30 dicembre 2012

la Compassione



Con l’augurio che il nuovo anno possa portarci verso la Compassione. UMANA COSA E' AVERE COMPASSIONE DEGLI AFFLITTI… 
Così scriveva tempo fa il Boccaccio.
La compassione è grande, bella la compassione, indescrivibile la sua dolcezza, più del miele.
Più preziosa dell'oro fino, più splendente del sole, più resistente del diamante.
Inattaccabile è la compassione, non c'è forza oscura, paura o tenebra che possa ostacolarla, essa vive in eterno, seppur nascosta è onnipresente, e come l'acqua tutto permea, come acqua nel deserto è ristoro per il viandante.
Come il tiepido sole del mattino, delicata è la compassione, non s'impone la compassione, ma a tutti si sottomette, non sulle vette essa dimora ma negli angoli più nascosti, non si accompagna con i potenti né con gli arroganti, fugge gli irosi, ma si compiace dei semplici e dei puri di cuore, i sinceri sono i suoi amici.
E' nel cuore d'ogni bimbo, nel sorriso delle mamme, nell'amore del padre, nell'abbraccio del fratello, nella certezza dell'amico, ma soprattutto è nel nostro cuore che freme e vive i ogni respiro.
 La compassione allarga il cuore, tonifica le arterie, è la migliore medicina per il cuore, allunga la vita. La compassione dal cuore discende nella milza, rossa e calda come il Sole d'estate, dove diventa bontà, poi sale, tiepida come l'estate di San Martino, gialla come l'oro nei polmoni, per diventare coraggio e dignità, dai polmoni discende, fresca come l'autunno e bianca come il metallo, ai reni, dove simile al velluto fuori e all'acciaio dentro, dona energia e vigore, ed infine, la compassione, sale fredda come l'inverno, blu come l'acqua profonda, al fegato per diventare gentilezza e poi di nuovo sale, verde come un albero in primavera, al cuore, in un eterno circolo…uno dei tanti dispensatori di vita.
Ma la cattiveria del cuore, l'ignavia della milza, la tristezza dei polmoni, la paura dei reni ed infine la rabbia ceca del fegato, esauriscono la compassione, allontanando da noi salute e felicità.
(da Armonia e Salute Naturale)

Che questo scritto possa essere utile a molti.
Luigi

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18 dicembre 2012

buona esistenza



I consigli e le indicazioni riportate qui di seguito credo che potrebbero servire non solo in questa ricorrenza, che potrebbe essere una data immaginaria, ma in ogni momento della nostra vita. 
Buona esistenza a tutti.




 Per allinearsi alle potenti energie che stanno avvolgendo il nostro pianeta per elevarci ad un più alto stadio evolutivo, è necessario trovare un nuovo e più elevato equilibrio, lasciando andare le resistenze e qualunque cosa blocchi l'espansione della nostra consapevolezza e aprendo il nostro Cuore solo a pensieri positivi e desideri di prosperità, che, vibrando ad alte frequenze, siano in armonia con le energie sottili che stanno operando, per sostenere l'espansione della coscienza collettiva dell'intero pianeta. Bisogna focalizzarsi sui giusti atteggiamenti mentali ed emotivi che portino al perfezionamento e al cambiamento dei propri comportamenti, al fine di purificare le nostre esistenze e aprirci all’opportunità di una profonda trasmutazione interiore e di una illuminata apertura spirituale. E come accade per la farfalla che si trasforma da bruco ad una creatura capace di volare, anche noi opereremo quella profonda trasformazione che ci permetterà quel grande balzo in avanti che sfocerà nel poter manifestare la gloria di chi veramente noi siamo!
Se non sappiamo da dove iniziare, ecco un suggerimento: iniziamo con quello che pubblichiamo nella nostra bacheca di facebook o dalle mail che inviamo ai nostri amici. Scriviamo e condividiamo solo argomenti positivi, pensieri che sorreggono lo slancio verso la nuova era, notizie che aprano il cuore a buoni sentimenti, senza alimentare paura e rabbia e senza lamentele e proteste. Focalizziamoci su messaggi di gioia e amore, in modo che l’energia negativa che si nutre di forme pensiero oscure non trovi terreno su cui attecchire. Poi diffondiamo questo nostro messaggio condividendo questo evento con tutti i nostri contatti. Così facendo non solo diffonderemo energia positiva verso il mondo, ma coltiveremo una nuova abitudine dentro di noi che sfocerà in un miglioramento della qualità della nostra vita.
Quando arriverà la data fatidica del 21 dicembre 2012, saremo pronti per celebrare! In questo giorno non è il momento di fare seminari, né di lavorare ancora una volta su di sé, come se per passare il portale 2012 si avesse bisogno di superare l’ostacolo dell’ultimo minuto per paura di non essere pronti al salto evolutivo che stiamo compiendo, per paura di perdere il treno del cambiamento, per paura di non essere sufficientemente illuminati, per paura di non essere perfetti. Il solo credere a ciò, non farà altro che attrarre quello su cui siamo focalizzati, ovvero non essere all’altezza di questo cambiamento. Lasciamo quindi andare tutte queste paure e arrendiamoci al qui ed ora; è la nostra imperfetta autenticità la vera illuminazione!!!
BUONA VITA NUOVA A TUTTI!!

Il 21 dicembre è il tempo di C E L E B R A R E!!!
È il tempo della gioia, di stare con le persone che amiamo, di dare spazio al gioco, al canto, alle danze, alla musica, alla creatività, alla nostra spontaneità, alla nostra innocenza, alla nostra passione, al nostro entusiasmo, alla nostra allegria!!!

Si, celebrare questo grande e glorioso passaggio che l’umanità sta per compiere, nella massima semplicità. E per fare ciò non è necessario ripetere a paperella quello che dice il guru di turno su come si “deve” fare il salto quantico, come meditare nel modo giusto, come attivare il corpo di luce, come allinearsi al raggio cristico, come aprire nel modo corretto il portale della nuova era. Il tempo della paura di non essere all’altezza va lasciato alle spalle, il tempo di appoggiarsi a qualche maestro fuori di noi è finito, il tempo di seguire le orme di qualcun altro è ora terminato. Ora è il tempo di celebrare il Maestro che abbiamo dentro di noi e che ci permette di vivere una vita spiritualmente autonoma e indipendente. Ora è il tempo di lasciare il sentiero già segnato da qualcun altro e di incamminarsi là dove non vi è alcun sentiero e lì, lasciare le nostre tracce! E’ tempo di prendere in mano in piena responsabilità e gioia la nostra vita!!!
Perché la verità della vita non si nasconde in un remoto eremo spirituale, non è tra le parole di un guru in un ashram in india o nel tepee di uno sciamano delle grandi praterie, non si trova in cima ad una montagna e neanche nei profondi abissi dell’oceano. La verità della vita è ed è sempre stata dentro di sé, nella propria e più profonda autenticità 
e non aspetta altro di essere manifestata nella più naturale semplicità!


