti al tuo volto. Questa fonte può essere il tuo stesso volto sorridente, o quello di qualcuno che tu ami e rispetti. Potrebbe anche essere l'immagine di un momento in cui ti sentisti profondamente in pace, forse un'alba radiosa, un caldo tramonto o la quiete di una foresta.

3. Diventa consapevole del centro tra le sopracciglia, rilassa la fronte ed attira l'energia immaginando che essa entri avvolgendosi a spirale; una spirale che tu vedi entrare nel senso contrario a quello delle lancette dell'orologio.

4. Manda un sorriso alla ghiandola timo ed al cuore. Senti come il cuore si apre con amore, gioia, e felicità. Resta a sorridere al tuo cuore tutto il tempo necessario per sentirlo rilassato ed espanso con amorevole energia.

5. Manda un sorriso a: polmoni, fegato, pancreas, milza, reni ed organi genitali. Ringraziali per il lavoro che fanno per te.

6. Ritorna la tua attenzione agli occhi. Crea un grande sorriso ed attira altra energia nel punto tra le sopracciglia.

7. Manda un sorriso verso il tratto intestinale: l'esofago, lo stomaco, l'intestino tenue, l'intestino crasso, la vescica e l'uretra.

8. Ritorna la tua attenzione agli occhi. Crea un grande sorriso ed attira altra energia nel punto tra le sopracciglia.

9. Manda un sorriso al cervello, alla pituitaria, al talamo ed alla ghiandola pineale. Sorridi anche verso il basso, alla colonna spinale.

10. Ritorna la tua attenzione agli occhi. Crea un grande sorriso ed attira altra energia nel punto tra le sopracciglia.

11. Manda un grande sorriso al corpo intero.

12. Raccogli l'energia nel centro dell'ombelico (un punto situato qualche centimetro sotto l'ombelico).

Per gli uomini: copri l'ombelico con entrambe le mani, la sinistra sopra la destra. Espandi l'energia a spirale con 36 rotazioni delle mani nel senso delle lancette dell'orologio. Quindi attira l'energia con 24 rotazioni nel senso contrario a quello delle lancette dell'orologio.

Per le donne: copri l'ombelico con entrambe le mani, la destra sopra la sinistra. Espandi l'energia a spirale con 36 rotazioni delle mani nel senso contrario a quello lancette dell'orologio. Quindi attira l'energia con 24 rotazioni nel senso uguale a quello delle lancette dell'orologio.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1) Mantak - Maneewan Chia, Awaken Healing Light of the Tao,

Healing Tao Books - Huntington, New York, U.S.A.

.


Con un sorriso.
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11 settembre 2011

Il pensiero di Maharishi


Vi propongo questa tecnica che se praticata con costanza e perseveranza può anch'essa portare benessere alla nostra salute fisica e psichica.


Vivere in armonia con la Legge Naturale

Nonostante il progresso e i vantaggi offerti dallo sviluppo tecnologico, gli esseri umani non sono ancora pienamente felici. Malattie, povertà, problemi, instabilità politica e sociale esistono ovunque, nelle nazioni più ricche come in quelle in via di sviluppo. Occorre un nuovo tipo di conoscenza che permetta agli individui di diventare più realizzati e felici, vitali e creativi. Ogni cosa nell'universo, dagli esseri più minuti alle immense galassie, cresce e progredisce spontaneamente in modo ordinato, secondo leggi ben precise. Ciò è possibile perché esiste un livello di intelligenza cosmica, la legge naturale, la cui infinita capacità organizzativa sostiene il progresso di ogni cosa, quindi anche della nostra stessa esistenza, e fa sì che ogni aspetto dell'esistenza progredisca in armonia con la totalità. La violazione della legge naturale è la causa di qualsiasi problema individuale e sociale. Quando, infatti, le nostre azioni interferiscono con la tendenza evolutiva della legge naturale, il progresso viene ostacolato e nascono problemi, malattie e sofferenze. Come afferma Maharishi, la soluzione a questa situazione consiste nel riportare la vita dell'individuo in sintonia con la legge naturale. In tal modo i suoi pensieri, le scelte e le azioni saranno spontaneamente giusti e potranno soddisfare le necessità e le aspirazioni individuali, sostenendo allo stesso tempo il progresso della società. Il messaggio di Maharishi è antico quanto il genere umano. "La natura della vita è beatitudine e lo scopo della vita è l'espansione della felicità". Ognuno, indipendentemente dall'età, dal tipo di cultura e di fede, può sperimentare questa beatitudine senza alcuno sforzo. Occorre solo imparare un procedimento semplice che non richiede alcuno sforzo. Non è necessario sforzarsi, soffrire o rinunciare al mondo per realizzare la crescita spirituale. L'esperienza della beatitudine è spontanea e arricchisce la vita di molti benefici pratici. A questo scopo, quaranta anni fa Maharishi ha introdotto nel mondo occidentale la Meditazione Trascendentale, una tecnica semplice e naturale che permette ad ogni individuo di contattare direttamente la totalità dell'intelligenza della natura, la Legge Naturale, che risiede in quel livello della nostra mente più quieto e più ricco di beatitudine, alla sorgente dei nostri pensieri: la coscienza trascendentale. L'esperienza di oltre cinque milioni di persone, confermata da centinaia di ricerche scientifiche, mostra che l'esperienza della coscienza trascendentale durante la MT è fondamentale per sviluppare in modo completo le nostre potenzialità, migliorare la salute fisica e mentale ed il comportamento. La pratica regolare della MT rimuove lo stress e la fatica e normalizza il funzionamento del sistema nervoso, che comincia così ad esprimere in modo sempre più completo la stessa infinita creatività e capacità organizzativa dell'intelligenza della natura. In questo modo la nostra vita può diventare sempre più felice, sana e realizzante.


Con affetto.

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23 agosto 2011

Le tue convinzioni...

Oggi vi invito riflettere su queste considerazioni del Mahatma Gandhi.

Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri. I tuoi pensieri diventano le tue parole. Le tue parole diventano le tue azioni. Le tue azioni diventano le tue abitudini. Le tue abitudini diventano i tuoi valori. I tuoi valori diventano il tuo destino.


Che questo scritto possa essere utile a molti.

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18 agosto 2011

BenedizioneCeltica

In questo periodo di grandi eventi poco positivi, mi piace offrirvi questa Benedizione.

Benedizione Celtica>

> "Possa la strada venirti incontro,
>> possa il vento sospingerti dolcemente.

> Possa il mare lambire la tua terra
> E il cielo coprirti di benedizioni.
>> Possa il sole illuminare il tuo volto
E la pioggia scendere lieve sul tuo campo.
>> Possa Iddio tenerti sul palmo della sua mano
>> Fino al nostro prossimo incontro."


Che questo scritto possa essere utile a molti.

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20 luglio 2011

metil sulfonil metano

Oggi vi propongo la lettura della descrizione di questo composto che mi sembra essere utile per diversi problemi di salute.
Io lo sto sperimentando solo da qualche giorno e per il momento non posso esprimere alcun parere in merito alla sua efficacia.

M.S.M.
È universalmente riconosciuto che per godere di buona salute è necessario riuscire ad ottenere un sufficiente equilibrio e nutrimento del sistema endocrino, cioé tutto il complesso di ghiandole o di cellule implicate nei processi di secrezione interna (ad esempio le ghiandole surrenali, la tiroide, l'ipofisi,ecc).Se questo sistema funziona correttamente, producendo una sufficiente quantità e qualità di ormoni, allora anche tutto il resto dell'organismo ne trae enorme beneficio.
Per funzionare correttamente, le ghiandole endocrine hanno bisogno di sostanze nutrienti di alta qualità quali minerali , proteine, grassi e carboidrati. Se un organismo riceve un'adeguata quantità, la salute e la vitalità dell'individuo potranno aumentare in maniera considerevole. Uno di questi nutrienti essenziali, spesso sottovalutato è lo zolfo, un minerale che dovrebbe essere sempre presente nell'organismo in adeguate quantità.

COS'È IL METIL SULFONIL METANO.
Il metilsulfonilmetano (sigla: MSM) non è un medicinale, è la forma naturale di zolfo organico che si trova anche nel latte e latticini, nella frutta e nei vegetali, nella carne e nel pesce. Si sostiene che il MSM e i composti collegati, DMSO (dimetilsulfossido) e DMS (dimetilsolfuro), forniscano l'85% dello zolfo che si trova in tutti gli organismi viventi. Il ciclo biologico di questi composti naturali comincia negli oceani dove piante ed animali microscopici (plancton) rilasciano dei sali composti di zolfo. Nell'acqua degli oceani questi sali sono trasformati in composti gassosi molto volatili (DMS) che per questa loro natura vengono rilasciati fino a raggiungere gli strati alti dell'atmosfera. Qui, in presenza di ozono e della luce ultravioletta sono convertiti in DMSO e MSM. Diversamente dal DMS, sia il DMSO che il MSM sono molto solubili in acqua, così ritornano sulla terra con la pioggia. Le radici delle piante assorbono velocemente i due composti che così diventano parte integrante della struttura delle piante. Non confondere il MSM con solfiti e solfati, utilizzati come conservanti alimentari che sono estremamente tossici. Il MSM deriva del DMSO (a cui è stato aggiunto un atomo di ossigeno, MSM= DMSO2), un agente terapeutico unico, usato in tutto il mondo per il trattamento di molti disturbi derivati da infiammazioni e dolori. Il MSM possiede tutte le proprietà del DMSO, ma senza il suo odore sgradevole e alcuni effetti secondari. Si presenta sotto forma di polvere bianca inodore e insapore. Si trova in notevoli quantità anche nelle crocifere: broccoli, cavolo cappuccio e cavolfiore. Purtroppo durante la preparazione dei cibi si perdono notevoli quantità, essendo il MSM un minerale idrosolubile viene drasticamente eliminato sia tramite il lavaggio che durante la cottura. L'alternativa sarebbe quella di mangiare cibi crudi e senza lavarli; per ovvi motivi, oggi questa opportunità non è da prendersi nemmeno in considerazione.
Lo zolfo è il quarto minerale come quantità presente nel nostro corpo. È quindi di fondamentale importanza per tutte le funzioni delle nostre cellule. Se siamo carenti di zolfo organico, il nostro organismo non riesce a produrlo da solo per ricostruire delle cellule sane e flessibili. Uno dei suoi compiti è quello di fare in modo che le cellule siano più "permeabili". Questo significa che le cellule possono eliminare più facilmente "i rifiuti" che si formano al loro interno e altrettanto facilmente assorbire le sostanze nutrienti. Questa caratteristica di aumentare la permeabilità delle cellule può spiegare le capacità dell' MSM di lenire il dolore che spesso è causato da un accumulo di sostanze tossiche nelle articolazioni, nei muscoli e nei liquidi.

IL M.S.M. È TOSSICO?
In biologia il MSM è classificato come una delle sostanze meno tossiche, ha un grado di tossicità simile a quello dell'acqua. Il comune sale da tavola è molto più tossico. La dose letale per topi di laboratorio è stata di 20 grammi per chilogrammo di peso. Quando è stato somministrato a dei volontari, non si sono verificati episodi di tossicità con 1g per chilo per 30 giorni di somministrazione. Iniezioni endovenose giornaliere di 0,5 g/Kg per 5 giorni a settimana non hanno prodotto risultati di tossicità misurabile su esseri umani. Il MSM è stato ampiamente testato come ingrediente alimentare senza ottenere alcuna reazione allergica. All'università Oregon Health Sciences University di Portland (USA) è stato eseguito uno studio sulla tossicità del MSM: più di 12.000 pazienti sono stati trattati con dosi di 2 grammi di MSM al giorno per più di sei mesi e non si sono riscontrati seri casi di tossicità.
COSA DICONO I MEDICI.
Il dott. Stanley W. Jacob, per almeno 20 anni ha studiato e raccomandato il MSM ai suoi pazienti ottenendo risultati ragguardevoli. Molti di questi risultati sono stati la riduzione del dolore e dell'infiammazione come pure l'aiuto a problemi relativi ad allergie. Il suo libro: " The Miracle of MSM - The Natural Solution for Pain" (Il miracolo del MSM - La soluzione naturale per il dolore) parla del MSM e comincia così: " .....un'efficace soluzione per .....artrite degenerativa, mal di schiena cronico, dolori muscolari, fibromialgia, tendiniti e borsiti, sindrome del tunnel carpale, dolore post-trauma, infiammazioni e allergie."
COSA DICONO I MEDIA.
Ha suscitato molto interesse negli Stati Uniti la testimonianza del settantenne attore James Coburn, vincitore di un premio Oscar nel 1998, che ha raccontato come sia riuscito a guarire dall' artrite reumatoide che lo stava progressivamente invalidando. Dopo anni di inutili tentativi con ogni tipo di terapia farmacologica, grazie al MSM e ad altre terapie naturali ha potuto riprendere con successo la sua professione.
DOSAGGIO.
Una dose singola non è efficace per migliorare i sintomi. Perciò il MSM è somministrato periodicamente durante il giorno. Risultati apprezzabili di solito si ottengono entro tre settimane.
Il dosaggio effettivo dipende dalla natura, dalla gravità dei sintomi e dal livello di MSM già presente nel sangue. Le persone sane sembrano avere livelli di MSM di almeno 1 PPM (parti per milione), mentre pazienti con i sintomi sopradescritti spesso hanno valori molto più bassi. Comunque, non è necessario sottoporsi ad analisi del sangue per trovare il livello di MSM, una quantità in eccesso non è dannosa, vista l'assoluta non tossicità di questa sostanza.
Può essere somministrato sotto forma forma di polvere cristallina, in capsule o tavolette, oppure nella sua
soluzione acquosa, con Aloe Vera Gel.