08 dicembre 2012

Sant Ambrogio

Credo che pochi conoscano Sant Abrogio in qualità di protettore degli apicultori e delle api..
Ecco alcuni cenni sulla leggenda.
 
...A proposito del rapporto tra Ambrogio e le api, si narra che un giorno, mentre il santo dormiva nella culla del pretorio (il padre apparteneva all'aristocrazia
romana), sopraggiunse all'improvviso uno sciame d'api che si posarono sul viso entrando e uscendo dalla bocca che egli teneva aperta. Il padre, che passeggiava
nelle vicinanze con la madre e la figlia, proibì alla fantesca di cacciarle perché aveva intuito che si trattava di un fatto prodigioso. Poco dopo le api
si alzarono in volo salendo così in alto da scomparire alla vista. Allora il padre esclamò: "Se questo bambino vivrà, sarà qualcosa di grande". Vero o
immaginato dal biografo, l'episodio non era insignificante per un antico, perché nella tradizione pagana l'ape era la messaggera divina e l'emblema dell'eloquenza
umana.
A ricordo della leggenda, Ambrogio è considerato il patrono delle api, degli apicoltori e dei fabbricanti di cera. Milano e la Lombardia, nonché Alassio,
Stresa e Vigevano l'hanno scelto come protettore. Così pure i tagliapietre e il Corpo speciale Amministrativo dell'Esercito Francese. La festa è il 7 dicembre.
 Luigi
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23 novembre 2012

L'arte di vivere

Credo che questo brano ci possa aiutare a riflettere.



[Brano tratto dal libro di Omar Falworth “L’arte di vivere felici” ovvero
”illibro piu’ pazzo del mondo”]
*****************
Come fai a non gioire ogni giorno, ogni ora, ogni istante di questa
eccezionale combinazione di energia che e’ la vita? La tua vita?

Come fai a non ringraziare ogni giorno, ogni ora, ogni minuto lo “strano
Essere” che ti ha creato di averti fatto questo
supereccezionalemeravigliosissimo regalo?

La vita, la tua vita, e’ immensa, INFINITA, INQUANTIFICABILE.

E’ oceani di sensazioni, cieli di impressioni, galassie di emozioni.

Manda a spasso i tuoi occhi, e metti al loro posto due grandi lenti di
ingrandimento..e guarda la vita.

Vedrai chiaramente tutta la sua immensita’, noterai con stupore tutti i suoi
milioni di piccoli particolari..

Le sue distese di bellezze nascoste...i suoi mari di piccole gioie. E ti
appassionerai a guardarla. e ti delizierai a guardarla. e gioirai a
guardarla..
E impazzirai a guardarla.e non avrai piu’ il tempo di lamentarti.

Su! .. Dai!.. Allontana da te le ombre scure della serieta’ . e vestiti di
”pazzia”.

Su!. Dai!.

Alleggerisci i tuoi circuiti dai pensieri glaciali.. E sciogliti alla gioia!

E se qualcuno ti dira’ che sei pazza/o a   sorridere senza ragione alcuna,
mandalo
tra le nuvole.

Quando la morte ti chiamera’, non ti chiedera’ quanto sei salita/o in alto,
l’elenco delle grandi ambizioni che hai realizzato, l’inventario di cio’ che
lascerai ai tuoi figli, ma quanti momenti hai sorriso.

Nel mondo della “pazzia” solo questo conta: sorridere, gioire, meravigliarsi,
estasiarsi.

Tutto il resto e’ fumo. Tutto il resto e’ niente.

Il mondo della “pazzia” e’ il mondo dell’essere e del divenire, della
meraviglia, dello stupore. E se desideri vivere felice devi catapultarti in
questo mondo con la mente, ma soprattutto con il cuore.
 

Che questo scritto possa essere a molti.

Luigi
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22 novembre 2012

Zucchero senza calorie - la stevia

Forse non tutti conoscono la "Stevia", un sostituto dello zucchero.



zucchero senza calorie. La Stevia

Immaginate di poter usufruire di uno zucchero light, o meglio di uno zucchero eccezionalmente senza calorie, che possa essere utilizzato nella preparazione
di dolci e gelati che non aggiungono calorie e che quindi non ingrassano e da poter essere preso a volontà anche dai diabetici...non è un sogno ma sembra
una cosa del tutto reale: questi benefici miracolosi sarebbero riconducibili a una una piccola pianta che cresce spontanea nelle regioni umide dell'Amazzonia,
la Stevia. Gli indigeni dell'America latina, i Guarani, la chiamano da sempre "Pianta dolce" e la usano sin dall'antichità non solo per le proprietà dolcificanti
ma anche per quelle curative.

Chi la studia, la conosce con il nome scientifico di Stevia Rebaudiana Bertoni, una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle più comuni
margherite (Compositae), resistente al freddo e capace di conservare le sue proprietà anche ad altissime temperature. Le sue foglie, attraverso un processo
di essiccazione, sarebbero in grado di produrre un alto potere edulcorante, di quasi 300 volte superiore al comune zucchero. Molti gli scienziati che in
campo alimentare, nutrizionale e sanitario in generale, ne stimano il notevole beneficio per l'intera umanità, tale da ridurre problemi di diabete e obesità
infantile e ridurre i costi sanitari e sociali di diverse decine di miliardi di euro. Gli indigeni dell'Amazzonia ne conoscevano anche le proprietà curative
e medicamentose a beneficio del pancreas, servendo anche come antibatterico e antifungino. Inoltre sono oggi sotto analisi le sue proprietà contro la iperattività,
l'ipertensione e le indigestioni.

I benefici non si fermerebbero qui, l'utilizzo della pianta Stevia nella produzione dello zucchero light porterebbe giovamento anche a settori come quello
ecologico ed economico, visto il grado di sostituzione dello zucchero e derivati (che potrebbero essere utilizzati per altri scopi, non ultimi quelli energetici,
come per esempio per la produzione di etanolo in brasile); ma non tutti la pensano così. Da noi in Italia la pianta era del tutto sconosciuta e fino ad
ora se ne era parlato poco o niente, non fosse per alcuni giornali nazionali che nelle ultime settimane del 2008 vi hanno dedicato intere pagine nelle
proprie rubriche d'attualità. Negli anni successivi l'interesse per la stevia è cresciuto fino alla sua introduzione anche in Italia dal 2012. All'estero
negli anni Settanta, furono i giapponesi per primi a scoprirne le grandi virtù. Oggi, nel paese del Sol Levante lo zucchero della Stevia sostituisce di
già il 40% del mercato degli edulcoranti, viene usato per esempio nella produzione di bibite light come la Diet Coke, di caramelle e alimenti secchi usati
come prodotti per la prima colazione.