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20 giugno 2011

All'ombra del tempio

Oggi vi propongo questo brano che mi sembra interessante.

(di Kahlil Gibran)
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All'ombra del tempio
Il mio amico ed io
Scorgemmo un cieco, seduto in disparte.
E il mio amico disse :
guarda, l'uomo più saggio della terra
Mi avvicinai al cieco
Lo salutai
E prendemmo a parlare.
Dopo poco dissi:
perdona la mia domanda: da quanto tempo sei cieco ?"
dalla nascita" rispose
Dissi io : e quale ramo di sapienza coltivi ?"
Disse : sono astronomo
E appoggiando la mano sul petto disse :
scruto questi soli,
e lune,
e stelle".

Non scambierei i dolori del mio cuore
Con le gioie della moltitudine.
E non vorrei
Che le lacrime suscitate dalla tristezza
In ogni parte di me
Si mutassero in riso
Voglio che la mia vita rimanga lacrima e sorriso.

Lacrima
Per lavarmi il cuore e illuminarmi
Sui segreti della vita e sulle cose nascoste.
Sorriso
per avvicinarmi ai figli dei miei simili;
sorriso come segno della gloria
che rendo agli dèi.
Lacrima
Per unirmi a chi ha il cuore spezzato;
sorriso, segno della mia gioia di esistere.

Quando viene la sera
Il fiore riavvolge i petali e dorme,
abbracciando il suo desiderio.
Avvicinandosi il mattino,
apre le labbra al sole.
La vita del fiore
È desiderio e appagamento;:
lacrima e sorriso.

Le acque del mare divengono vapore
E si sollevano e si condensano
In una nuvola.
E la nuvola trascorre su monti e valli
Finchè non incontra la brezza:
allora
cade in lacrime sui campi
e si congiunge a ruscelli e fiumi
per tornare al mare, sua dimora.
La vita della nuvola è
Separarsi e congiungersi:
lacrima e sorriso.

E così lo spirito
Si separa dal più grande spirito
Per passare al mondo della materia
E trascorrere come una nuvola
Sulla montagna del dolore
E sulle pianure della gioia
Per incontrare la brezza della morte e tornare al luogo da cui venne:
all'oceano di amore e bellezza: a Dio.

Mizar

Le persone come le onde del mare.
Mai nessuna uguale
Mai nessuna ritorna

Ognuna è l'onda
Per l'eternità di un istante.
Nessuna muore, solo ritorna Mare.
Come un bambino il Mare
Sulla riva gioca
Ad ogni flusso
a diventare onda

Così, a volte, qulcosa dentro di noi
Ha nostalgia di quell'immensità..
e si ricorda di essere Mare

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13 giugno 2011

parole

Sono sicuro che questo scritto vi risultare non nuovo, ma credo che ricordarlo di tanto in tanto sia cosa buona.

PAROLE

Ogni parola pesa. Ogni parola lascia un segno nell’anima di chi la riceve.

Ogni parola lascia impronta. Prestate attenzione alle parole lanciate in libertà. Non possono più essere ritirate. Anche se si può sempre riparare con parole più rette, il dolore arrecato, l’energia sottratta e l’intento non chiaro portano effetti.

Parole dette per dare sfogo a pressioni interiori non portano amore a chi le riceve. Domandatevi sempre se ciò che state dicendo può aumentare l’armonia e la pace tra voi o se può avere effetti di dolore e sconvolgimento.

Perciò prima di proferire parole, poiché in questi tempi l’effetto diventa sempre più potente, attivate il Cuore chiedetevi sempre se le parole che proferite portano giovamento e armonia, o se sono inutili, o se possono causare dolore. Negli ultimi due casi astenetevi e benedite il momento con un silenzio di responsabilità.

Siete responsabili per la disarmonia e il dolore.
Siete responsabili e benedetti per la Pace che potete seminare.
Siete responsabili anche e soprattutto nei confronti di voi stessi, per la forza che togliete o aggiungete con la Parola alla Forza dell’Anima.

Se non potete dire bene di qualcuno non parlatene.
Se non potete parlare in modo rispettoso, tacete.
Se rabbia, risentimento odio salgono alle vostre labbra, lasciate che queste forze di stemperino in un respiro profondo. Se dolore vi prende, lasciate che il Silenzio vi faccia trovare poche parole potenti a condividere e trasformare.

Badate che le vostre azioni siano in sintonia con le parole che dite. E che le parole che vi concedete di dire siano frutto di Pensieri di Pace.

In questo momento la Vita prende le parole e le usa. Prestate attenzione all’uso delle Parole. Date forza alla potente arma spirituale del Silenzio Consapevole.
Siate benedetti nella Luce, Siamo Uno.

Luigi

per info: luiscer@tiscali.it


03 giugno 2011

comunicazione importante

er info: luiscer@tiscali. Buona visione. Voglio informarvi con piacere che il nome del sito "www.migliorolamiavita.it è stato reindirizzato con questo nuovo nome: www.vitamigliore.org semplicemente per facilitare la visualizzazione e ricordare meglio il nome, ma il contenuto del sito è simile, anche se ho apportato alcune piccole modifiche.Per info: luiscer@tiscali.it Un caro saluto. Luigi

22 maggio 2011

un lago di pace

Un uomo di pace non è un pacifista.
Un uomo di pace è semplicemente un lago di silenzio.
Egli pulsa e irradia un nuovo tipo di energia nel mondo,
canta una canzone nuova.

Egli vive in un modo completamente nuovo.
Il suo stesso modo di vivere è quello della grazia,
quello della preghiera, quello della compassione.

In chiunque tocchi, egli crea più energia d’amore. L’uomo di pace è creativo.
Egli non è contro la guerra perché essere contro qualsiasi cosa è essere in guerra.

Egli non è contro la guerra: semplicemente comprende perché la guerra esiste,
ed è proprio sulla base di questa comprensione che diventa pieno di pace.

Solo quando ci saranno più persone che sono laghi di pace, silenzio,
comprensione, la guerra scomparirà.

OSHO

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24 aprile 2011

la Pasqua è un passaggio

Credo che questo scritto ci possa aiutare a comprendere qualcosa in
più.


LA PASQUA È UN PASSAGGIO
un messaggio pasquale dalle guide

"...La Pasqua è un passaggio. Un passaggio dell'Essere da uno stato a un altro. Non necessariamente la Pasqua va collegata alla morte fisica ma, piuttosto, a innumerevoli fenomeni ed eventi che potete vivere nella vita quotidiana.

Il passaggio del vostro essere da uno stato a un altro può avvenire in un’ infinità di circostanze: ad esempio quando passate dallo stato di bambini a quello di adulti; dallo stato di singoli a quello di coppia; dall'essere tristi a essere allegri, da essere soli a essere in compagnia, da sani ad ammalati, da poveri a ricchi, da addormentati a illuminati, da corpo a spirito. È un passaggio che può avvenire anche nel corso della stessa giornata, della stessa ora, di minuto in minuto.

L'insegnamento che vi viene dalla Pasqua è quello di saper modulare il vostro stato dell'essere e accogliere i continui cambiamenti che la vita, e la vita oltre la vita, comportano.

Pasqua è dunque un passaggio. Uno, magnifico, è quello che vede la piena manifestazione di ciò che siete e di tutti i vostri talenti, l’armoniosa e dinamica connessione tra corpo, mente e spirito, la completa realizzazione del Divino-Umano in voi.

Amici cari, il Cristo è venuto sulla Terra a modificare la cultura religiosa in vigore all’epoca e a insegnarvi come essere connessi con lo Spirito del Padre, a vivere momento per momento, a concentrarvi sulla benedizione e sull’abbondanza, a essere felici e pieni di risorse per voi e per la collettività, a saper usare la mente e la non mente, ad avere dimestichezza con gli strumenti con i quali create la vostra vita.

Questo è un insegnamento che vi è sfuggito. La vostra paura e il vostro senso di colpa vi annebbiano la vista e non sapete riconoscere la pienezza del messaggio che vi è stato portato dal Cristo e da migliaia di messaggeri prima e dopo di Lui.

La vita è dura, non rendetela più dura di quello che è. Aprite il vostro cuore alla grazia dell’Amore e vedrete che la Resurrezione avviene ogni giorno nel vostro corpo e nel vostro spirito.

Non si tratta di attendere un Dio che verrà in un momento imprecisato a giudicare i vivi e i morti. Non c’è giudizio per nessuno, né punizione eterna, né inferno infinito o beatitudine senza fine.

La vita è un ciclo ininterrotto, senza tempo e senza luogo, eppure con infiniti tempi e infiniti luoghi. Non verrà nessuno, né lì sulla Terra né in un Paradiso ipotetico, a valutare la vostra vita. Tuttalpiù ci sarà, ad ogni passaggio da una vita all’altra, un momento di comprensione, di riassestamento della vostra esperienza e della vostra identità, affinché possiate proseguire con maggiore efficacia il vostro cammino di evoluzione.

Miei cari amici, non c’è nessun Dio da pregare e da supplicare perché allontani il vostro calice. Il calice l’avete creato voi per una serie di circostanze, nella vostra vita, prima di nascere o nelle vite precedenti.

Al massimo potreste chieder l’aiuto di chi vi sta a fianco, incarnati o disincarnati, per vivere bene l’esperienza dell’assaggiare il contenuto di quel calice, per gustarlo fino in fondo ed imparare profondamente l’insegnamento che in esso è contenuto, di evoluzione e di sviluppo dei vostri talenti.

E’ normale e umano chiedere che il calice sia allontanato. E’ profondamente umano, non giudicatevi se lo chiedete. Talvolta potrebbe anche essere un bene per voi che il calice sia allontanato, perché potreste non essere pronti. Ma se si ripresenta, accoglietelo e beneditelo. Vedrete che non è così amaro come temete, ma è plasmato sulla vostra essenza.

Miei cari amici, il Cristo è venuto a insegnare e a mostrarvi la via.

Cristo è venuto a insegnarvi a guardare dentro di voi, chi siete veramente, la vostra essenza, i talenti che avete e le enormi potenzialità che avete.

Cristo è venuto a insegnarvi ad amarvi l’un l’altro e principalmente voi stessi, profondamente, cellula per cellula, pensiero per pensiero, azione per azione. Ad amare voi stessi in pensieri, parole ed opere.

Se tu ami te stesso allora puoi amare gli altri. Sei in grado di amare veramente gli altri solo se ami te stesso. Se la misura del tuo amore per te è piccola allora quella per gli altri è piccola. Se c’è amore profondo per te stesso allora c’è amore profondo per ciò che è fuori di te. È un principio di fisica quantistica, di come funziona l’universo.

Riempite, quindi, la vostra vita di amore profondo e fecondo per voi stessi, permettete che trabocchi e che dall’abbondanza del vostro amore sgorghi l’abbondanza per gli altri, persone, cose o animali.

Le vostre religioni tendono ad annullare la personalità individuale e a mettere in risalto la collettività e l’obbedienza a norme che, vi viene detto, sarebbero state sancite indelebilmente da Dio e che solo alcuni possono interpretare. E’ una grande bugia che vi tarpa le ali e vi impedisce di volare alto.