Negli Stati Uniti, l'uso delle proprietà benefiche della Stevia è recente. Nel dicembre del 2008 l'istituto americano della Food and Drug administration,
l'organismo federale statunitense che decide la messa in commercio di prodotti e medicine, ha infatti consentito alla libera circolazione della pianta
e dei suoi derivati in America, tanto che grandi compagnie come la Coca-Cola e la Pepsi ben presto lanceranno nel mercato alcuni prodotti dietetici a base
dello zucchero light. Cina, Israele, Thailandia, parte dell'America del sud, come Brasile e Paraguay, ne hanno da tempo approvato l'uso e consigliato il
consumo. In Europa solo la Svizzera consentiva la sua commercializzazione inizialmente, poi successivamente la Francia dal 2010.

L'Unione Europea ne vietava addirittura l'uso e il consumo, con la giustificazione che la piccola piantina e il processo di produzione del suo zucchero,
ancora ad oggi (dopo decenni di studi) non hanno superato i dovuti test sanitari. Questo appariva paradossale visto i centinaia di studi che provano la
pericolosità degli zuccheri tradizionali. Le giustificazioni, di ordine burocratico, dietetico e sanitario, sono state tali da far si che il processo di
commercializzazione abbia incontrato notevoli ostacoli, rimanendo a lungo chiuso nei cassetti di qualche alto funzionario della Commissione Europea a Bruxelles.
Ed è facile capirne il perché: l'Unione Europea è il maggiore produttore e consumatore al mondo di zucchero da saccarosio e aspartame: la media di consumi
europea è di 36 kg a persona (con punte massime di 45 kg in nazioni come il Belgio e l'Irlanda), contro i 21,5 kg di consumo per persona nel resto del
mondo. In Italia la media è di 25,5 kg. Un alto consumo degli zuccheri della pianta Stevia avrebbe sgradevoli effetti sul mercato dei dolcificanti artificiali
e dello zucchero, tanto da minacciare le grandi lobby chimico-farmaceutiche europee.

Non sono pochi gli scienziati, tra ecologisti e nutrizionisti, che si sono attivati contro il divieto di commercializzazione dell'Unione Europea. Sin dal
2000, anno di divieto ufficiale europeo, il numero di persone competenti a dichiararne il grande beneficio è cresciuto sempre più e sempre più sono aumentanti
i ricorsi alle autorità competenti, tra cui l'Autorità Europea per la sicurezza alimentare che ha sede in Italia, a Parma. Tra questi si distinguono studiosi
come Jan Geuns, professore biologo presso l'Università di Lovanio e presidente dell'Associazione nata per promuovere l'utilizzo della pianta Stevia.

La polemica nell'ambito dell'Unione Europea è legata ai principi attivi contenuti nella pianta: la Rebaudiosite A e la Stevioside, che secondo alcuni potrebbero
produrre delle sostanze ritenute cancerogene. Gli studi hanno tuttavia dimostrato come queste sostanze (secondo il Fattore di sicurezza della FAO e del
OMS) siano del tutto innocue, soprattutto se paragonate agli effetti causati dall'uso di Aspartame e simili presi a grosse percentuali. La sospetta tossicità
della Stevia era altamente controversa e chiamata in causa ragioni politico-economiche più che sanitarie. Nel 2012 finalmente è arrivata l’approvazione
all’utilizzo della Stevia da parte della Commissione europea e la pianta, dichiarata non cancerogena, né genotossica e senza rischi di tossicità per la
riproduzione o lo sviluppo dell’organismo umano, è comparsa anche nei supermercati italiani. 

Volete saperne di più sulla stevia?

Potete cominciare da qui:
http://www.stevia.net/ 
 

18 novembre 2012

L'Amore non svanisce mai

Da Sergio, un caro giovane amico, che ha scelto, forse un po' prematuramente, di passare in altra dimensione.


                                        L'Amore non svanisce mai

La morte non è niente, io sono solo andato nella stanza accanto, io sono io. Voi siete voi. Ciò che ero per voi  lo sono sempre.

 Datemi il nome che mi avete sempre dato.

 Parlatemi come mi avete sempre parlato.

 Non usate un tono diverso. Non abbiate un’aria solenne o triste.

 Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.

 Sorridete, pensate a me, pregate per me.

 Che il mio nome sìa pronunciato in casa come lo è sempre stato.

 Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.

 La vita ha il significato dì sempre. Il filo non è spezzato.

 Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri?

 Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vista?                       

Io non sono lontano, sono solo dall’altra parte del cammino.