Le religioni possono aiutarvi molto di più se sono uno strumento di crescita individuale. E’ pur vero che collettivamente, sostenendosi l’un l’altro, il cammino è più facile. Ma a volte avviene il contrario.

Quando eravate ragazzi vi è spesso capitato la domenica di dover decidere, con i vostri amici, cosa fare. Alcuni volevano andare al mare, altri in montagna. Alla fine non andavate da nessuna parte perché le dinamiche collettive impedivano l’un l’altro di assecondare i desideri. Finivate così per impantanarvi. Preferivate accontentavi di un misero pomeriggio tutti assieme piuttosto che osare di fare ciò che sentivate.

Così avviene nella ricerca spirituale. Il gruppo può bloccare l’evoluzione del singolo.

Miei cari, modificate le religioni o inventatene di nuove, se serve, in modo che vi aiutino a essere Dio profondamente realizzato nell’ambito umano.

Aiutatevi a essere Vero Dio e Vero Uomo.

Sostenetevi, spingetevi, esortatevi nell’amorevole ricerca della vostra massima espressività, sia nel campo fisico che spirituale. Siate maestri l’un l’altro, datevi l’esempio, spronatevi, gioite e godete dei successi di ciascuno, inventate inni per cantare assieme e lodare il Dio di ognuno e in ognuno e le grandi o piccole conquiste che ciascuno fa.

Miei cari, la Deità, l’essere dei, è la vostra prerogativa, vostra e di tutti gli esseri dell’universo.

Tutti formano il Tutto. Ognuno è parte di un raggio di luce, anche se vibra a una frequenza diversa e assume una tinta individuale. Ma in effetti i colori, tutti assieme, formano la magnifica luce di Dio.

Dio è Tutto e tutti concorrono a formare il Tutto.

Dio è. E tutti, essendo, sono Dio."

estratto da:

Siamo Qui Con Voi
L'Amore e la Saggezza delle Guide
per Manifestare la Nostra Essenza
Bruno Scattolin
[Edizioni Stazione Celeste]

Disponibile da Dicembre 2011
in libreria o per abbonamento
____________________________________
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16 aprile 2011

comunicazione importante

In questo periodo di grandi cambiamenti ho ritenuto utile modificare il nome del sito www.migliorarelapropriavita.it in www.vitamigliore.org Un cordiale saluto. Mentre l'indirizzo della posta rimane: luiscer@tiscali.it.

07 aprile 2011

Sii paziente

Sono poche righe, ma mi sembrano molto significative e possono oggetto di meditazione.

Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che non possono esserti date
poiché non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.

Rilke
Che questo scritto possa essere utile a molti.
Luigi

29 marzo 2011

La respirazione che guarisce...

Oggi vi propongo queste considerazioni sulla respirazione che mi sembrano interessanti, anche se forse sono informazioni conosciute da molti di voi.

La respirazione che guarisce...

dy Edoardo Capuano - Posted on 23 gennaio 2010

Polmoni
L’Insegnamento di Peter Deunov tocca anche il tema della salute, più propriamente è una “Medicina dello spirito” nella tradizione occulta; in tale “medicina”,
l’igiene (interiore ed esteriore) la luce solare, l’aria, l’acqua e il cibo sono essenziali.

Cominciamo qui a parlare di respirazione. Per gli interessati all’approfondimento segnalo la possibilità di ottenere
con donation, la dispensa più esaustiva
, che ho tradotto su questo tema dalla raccolta redatta dal Dr Vassil Velev (da Health & Sickness, Bialo Bratsvo publ.) che fu uno dei suoi più cari discepolo
e che ci ricorda che sin dai tempi antichi nelle scuole occulte (come la "Scuola di Vita" di Peter Deunov) si è trattato di medicina. ”Sino ai nostri giorni
si sono preservati metodi e sistemi originali di guarigione. Quando il Maestro li citava, diceva: “Questi metodi sono buoni per la discesa dell’umanità
secondo la legge della involuzione, ma poiché l’umanità sta già cominciando ad evolversi secondo la legge della evoluzione, questi sistemi dovrebbero essere
modificati”.

Come insegnava il Maestro Deunov, durante il processo di involuzione la coscienza umana penetra sempre più profondamente nel mondo materiale fino a che
raggiunge una completa autocoscienza. Dopo di ciò inizia il processo inverso, la via della evoluzione in cui la vita individuale dell’io inizia consapevolmente
a muoversi nella direzione della mente cosmica collettiva, ovvero della vita in nome del “tutto”.

I metodi e i sistemi trasmessi dal Maestro Peter Deunov sono collegati principalmente a questa nuova era dello sviluppo evolutivo della coscienza umana.
Egli applicò principi, leggi e metodi della “natura vivente” ed in campo salutistico diceva che “aderire alle leggi naturali, è la soluzione di tutti i
problemi di salute”

Ciò di cui dobbiamo liberarci, è la comprensione meccanica dell’organismo umano e della natura nel suo complesso. Non siamo solo un corpo fisico: abbiamo
anche un corpo astrale (sensibile), uno mentale (pensiero) ed uno causale. Ognuno di questi corpi adempie ad una funzione speciale ed ha sue energie specifiche.

Questi 4 corpi si interpenetrano e si influenzano l’un l’altro e questo scambio, la sua qualità, è un fatto determinante per la nostra salute.

“Il vero essere umano sano è tale in relazione al piano fisico, emotivo, mentale, ovvero la vera salute è quella in cui mente, emozioni e volontà sono in
piena armonia”,

Ecco qualche anticipazione della
dispensa
a cui accennavo sopra:

“L’aria è il maggior luogo in cui la vita immagazzina le sue energie divine. Dico: l’aria porta i pensieri divini che passano prima attraverso il sistema
respiratorio dove vengono processati e trasformati. Da qui passano nel cervello attraverso il sangue. L’aria è il maggiore conduttore di pensieri. Le attuali
condizioni di vita sono tali che se gli venisse tolta l’aria, l’essere umano non potrebbe percepire pensieri.

In tal senso la respirazione è un atto sacro. Per questa ragione l’essere umano deve respirare in modo appropriato per poter ricevere pensieri divini dall’aria
e quindi passarli poi al cervello.

Tutta l’energia divina che giunge dall’alto, deve prima passare attraverso il sistema respiratorio e da lì salire verso la mente e quindi andare al cuore.
La respirazione è diversa in ogni essere umano. Viene definita dal suo livello di sviluppo. La persona malata di solito respira velocemente; la persona
sana lentamente ed in modo rilassato a seconda del suo livello di sviluppo. Qualsiasi sia la malattia che vi affligge, cercate aiuto nella respirazione
profonda.

Lo scopo finale della respirazione come processo fisiologico è la purificazione del pensiero.

I polmoni rappresentano un complicato laboratorio in cui si incrociano molte energie. Il prana dall’aria penetra nei polmoni ed assiste nell’ozonizzazione
del sangue anche dove l’aria può penetrare a fatica.

Nell’aria cosi purificata vengono impiantati gli elementi della vita.

Un corretto modo di respirare dipende dalla quantità di aria che si riceve e dalla lunghezza del tempo che viene trattenuto. Tanto più la persona trattiene
aria nei polmoni, tanto più diventa forte. Il successo dei suoi sforzi dipende da questo. Alcuni adepti hanno imparato a trattenere l’aria nei loro polmoni
per mezz’ora o addirittura per un’ora.

Le persone che hanno perso equilibrio nella loro vita respirano velocemente.

Quando il respiro è veloce, è tale anche l’ossidazione del sangue e come risultato una parte di esso non può essere purificato. Questa la ragione per cui
molte persone hanno più sangue venoso, impuro.

Se l’ossidazione del sangue è veloce, il metabolismo dell’organismo non è a posto e come risultato una parte del materiale che deve essere bruciato, non
può farlo e quindi si accumula nella forma di sedimento nelle arterie e nelle vene. Abbiamo 7 milioni di pori attraverso i quali contattiamo l’aria a parte
i polmoni dove c’è un contatto diretto con essa. Se non si respira correttamente la pelle del volto e delle mani raggrinzisce prematuramente.

Le rughe dipendono da un crollo del fegato e da una respirazione non corretta

Nelle Scritture si dice: “Dio inalò nelle sue narici il soffio della vita e l’uomo divenne un’anima vivente”.

Significa che attraverso il naso Egli inalò l’aria e l’uomo ricevette la vita Divina. Per questa ragione quando vi trovate in difficoltà dovete respirare.
L’aria è un conduttore di elettricità e di magnetismo. Questa energia passa attraverso il naso e rinnova il sistema nervoso umano. Attraverso l’aria potete
far pensare correttamente al cervello e lo stomaco lavora normalmente.

Una respirazione veloce e superficiale è pericolosa perchè porta a vari disturbi.

Autrice: Cristina Bassi / Fonte:
thelivingspirits.net

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Con affetto LUIGIelenco di 2 elementi


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24 marzo 2011

la ricerca spirituale

Oggi vi propongo questo brano che ho trovato sul sito di “Stazione Celeste che mi sembra interessante.
“La ricerca spirituale è un’attraversata tutta particolare, a volte lunga e faticosa, a volte veloce e tranquilla, che va di porto in porto, apparentemente senza fine. Ma ogni volta c’è una crescita e un apprendimento. Crescita e apprendimento che sembrano non aver senso se guardati nell’ottica del breve termine della vita terrena ma che acquistano tutt’altro significato in una prospettiva più ampia.

Miei cari amici, non temete. Se ora state imparando a danzare, concentratevi sull’essere il migliore ballerino possibile e non preoccupatevi se altri vostri amici si stanno allenando a cantare o a suonare. Non temete se voi, ballando, non riuscite a suonare o a cantare. Non pensate di essere peggiori o migliori di altri, né che vi sia una punizione se non lo sapete fare. Tutto ha un senso ed uno scopo. Tutto ha un senso e scoprirete che, prima o poi, formerete tutti assieme una magnifica compagnia teatrale in cui gli apprendimenti e l’unicità di ciascuno saranno ricchezza per tutti.

Il nostro consiglio è quello di centrarvi sul vostro cuore e sull’amore.

Se state ballando, ballate con passione, con amore per voi stessi, per i gesti che fate, per chi vi sta insegnando o per chi vi sta guardando. Con Amore, in modo pacato ed equilibrato potete dar forma alla vostra danza, unica e irripetibile, fantastica, soave e leggiadra oppure vigorosa e piena di energia. Sia il vostro ballo la danza della vita. E non rammaricatevi se altri stanno gorgheggiando in altre stanze del palazzo.

Non c’è una via migliore, ogni via è una via maestra e potete percorrerla in molti modi: a seconda di come scegliete di percorrerla dà dei frutti diversi e ogni frutto è benedetto da Dio, qualunque esso sia. Perché Dio è la pianta che dà magnifici frutti, uno diverso dall’altro.
Dio è tutto.

Dio è l’essenza.

E’ la pianta e i frutti.

Dio è la danza e il canto e la musica.

Dio è il suonatore e il cantante e il danzatore.

Dio è l’alfa e l’omega, il qui e il lì e l’in mezzo.

Dio E’, e voi Dio siete.”


Estratto da:

SIAMO QUI CON VOI
L’Amore e la Saggezza delle Guide
per Manifestare la Nostra Essenza

di Bruno Scattolin

[Edizioni Stazione Celeste]

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13 marzo 2011

Compassione

E’ con piacere che oggi pubblico questo interessante scritto inviatomi da una cara amica: Francesca.

Compassione
UMANA COSA E' AVERE COMPASSIONE DEGLI AFFLITTI…
Così scriveva tempo fa il Boccaccio.
La compassione è grande, bella la compassione, indescrivibile la sua dolcezza, più del miele.
Più preziosa dell'oro fino, più splendente del sole, più resistente del diamante.
Inattaccabile è la compassione, non c'è forza oscura, paura o tenebra che possa ostacolarla, essa vive in eterno, seppur nascosta è onnipresente, e come l'acqua tutto permea, come acqua nel deserto è ristoro per il viandante.
Come il tiepido sole del mattino, delicata è la compassione, non s'impone la compassione, ma a tutti si sottomette, non sulle vette essa dimora ma negli angoli più nascosti, non si accompagna con i potenti né con gli arroganti, fugge gli irosi, ma si compiace dei semplici e dei puri di cuore, i sinceri sono i suoi amici.
E' nel cuore d'ogni bimbo, nel sorriso delle mamme, nell'amore del padre, nell'abbraccio del fratello, nella certezza dell'amico, ma soprattutto è nel nostro cuore che freme e vive i ogni respiro.
La compassione allarga il cuore, tonifica le arterie, è la migliore medicina per il cuore, allunga la vita. La compassione dal cuore discende nella milza, rossa e calda come il Sole d'estate, dove diventa bontà, poi sale, tiepida come l'estate di San Martino, gialla come l'oro nei polmoni, per diventare coraggio e dignità, dai polmoni discende, fresca come l'autunno e bianca come il metallo, ai reni, dove simile al velluto fuori e all'acciaio dentro, dona energia e vigore, ed infine, la compassione, sale fredda come l'inverno, blu come l'acqua profonda, al fegato per diventare gentilezza e poi di nuovo sale, verde come un albero in primavera, al cuore, in un eterno circolo…uno dei tanti dispensatori di vita.
Ma la cattiveria del cuore, l'ignavia della milza, la tristezza dei polmoni, la paura dei reni ed infine la rabbia ceca del fegato, esauriscono la compassione, allontanando da noi salute e felicità.