Che questo scritto possa utile amolti

Luigi
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09 novembre 2012

il vecchio e il cane

Un po’ di leggerezza.
Un caro saluto


 IL VECCHIO E IL CANE
Un vecchio camminava per una strada con il suo cane. Si godeva il paesag-
gio, quando ad un tratto si rese conto di essere morto.
Si ricordò quando stava morendo e che il cane che gli camminava al fianco era morto da anni. Si chiese dove li portava quella strada.
Dopo un poco giunsero ad un alto muro bianco che costeggiava la strada e che sembrava di marmo. In cima ad una collina s'interrompeva in un alto arco che brillava alla luce del sole.
Quando vi fu davanti, vide che l'arco era chiuso da un cancello che sembrava di madreperla e che la strada che portava al cancello sembrava di oro puro.
Con il cane s'incamminò verso il cancello, dove in un lato c'era un uomo seduto a una scrivania. Arrivato davanti a lui, gli chiese: - Scusi, dove siamo?
Questo è Il Paradiso, signore, - rispose l'uomo
- Uao! E non si potrebbe avere un po' d'acqua?
- Certo, signore. Entri pure, dentro ho dell'acqua ghiacciata.
L'uomo fece un gesto e il cancello si aprì
- Non può entrare anche il mio amico? - disse il viaggiatore indicando il suo cane.
- Mi spiace, signore, ma gli animali non li accettiamo.
L'uomo pensò un istante, poi fece dietro-front e tornò in strada con il suo cane.
Dopo un'altra lunga camminata, giunse in cima ad un'altra collina in una strada sporca che portava all'ingresso di una fattoria, un cancello che sembrava non essere mai stato chiuso. Non c'erano recinzioni di sorta.
Avvicinandosi all'ingresso, vide un uomo che leggeva un libro seduto contro un albero.
- Mi scusi, - chiese. - Non avrebbe un po' d'acqua?
- Sì certo. Laggiù c'è una pompa, entri pure.
- E il mio amico qui? - disse lui, indicando il cane.
- Vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola.
Attraversarono l'ingresso ed effettivamente poco più in là; c'era un'antiquata pompa a mano, con a fianco una ciotola. Il viaggiatore riempì la ciotola e diede una lunga sorsata, poi la offrì al cane.
Continuarono così finché non furono sazi, poi tornarono dall'uomo seduto all'albero.
- Come si chiama questo posto? - chiese il viaggiatore.
- Questo è il Paradiso.
- Be', non è chiaro. Laggiù in fondo alla strada uno mi ha detto che era quello, il Paradiso.
- Ah, vuol dire quel posto con la strada d'oro e la cancellata di madreperla? No, quello è l'Inferno.
- E non vi secca che usino il vostro nome?
- No, ci fa comodo che selezionino quelli che per convenienza lasciano
perdere i loro migliori amici.
Così quando a volte ci chiediamo perché gli amici continuino a mandarci barzellette senza aggiungere una parola. Forse questo può spiegarlo. Quando si ha molto da fare, ma si vuole restare lo stesso in contatto, che cosa si fa? Si mandano barzellette.
Quando non si ha nulla di particolare da dire, ma si vuole restare lo stesso in contatto, si mandano barzellette.
Quando si ha qualcosa da dire, ma non si sa bene cosa, o non si sa come, si mandano barzellette.
Anche per far sapere a qualcuno che ci si ricorda ancora di lui, che lui è ancora importante, che lui è ancora amato, che cosa si fa? Si manda una barzelletta.
        Così la prossima volta che ricevete una barzelletta, non pensate che vi hanno mandato soltanto un'altra barzelletta, ma che oggi il vostro amico dall'altra parte del computer ha pensato a voi e vi ha mandato un sorriso.
 
Luigi
 
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Il vecchio e il cane

21 ottobre 2012

meditazione hong_so



Vi propongo questa tecnica di meditazione che mi sembra semplice e facile da praticare.


La tecnica dell'Hong So - Guido da Todi

Essa è molto legata alla tecnica del Kriya Yoga. Altri nomi che la identificano sono: "il piccolo Kriya", oppure: "il Kriya silenzioso". Tuttavia, a differenza
di questa, non le si impone il segreto di divulgazione in uno scritto destinato al pubblico.

L'Hong-So viene insegnato nel primo dei sette Gradi della Scuola della Self Realization Fellowship (fondata da Paramahansa Yogananda allo scopo di divulgare
la conoscenza del Kriya Yoga in questo millennio).

Tuttavia, l'Hong-So è conosciuto, anche, in diverse altre Istituzioni di Yoga e di Esoterismo, in oriente ed in occidente. Addirittura, in alcune di esse
viene proposto come il metodo al vertice di ogni altro utilizzato dall'umanità per raggiungere lo stato di samadhi.

Il Kriya Yoga è la tecnica che dona un anno di evoluzione reincarnativa ogni volta che la si pratica.

Si afferma che 24 ore di meditazione con qualunque altro metodo introspettivo (eccetto il Kriya Yoga) non fanno raggiungere i risultati che dà una sola
ora di Hong-So.

Mentre, una sola ora di Kriya ne equivale a 24 di Hong-So.

Spesso si considera il pranayama come una specifica ginnastica, tesa ad occuparsi della respirazione ed a condizionarne i ritmi.

In effetti, non è così.

La tradizione indiana indica nel respiro il veicolo dell'energia vitale; ed è questa ultima che forma l'effettivo oggetto di ogni metodo di controllo dei
movimenti polmonari.

Secondo l'insegnamento della Self Realization Fellowship, dal chakra della medulla (chiamato "la Bocca di Dio") fluisce nell'uomo il diretto flusso del
prana cosmico (energia universale).

Tale chakra è ubicato alla base del cranio, e solo alcune Scuole Esoteriche ne conoscono l'esistenza e la fondamentale importanza. Suo riflesso fisico,
nel piano della biologia umana, è il midollo allungato.

La forza vitale, quindi, penetra direttamente nel suddetto centro; si veicola nel ritmo respiratorio; e, tramite la circolazione sanguigna, vivifica e
mantiene in esistenza ogni organo dell'individuo.

Il cuore è il motore che regola i flussi energetici dell'uomo.

La forza vitale è contenuta anche negli alimenti. Tuttavia, solo l'uomo possiede una centrale di assorbimento costante e regolare del prana; ossia, il
chakra della medulla.

L'avvenire lo destinerà a nutrirsi direttamente di prana, assorbendolo ed utilizzandolo dal midollo allungato radiante.

I sottili significati e le potenti funzioni dell'Hong-So sono quelli, come vedremo, di riuscire ad isolare chi utilizza il metodo dai complessi tiraggi
interiori delle sue correnti praniche; di tranquillizzare e placare il ritmo ossessivo ed ossessionante delle pulsazioni del suo cuore; di condurlo, gradatamente,
ad eliminare il disordine della sua cadenza respiratoria. E, infine, di produrre in lui quello stato di completo distacco dalle proprie funzioni biologiche
che gli permetta di gestire del tutto le energie prodotte dal centro della medulla.

In tal modo, con il tempo, chi pratica l'Hong-So riuscirà a connettere e sconnettere a volontà le correnti vitali dal bulbo centrale energetico; di conseguenza,
ogni suo muscolo, ogni senso, il cuore, la colonna vertebrale, ed il resto del corpo si troveranno in quello stato di rilassamento perfetto che prelude
il samadhi (non identificazione con i tre piani inferiori dell'essere).

La pratica dell'Hong-So può avvenire in qualunque momento della giornata, in qualunque ora del proprio tempo libero, ed in qualunque situazione che offra
un attimo di intimità. Anche in un ambiente di lavoro, in autobus, o in mezzo alla gente.

Descrizione della tecnica dell'Hong-So

Imparate ad osservare il vostro ritmo respiratorio naturale.

Quasi foste un'altra persona, ponete attenzione allo spontaneo fluire e defluire del vostro respiro; al muoversi, blando e ritmico, della vostra cassa
toracica. Seguite ed identificate quella pulsione a nutrirvi d'ossigeno, che non vi ha mai abbandonato un attimo, né di giorno né di notte, da che siete
nati.

Tuttavia - e, questo, è di fondamentale importanza - non intervenite, con il minimo atto della volontà, su questa vostra funzione biologica. Lasciatela
libera di esprimersi, come sempre ha fatto, mentre voi non le davate nessuna attenzione.