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06 marzo 2011

Dichiara PACE

In questo momento che sembra particolarmente caotico, colmo di incertezze, con tanta sofferenza causata da battaglie vicine e non troppo lontane, vi propongo questo scritto che mi sembra dibuon auspicio:

Dichiara pace (Mary Oliver)

Dichiara pace al tuo respiro.
Inspira uomini d'arme e attrito, espira edifici interi e stormi di merli dalle
ali rosse.
Inspira terroristi ed espira bambini che dormono e campi appena falciati.
Inspira confusione ed espira alberi di acero.
Inspira quanto è caduto ed espira amicizie di tutta una vita ancora intatte.
Dichiara pace con il tuo ascolto: quando senti sirene, prega ad alta voce.
Ricorda quali sono i tuoi strumenti: semi di fiori, spilli da vestiti, fiumi
puliti.
Prepara una minestra.
Fai musica, impara come si dice grazie in tre lingue diverse.
Impara a fare la maglia, e fai un cappello.
Pensa al caos come mirtilli che danzano, immagina il dolore come l'espirazione
della bellezza o il gesto del pesce.
Nuota per andare dall'altra parte.
Dichiara pace.
Il mondo non è mai apparso così nuovo e prezioso.
Bevi una tazza di tè e rallegrati.
Agisci come se l'armistizio fosse già arrivato.
Non aspettare un altro minuto.

Con l'augurio che questo scritto possa essere utile a tutti coloro che lo leggono.

Luigi

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05 febbraio 2011

Biscotti di meditazione

Oggi voglio condividere con voi questo brano che mi sembra utile per aiutarci a riflettere.

“Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d’attesa di un grande aeroporto.
Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il
tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti.
Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c’era la sedia con i biscotti e dall’altro lato un signore che stava leggendo il giornale.
Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l’uomo ne prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro.
Tra sé pensò: “ma tu guarda, se solo avessi un po’ più di coraggio gli avrei già dato un pugno...”
Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l’uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui.
Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò: “ah, adesso voglio proprio vedere
cosa mi dice quando saranno finiti tutti!!”
L’uomo prese l’ultimo biscotto e lo divise a metà! “Ah!, questo è troppo” pensò e cominciò a sbuffare indignata, si prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incamminò verso l’uscita della sala d’attesa.
Quando si sentì un po’ meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l’attenzione ed evitare altri dispiaceri.
Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando nell’aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno.
Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quel uomo seduto
accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al
contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell’orgoglio.”

LA MORALE :
Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti di un altro senza saperlo?
Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensare male delle persone, GUARDA attentamente le cose, molto spesso non sono come sembrano!!!!

Esistono 5 cose nella vita che non si RECUPERANO:
Una pietra dopo averla lanciata. Una parola dopo averla detta. Un’opportunità dopo averla persa.
Il tempo dopo esser passato. L’amore per chi non lotta.
Qualcuno una volta ha detto:
Lavora come se non avessi bisogno dei soldi.
Ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire.
Balla come se nessuno ti stesse guardando.
Canta come se nessuno ti stesse sentendo.
Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra.
Grazie per aver diviso i tuoi biscotti con me...............

Che questo scritto possa essere utile a molti.

Luigi

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25 gennaio 2011

Ho sceso dandoti il braccio

Oggi voglio condividere con voi questo brano di Montale, che ci invita a riflettere sul cammino della nostra vita.


Ho sceso dandoti il braccio

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

[da Satura]

Commento:
La metafora del viaggio
Il poeta traccia con tenerezza la figura della moglie in una dimensione di quotidianità, ricordandone l'accentuata miopia, il buon senso e la saggezza. Montale offriva alla moglie il braccio per scendere le scale, metaforicamente condivideva con lei le difficoltà quotidiane nel viaggio della vita e ora, rimasto solo, ne sente la mancanza.
Previdente ed accorta, era Mosca (il soprannome datole affettuosamente dal marito) a fargli da guida e le sue pupille offuscate erano le uniche a vedere: era lei, cioè, a cogliere con gli occhi dell'anima il senso profondo del reale. La miopia della moglie assume un significato particolare nel momento in cui il poeta sottolinea la propria stanchezza esistenziale: vivendo con lei, egli ha conquistato la capacità di vedere, non teme più gli inganni e gli insuccessi, e ora le preoccupazioni della vita gli, appaiono trappole prive di significato. Attraverso la metafora del viaggio, Montale ribadisce la propria concezione dell'esistenza: la realtà non è quella che si vede con gli occhi e si percepisce con i sensi, fatta di impegni e casualità (coincidenze e prenotazioni), insidie e delusioni (trappole e scorni), ma è qualcosa che va al di là delle apparenze e resta misterioso per l'uomo.


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Luigi
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vita.