La meta della tecnica è, difatti, quella di pervenire ad uno stato di completo distacco e di non partecipazione attiva al vostro respiro naturale di sopravvivenza.


Hong e So rappresentano uno dei più antichi e potenti mantrams di un sacro canto sanscrito, ed hanno una relazione occulta vibratoria con l'entrata e l'uscita
del respiro.

Ogni suono nell'universo possiede un effetto ed una corrispondenza mentali diversi.

Nel nostro caso, l'antichità del mantram e la tradizionale potenza delle sue vibrazioni, già di per sé, hanno un occulto effetto calmante su chi li pronuncia.


Se, poi, aggiungiamo che la sacra scienza dei Maestri indiani ha conservato e trasmesso il segreto che il suono Hong (con l'acca aspirata) è l'esatta armonica
pertinente all'aspirazione di Brahaman, mentre, il suono So è quella dell'espirazione, comprenderemo - almeno in teoria - quale valore sia da applicare
al mantram.

La tecnica dell'Hong-So consiste, quindi, nel pronunziare mentalmente il termine 'Hong', mentre si assiste, senza influenzare minimamente il suddetto processo,
alla propria aspirazione polmonare; e nel pronunziare mentalmente il termine' So', quando si vede defluire il respiro.

La durata dell'esercizio non è legata ad un limite di tempo; essa può variare da cinque, dieci minuti ad un'ora, o più.

L'Hong-So produce i suoi effetti benefici e rilassanti, e non altera alcun ritmo vitale essenziale.

Nella pratica, si resterà piuttosto stupiti di quanto sia impercettibile il costante movimento vitale dei nostri polmoni.

L'importante è, lo ripetiamo, lasciare che esso si esprima liberamente, senza alcun intervento di alcun genere, da parte nostra.

L'antichissima tecnica dell'Hong-So è un metodo scientifico, che rilassa il cuore, aumenta la durata del proprio ciclo vitale, libera una enorme quantità
di corrente energetica, che si distribuisce nel corpo, rendendo elettromagnetica ogni cellula e prevenendone la decadenza.

L'Hong-So è uno dei massimi contributi che la scienza spirituale dell'India abbia dato al mondo.

Migliaia di spiritualisti, oggi, praticano l'Hong-So che, giustamente, può essere considerato uno tra gli Yoga Regali.

Uno Yoga dissepolto dal suo millenario scrigno celato e donato alla veniente Nuova Era.

La tecnica dell'Hong So è stata pubblicata in versione completa su diversi libri tutt'ora in commercio, tra cui, ad esempio, "Lezioni di Yoga pratico,
Swami Kriyananda, Ed. Meditarranene". Quella riportata non è completa, infatti sono state omesse le istruzioni della concentrazione su Ajina ChacKra.


Che questo scritto possa essere utile a molti.

Luigi

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21 settembre 2012

Pratica di miditazione

Mi sembrano buoni consigli per una facile meditazione.

Istruzioni essenziali sulla Grande Perfezione ( Dzog.pa Chen.po )

Dilgo Khyentse Rinpoche

La pratica quotidiana consiste semplicemente nello sviluppo di una
completa accettazione e dell'apertura a tutte le situazioni ed
emozioni, a tutte le persone, facendo esperienza di tutto senza
riserve e blocchi mentali in modo da non ritirarsi o incentrarsi su se
stessi.

Ciò produce una tremenda energia che di solito è chiusa nel processo
dell'evasività della mente e nella generale fuga dalle esperienze
della vita.

La chiarezza della coscienza potrebbe, nei suoi stadi iniziali, essere
poco piacevole o ispirare della paura; se è così, allora ci si
dovrebbe aprire completamente al dolore e alla paura, e dargli il
benvenuto.
In tal modo le barriere create dalle proprie abituali reazioni emotive
e dai propri pregiudizi sono abbattute.

Quando si effettua la pratica meditativa uno dovrebbe sviluppare la
sensazione di aprirsi all'intero universo con assoluta semplicità e
con la mente nuda, liberandosi da tutte le barriere protettive.

Quando meditate non dividetevi in due, con una parte della mente che
guarda quell'altra come il gatto che osserva il topo.

Si dovrebbe realizzare che non si medita per andare in profondità
dentro se stessi e ritirarsi dal mondo. Nello yoga buddhista, persino
quando si medita sui chakra non c'è una concentrazione introspettiva:
il punto essenziale è la completa apertura della mente.

Tutti gli aspetti di ogni fenomeno sono completamente chiari e lucidi.

L'intero universo è aperto e senza ostruzioni, e tutte le cose si
interpenetrano mutualmente. A guardare tutte le cose in modo chiaro e
libero da oscurità, non c'è nulla da ottenere o realizzare.

La natura delle cose appare naturalmente ed è naturalmente presente
nella consapevolezza che trascende il tempo; questa è completa
apertura.

Tutte le cose sono perfette così come sono, completamente pure e senza macchia.

Tutti i fenomeni appaiono naturalmente e originalmente nei loro modi e
situazioni corretti, formando modelli sempre mutevoli di senso e
significato, come partecipanti a una grande danza.

Ogni cosa è un simbolo, eppure non c'è differenza tra il simbolo e la
verità simbolizzata.

Senza alcuno sforzo di pratica, liberazione, illuminazione e buddità
sono pienamente sviluppate e perfette.

Questa è la naturale perfezione.

La pratica quotidiana è semplice ed ordinaria, come la vita stessa.

Poiché una condizione sottosviluppata non esiste, non c'è bisogno di
comportarsi in qualche modo speciale o cercare di praticare o ottenere
qualcosa.

Non ci dovrebbe essere alcun bisogno di sforzarsi per raggiungere
qualche meta elevata o qualche stato superiore; ciò semplicemente
produce qualcosa di condizionato o artificiale che agisce come
un'ostruzione al libero fluire della mente .

Uno non dovrebbe pensare a se stesso come "peccatore" o indegno, ma
come naturalmente puro e perfetto senza mancare di nulla.

Quando si effettua la pratica meditativa si dovrebbe pensare ad essa
come ad una funzione naturale della vita quotidiana, come mangiare o
respirare, non come un evento speciale o formale da intraprendere come
con grande serietà e solennità.

Si deve realizzare che con la meditazione si va al di là di sforzo,
pratica, scopo e meta, e oltre il dualismo di schiavitù e liberazione.

La meditazione è sempre perfetta e così non c'è nessun bisogno di
correggere alcunchè.

Poiché tutto ciò che sorge è semplicemente il gioco della mente, non
ci sono "cattive" sessioni meditative e non c'è bisogno di giudicare i
pensieri come buoni o cattivi.
Perciò uno non dovrebbe sedersi a meditare con varie speranze o paure
circa il suo esito: uno la fa senza sensazioni di auto-coscienza del
tipo "sto meditando" e senza tentare di controllare o forzare la
mente, e senza tentare di diventare pacifico.

Se si trova che si sta andando alla deriva in uno di questi modi, si
dovrebbe smettere di meditare e semplicemente riposarsi e rilassarsi
un po' prima di riprendere.

Se, durante o dopo la meditazione, si hanno esperienze che si
interpretano come risultati, non se ne dovrebbe fare nulla di
speciale; basta riconoscere che sono solo dei fenomeni e
semplicemen-te osservarli.

Soprattutto non cercare di ricrearle poiché ciò si oppone alla
naturale spontaneità della mente.

Tutti i fenomeni sono completamente nuovi e freschi e assolutamente
unici, totalmente liberi da ogni concetto di passato presente e
futuro: come se fossero esperiti in un'altra dimensione del tempo.

Questa è l'assoluta spontaneità.

La continua corrente di nuove scoperte e fresche rivelazioni e
ispirazioni che sorgono ad ogni momento è la manifestazione
dell'eterna giovinezza del dharma vivente e delle sue meraviglie;
splendore e spontaneità sono come un aspetto di gioco e danza
dell'universo in quanto guru.

Uno dovrebbe imparare a vedere la vita di ogni giorno come il mandala
nel quale uno è al centro, ed essere libero dai pregiudizi del
condizionamento passato, dei desideri presenti e delle speranze e
delle aspettative future.

Le figure del mandala sono gli oggetti quotidiani delle proprie
esperienze di vita che si muovono nella grande danza del gioco
dell'universo, il simbolismo per il quale il guru rivela profondi e
definitivi sensi e significati. Perciò siate naturali e spontanei,
accettate ed imparate da ogni cosa.

Osservate la parte comica e divertente delle situazioni al loro
inizio. Nella meditazione guardate attraverso l'illusione di passato,
presente e futuro.
Il passato non è che una presente memoria o condizione, il futuro solo
una proiezione presente, e il presente stesso svanisce prima che possa
essere afferrato.

Si dovrebbe mettere fine ai concetti sulla meditazione e liberarsi
dalle memorie del passato. Ogni momento di meditazione è completamente
unico e pieno di potenzialità di nuove scoperte e così si diventa
incapaci di giudicare la meditazione da esperienze passate o da
teorie.

Semplicemente tuffatevi dritti nella meditazione in questo stesso
momento con tutta la vostra mente, e siate liberi da esitazioni, noia
o eccitazione.

Quando si medita, la cosa migliore possibile è sedere tradizionalmente
con le gambe incrociate, la schiena dritta ma non rigida . Tuttavia,
essendo importantissimo sentirsi a proprio agio, è meglio stare su una
sedia se la posizione a gambe incrociate è dolorosa.

La propria attitudine mentale dovrebbe essere ispirata in modo che la
meditazione sia con o senza forma; potrebbe essere desiderabile, se
non essenziale, far precedere a un periodo di meditazione senza forma,
un periodo di meditazione con forma.

A provvedere per questa eventualità, da secoli di pratica buddhista
sono state sviluppate delle pratiche meditative preliminari, le più
importanti essendo la meditazione sul respiro, la recitazio-ne di
mantra e le tecniche di visualizzazione.

Per impegnarsi nelle ultime due, si richiedono istruzioni personali
dal proprio guru, ma qualche parola sulla prima non sarebbe qui fuori
luogo poiché il metodo varia poco da persona a persona.

Dapprima lasciate che la mente segua il movimento del respiro, dentro
e fuori, finché esso diventa calmo e tranquillo. Poi continuate a
lasciare la mente sul respiro finché il proprio intero essere sembra
identificarsi con esso.

Alla fine siate coscienti che il respiro lascia il corpo e va fuori
nello spazio, e gradualmente trasferite l'attenzione dal respiro alla
sensazione di spaziosità ed espansione.

Lasciando che quest'ultima sensazione si fonda nella completa
apertura, ci si muove nella sfera della meditazione senza forma.

Probabilmente questa descrizione apparirà vaga ed inadeguata. Questo è
inevitabile perché si tenta di descrivere ciò che non solo è oltre le
parole, ma anche oltre il pensiero. È un invito alla pratica di ciò
che è, essenzialmente, uno stato dell'essere.

Queste parole sono una forma semplice di upaya, un'allusione che se
raccolta potrebbe far sorgere spontaneamente la propria innata
saggezza e la propria azione naturalmente perfetta.

A volte nella meditazione si potrebbe far esperienza di un intervallo,
di uno spazio vuoto nella propria normale consapevolezza, una
improvvisa e completa apertura. Questa esperienza sorge quando uno
abbia cessato di pensare in termini di meditazione e oggetto della
meditazione.

Si tratta di uno sguardo veloce sulla realtà, un lampo improvviso che
accade dapprima con scarsa frequenza, e poi, con la pratica continua,
più e più frequentemente. Potrebbe non essere un'esperienza
particolarmente devastante o esplosiva, ma solo un momento di grande
semplicità.

Non fate l'errore di cercare deliberatamente di forzare queste
esperienze a ritornare, perché ciò tradisce la naturalezza e la
spontaneità della realtà.

Che questo scritto possa essere utile a molti.

Luigi
Per info:
luiscer@tiscali.it

Sito web:
www.vitamigliore.org

Lapacho

Le proprietà curative di questa pianta mi sembrano particolarmente interessanti.




Gli indigeni sudamericani raccolgono da migliaia d’anni la parte interna della corteccia di un albero chiamato appunto Lapacho (Tabebuia Avellanadae). Questo
albero che cresce nelle foreste amazzoniche e nelle montagne di Paraguay, Argentina, Brasile e le zone montagnose della Bolivia e del Perù ha la particolarità
che la sua corteccia appena tolta ricresce molto velocemente senza arrecare alcun danno alla pianta stessa.

Il Lapacho appartiene alla famiglia delle Bignoniacee ed è anche noto col nome portoghese di pau d’arcu, che significa “bastone per archi”.

I suoi fiori I fiori sono gialli con varietà rosa, rossi e purpurei; il frutto è una lunga capsula legnosa con all’interno dei semi alati.

Recenti ricerche hanno dimostrato che il Lapacho è efficace nella riduzione di infiammazioni, dolori ed impurità, nella funzione antimicrobica, antiparassitaria
ed antifungine, stimola il sistema auto-immunitario, ha un’azione antiossidante con un utilizzo simile a quello dell’Echinacea e del Ginseng e non contiene
caffeina.