15 gennaio 2011

Ci sono due modi di vivere

Questo brano di Osho è un po' lungo, ma credo che ne valga la pena di leggerlo fino in fondo

Ci sono due modi di vivere. Uno: dominati dalla paura; l’altro: orientati verso l’amore

Vivere dominato dalla paura non ti condurrà mai a un rapporto profondo. Resti impaurito e non tolleri l’altro, non permetti all’altro di arrivare fino al tuo centro. Gli dai il permesso fino a un certo punto - poi c’è un muro e tutto si ferma.
La persona orientata verso l’amore è la persona religiosa. Una persona orientata verso l’amore è una persona che non ha paura del futuro, che non ha paura dei risultati e delle conseguenze, che vive qui e ora.
Se sai vivere in questo momento, nel momento presente, in questa pienezza, solo allora sai amare. L’amore è un fiore raro. Fiorisce solo ogni tanto. Milioni e milioni di persone vivono nella falsa convinzione di essere innamorate. Credono di amare, ma è soltanto una loro idea.
L’amore è un fiore raro perché fiorisce soltanto quando non c’è paura, mai prima. Questo vuol dire che l’amore può accadere solo a una persona profondamente spirituale, religiosa.
Il sesso è per tutti, la conoscenza superficiale è per tutti. L’amore no.
Solo quando non ti senti impaurito, allora non c’è nulla da nascondere, allora puoi aprirti, allora puoi eliminare tutti i confini. E allora puoi invitare l’altro a penetrare fino al tuo centro. E ricorda: se permetti a qualcuno di penetrarti profondamente, anche l’altro ti permetterà di farlo, perché quando lasci che qualcuno ti penetri, crei fiducia. Quando non hai paura, l’altro diventa intrepido.

Nell’amore che vediamo oggi intorno a noi, la paura è troppo spesso presente. Il marito ha paura della moglie, la moglie ha paura del marito. Gl’innamorati hanno sempre paura. Non si aprono, non eliminano i confini. Ma questo non è amore. È soltanto un contratto fra due persone impaurite, che dipendono l’una dall’altra, che si combattono, si sfruttano, si controllano, si dominano e si posseggono - ma non è amore.

Se puoi lasciare accadere l’amore, non c’è bisogno di preghiere, non c’è bisogno di meditazione, non c’è bisogno di nessuna chiesa, nessun tempio. Attraverso l’amore ti sarà successo tutto: meditazione, preghiera, dio. Ti sarà successo tutto. Questo è ciò che intende Gesú quando dice: L’Amore è dio. Ma l’amore è difficile. Bisogna abbandonare la paura. E questa è la stranezza: hai tanta paura ma non hai niente da perdere.

Cos’hai da perdere? Niente. Questo corpo sarà preso dalla morte. Prima che sia preso dalla morte, fanne dono all’amore. Tutto ciò che hai ti verrà tolto. Prima che ti sia tolto, perché non condividerlo? Questo è l’unico modo di possederlo davvero. Se sei capace di donare e condividere, sei il maestro. Ti verrà tolto. Non c’è niente che puoi tenere in eterno. La morte distruggerà tutto.

Così, se hai capito ciò che ho detto, la lotta è tra l’amore e la morte. Se sai donare, non ci sarà la morte. Prima che qualcosa ti sia tolta, l’avrai già donata, ne avrai fatto dono. Non può esserci morte. Per chi ama non c’è morte.

Allora cos’è questa paura? Perché hai così tanta paura?

Anche se si venisse a sapere tutto di te e tu diventassi come un libro aperto, perché aver paura? In quale maniera questo può farti del male? Sono solo idee sbagliate, condizionamenti dati dalla società - che ti devi nascondere, che ti devi proteggere, che devi stare sempre in guardia, che tutti sono dei nemici, che tutti sono contro di te.
Non c’è niente di cui avere paura. Questo deve essere compreso prima che possa accadere una vera relazione sentimentale. Non c’è niente di cui aver paura.

Meditaci su. E poi permetti all’altro di entrare in te, invitalo a entrare. Non creare barriere da nessuna parte, diventa un passaggio sempre aperto, senza porte, senza lucchetti. Allora l’amore è possibile.

Quando due centri s’incontrano, nasce una cosa nuova. Questa cosa nuova è l’amore. Ed è proprio come l’acqua - la sete di tante e tante vite viene appagata. Improvvisamente ti senti soddisfatto.

Quello è il segno visibile dell’amore; ti senti contento, come se avessi raggiunto tutto ciò che desideri. Non c’è più nulla da conseguire ora; sei arrivato alla meta. Non c’è un’altra meta, il destino si è compiuto. Il seme è diventato fiore, è arrivato alla completa fioritura.Una profonda contentezza è il segno visibile dell’amore. Ogni qualvolta una persona è innamorata, si sente profondamente appagata. L’amore non si può vedere, ma la contentezza, la soddisfazione profonda tutt’intorno... ogni suo respiro, ogni suo atto, il suo essere stesso è contentezza.

Puoi sorprenderti quando dico che l’amore ti rende privo di desideri, ma il desiderio viene dall’insoddisfazione. Desìderi perché non hai. Desìderi perché pensi che se avrai qualcosa, sarai contento. Il desiderio viene dalla scontentezza.

Ma quando c’è l’amore e i due centri si sono incontrati, uniti e dissolti, ed è nata una nuova qualità alchemica, ti senti appagato. È come se l’intera esistenza si fosse fermata - non c’è più movimento. Allora, il momento presente è l’unico momento.

Per questo ti dico: l’amore fa sparire i desideri. Sii coraggioso, liberati dalla paura, sii aperto. Lascia che il centro di un altro s’incontri con quello che è in te e attraverso questo rinascerai, si creerà una nuova qualità dell’essere.



Se c’è l’amore, sentirai veramente per la prima volta che l’esistenza è divina e tutto il creato è una benedizione. Ma c’è molto da distruggere prima che ciò sia possibile. Molto dev’essere distrutto prima che ciò sia possibile. Devi abbattere tutto ciò che crea delle barriere dentro te.

Fai dell’amore un sadhana, una disciplina interiore. Non permettere che sia soltanto una cosa frivola, non permettere che sia solo un’occupazione della mente. Non permettere che sia soltanto una soddisfazione del corpo. Fanne una ricerca interiore.

La chiave di base è questa: devi permettere all’altro di penetrarti sin nel recesso più profondo del tuo intimo, fino alle fondamenta del tuo essere. La distruzione dell’ego è la meta. Da qualunque porta si entri nel mondo interiore - dall’amore, dalla meditazione, dallo yoga, dalla preghiera - qualunque sentiero si scelga, la meta è la stessa: la distruzione dell’ego, buttare via l’ego. Attraverso l’amore può essere molto facilmente, ed è cosí naturale! L’amore è la religione naturale.

Osho

Con l'augurio che questo scritto possa essere di beneficio a tutti coloro che lo leggono.


Luigi
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