Questa pianta contiene grandi speranze per l’effettivo trattamento di alcuni tumori, tra cui la Leucemia, della Candida e di altre fastidiose infezioni,
così come di malattie debilitanti (incluso l’artrite) e una moltitudine di altri disturbi.

Il Lapacho può essere usato periodicamente come prevenzione durante la stagione fredda e tutte le volte che la possibilità di infezioni è elevata. La nostra
salute sia fisica che mentale dipende esclusivamente dallo stato dei liquidi del nostro corpo e cioè sangue, linfa e liquidi cellulari che se vengono danneggiati
portano i nostri organi ad ammalarsi.

La maggior parte delle cause delle malattie vanno ricercate nella contaminazione e avvelenamento dei liquidi del nostro corpo dovuto a una nutrizione non
corretta e a un modo di vivere sbagliato; infatti la cattiva alimentazione, il digiuno prolungato e l’uso di troppa carne portano lo stomaco e l’apparato
digerente in generale a uno stato di affaticamento tale per cui si ha un calo della forma fisica.

Attraverso una cattiva digestione, dovuta anche al mangiar in fretta, si arriva alla formazione di feci dure e ad un aumento dei microbi parassiti che con
la produzione dei loro veleni alterano la flora intestinale; per cui in un certo senso l’intestino diventa la fabbrica dei veleni per il nostro corpo che
poi raggiungono il fegato ed entrano nelle cellule di tutto l’organismo. E’ quindi necessario disintossicare l’organismo e ripristinare la flora batterica.

Il Lapacho stimola la produzione delle cellule della serie rossa e per la sua azione depurativa e utile anche nelle affezioni cutanee dovute a una diminuita
eliminazione dei prodotti di scarto metabolico.

lapacho rosso
Il Lapacho è una delle piante migliori per la purificazione dell’organismo, senza richiedere un grosso dispendio di energia; esso infatti aiuta a ristabilizzare
le difese del proprio corpo rafforzando il sistema immunitario.

Il nostro corpo è, almeno apparentemente, insensibile agli agenti patogeni e ai materiali velenosi che però giornalmente disturbano l’equilibrio dell’organismo.
Esso è anche in grado di sviluppare anticorpi, se necessari, ma la vera difesa è data dalla salute che è strettamente legata al corretto funzionamento
del fegato, reni e sistema linfatico.

II Lapacho è per il fegato e il sistema linfatico la pianta migliore, mentre i reni possono migliorare la loro attività con Solidago, Ortosiphon, Barbe
del mais e altre piante, arrivando cosi a ridurre il rischio di malattie.

Ricordiamo che le piante ad azione purificante e disintossicante spesso sono più efficaci di qualsiasi altra terapia.

Il Lapacho contiene anche una speciale combinazione e concentrazione di sali minerali abbastanza rari o elementi in tracce: calcio, magnesio, fosforo, zinco,
cromo, silicio, manganese, molibdeno, rame, ferro, potassio, sodio, cobalto, boro, oro, argento, stronzio, bario, nichel.
 Da Filippo Tartaglini

Che Per info:
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S

09 settembre 2012

L'ascolto del sottile



 L'ascolto del "sottile"
di Sahaja Ellero

La meditazione è ascolto. È un processo di ritorno al nostro centro. È
imparare a confrontarci con la vita e con il nostro ambiente partendo
da chi noi siamo e non da come gli altri cercano di definirci.

Nella costante frenesia delle nostre vite, capita a volte che
diventiamo simili a strumenti musicali stonati: poiché non siamo più
in grado di udire le note fondamentali in noi stessi, la nostra
interazione con la vita e con gli altri produce solo dissonanze. Ci
sentiamo allora scollegati dal nostro centro, immersi in una realtà
ostile, insicuri sulla strada da seguire e incapaci di fluire con
l'eterno flusso della Vita.

La meditazione è il mezzo per "accordare" il nostro strumento. Ci
insegna ad ascoltare le note fondamentali del nostro essere. Così come
un violinista, mentre accorda il suo violino, deve ascoltare con
attenzione certe note chiave, anche noi dobbiamo ascoltare quello che
la vita cerca di dirci, sia per mezzo di eventi e di persone, sia per
mezzo dei sussurri della nostra anima.

Con il silenzio nato dalla meditazione, la nostra mente impara un po'
alla volta a sospendere la sua abituale attività di analizzare, di
soppesare alternative, di "parlare" così tanto da non poter udire le
melodie che la supercoscienza le invia.

Per qualche minuto, proviamo dunque a fermare questo processo.
Cerchiamo di entrare in quello stato di coscienza che è lì prima
ancora che comincino i pensieri. Via via che diventiamo calmi,
riusciamo più facilmente ad ascoltare il silenzio interiore.

"Ascoltare" significa essere pienamente consapevoli, senza scivolare
via con la mente in un piacevole stato subconscio, ma elevandoci fino
a uno stato di coscienza più elevato.

Ci sono infatti tre stati di coscienza: non solo quello conscio e
quello subconscio, ma anche quello superconscio. "La mente conscia è
il nostro stato abituale di veglia e rappresenta solo una piccola
parte della coscienza totale"....

"La mente conscia è il nostro stato abituale di veglia e rappresenta
solo una piccola parte della coscienza totale" scrive Swami
Kriyananda, da oltre trent'anni uno dei massimi esponenti dello Yoga
in Occidente, nel suo libro "Io amo meditare (Ananda Edizioni)", un
prezioso manuale ricco di consigli pratici sia per chi vuole imparare
a meditare che per chi medità già. "Una parte di gran lunga più vasta
giace nel subconscio, che è la parte nascosta ma spesso dominante
della nostra psiche. Il subconscio è come un immenso oceano, con i
suoi fondali di montagne, vallate e vaste pianure. La consapevolezza
cosciente emerge da questo oceano come una piccola isola; invisibile
al suo abitante è l'immensa regione subacquea che la circonda: le
infinite abitudini, tendenze e sensazioni indistinte che giacciono
sotto la mente conscia e rappresentano una zona più indistinta,
nondimeno molto reale, della nostra consapevolezza totale".

La supercoscienza, al contrario, rappresenta un grado molto più
elevato di consapevolezza; anzi, è la vera fonte di tutta la
consapevolezza. Sia la mente conscia sia quella subconscia si limitano
a filtrare quella consapevolezza più elevata, abbassandola, per così
dire, come il trasformatore converte un voltaggio elevato in uno
inferiore e fa sì che la corrente elettrica possa essere utilizzata
nelle case.

"Si può paragonare la supercoscienza al cielo infinito sopra di noi,
con le sue innumerevoli stelle" scrive ancora Kriyananda. "Sappiamo
che le stelle sono sempre lassù, scintillanti, eppure possiamo vederle
unicamente quando il sole non le oscura inondando il cielo con la sua
luce. La luce del sole, in questa analogia, rappresenta i pensieri e
le emozioni generati dall'ego, che offuscano la consapevolezza
supercosciente nel cielo della nostra mente. La supercoscienza è
comunque sempre con noi; semplicemente, non è attiva nel normale stato
di veglia cosciente".

La supercoscienza è situata, come dice il nome, al di sopra del nostro
stato di veglia cosciente. Da quel livello superiore provengono
occasionalmente profonde intuizioni e ispirazioni, quando la mente si
trova in uno stato di calma e di elevazione spirituale. Queste
intuizioni, a volte, penetrano la luce dello stato di veglia dell'ego,
come le splendenti comete che a volte si intravedono nel cielo anche
in una giornata luminosa.

La supercoscienza è il regno dell'autentica intuizione. È qui che
sperimentiamo l'estasi nei momenti di intensa preghiera o di
elevazione interiore, quando l'irrequietudine dell'ego è stata per un
attimo domata. È qui che sperimentiamo la nostra Essenza più profonda:
la pace, la gioia, l'amore del nostro vero Sé.

Attraverso la meditazione, mantenendo la mente in uno stato di
ricettività, impariamo presto ad ascoltare questa verità interiore,
nella tranquilla consapevolezza della supercoscienza. La meditazione
quotidiana ci guida allora alla pace che abbiamo così a lungo cercato:
la pace dell'anima che ci attende al centro del nostro vero essere.

Che questo scritto possa essere utile a molti.
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Sito web:
www.vitamigliore.org
 

26 agosto 2012


Questo è un articolo apparso sulla Stampa di qualche giorno fa'.
Credo che sia utile dedicare un po' di attenzione. 

La chemioterapia, uno dei trattamenti più utilizzati nella lotta al cancro, pare possa invece favorirne la crescita secondo uno studio pubblicato su “Nature”.
A dare l’inquietante notizia è stato il dottor Peter Nelson e colleghi del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, Washington (Usa) i qualihanno scoperto che il trattamento con la chemioterapia può timolare nelle cellule sane che si trovano intorno al tumore della prostata – ma anche del
seno e delle ovaie – la secrezione di una prena che favorisce la crescita del tumore e, in più, lo rende resistente a ulteriori trattamenti.
’aumento della proteina WNT16B interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e,  importante di tutto, resistere ai successivi
attamenti anti-tumorali era del tutto inattesa», spiega Nelson. Una scoperta inattesa, sì, ma che tuttavia onferma precedenti ricerche che suggerivano
ome certi tipi di tumore rispondano bene ai primi trattamenti chemioterapici salvo poi ricrescere in fretta e iluppare una maggiore resistenza a ulteriori
tamenti.
I nostri risultati indicano che il danno nelle cellule benigne può direttamente contribuire a rafforzare la crescita “cinetica” del cancro», scrivono
gli autori. La soluzione, al momento, potrebbe essere quella di trovare un metodo per cui si possa ovviare a questo effetto indesiderato della chemio:
«per esempio, un anticorpo alla WNT16B, assunto durante alla chemioterapia, potrebbe migliorarne la risposta uccidendo più cellule tumorali. In alternativa,
per info:
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Sito web:
www.vitamigliore.org potrebbero ridurre le dosi della chemio», concludono gli scienziati.
salute

25 agosto 2012

il fluoro abbassa il qi


Tra le tante informazioni che spesso non vengono divulgate, c’è anche questa:


 : Il fluoro abbassa il QI
Inviato da
Redazione
il 16/8/2012 21:40:00 (3811 letture)

Un importante studio di Harvard pubblicato su un giornale del governo federale conferma che il fluoro abbassa il QI

di Anthony Gucciardi

Se il collegamento scientifico tra esposizione al fluoro e diminuzione del Quoziente Intellettivo (QI) è una tesi da 'cospirazionisti', anche i ricercatori
di Harvard, che proprio di recente hanno confermato l'esistenza di questo collegamento, saranno messi alla berlina dagli organi di informazione medica.
Nel recensire una varietà di studi che hanno dimostrato quanto il fluoro possa danneggiare il cervello e, di conseguenza, il vostro QI, gli scienziati
dell'Università di Harvard hanno dichiarato che "i nostri risultati supportano la possibilità che le esposizioni al fluoruro producano effetti avversi
sullo sviluppo neurologico dei bambini."

Ma ciò che è davvero rilevante di questo studio è dove è stato pubblicato. Gli autori infatti hanno pubblicato le loro conclusioni online nell'edizione
del 20 luglio della Environmental Health Perspectives ['Prospettive di Salute Ambientale', ndt], un'importante rivista medica governativa, organo del National
Institute of Environmental Health Sciences [l'Istituto Nazionale delle Scienze della salute ambientale, ndt] degli Stati Uniti. Si tratta, cioè, delle
stesse istituzioni che hanno sempre ribadito la perfetta salubrità della fluorizzazione dell'acqua, oltre che la sua efficacia nel tutelare la salute dei
cittadini che lo consumano ogni giorno.

In passato, però, il governo degli Stati Uniti è stato costretto a richiedere un abbassamento dei livelli di fluorizzazione, ...

... dopo che una ricerca precedente aveva evidenziato il legame tra l'esposizione al fluoruro e una serie di effetti neurotossici [cioè tossici per il
sistema nervoso, ndt]. La tossicità del fluoro per il corpo è stata evidenziata più esplicitamente in alcune ricerche più recenti, condotte a Harvard.
In una dichiarazione scritta, i ricercatori indicano che: "I bambini nelle zone ad alta concentrazione di fluoro [nell'acqua, ndt] hanno QI significativamente
inferiore rispetto a coloro che vivevano in aree a bassa concentrazione di fluoro."

Il fluoro abbassa il QI ed incrementa la crescita tumorale

Nessuna sorpresa per coloro che hanno seguito la ricerca sul fluoro nel corso degli ultimi anni. Già nel 1977, per esempio, gli studi epidemiologici condotti
dal Dott. Dean Burk, a capo della Sezione Citochimica del National Cancer Institute [Istituto Nazionale per il Cancro, ndt] rivelava che l'esposizione
al fluoro produce un aumento della crescita del tumore, anche quando presente a livelli minimi [inferiori ad 1 ppm, cioè un milionesimo in rapporto all'unità
di misura utilizzata, che negli Usa è lo standard per la presenza del fluoro nell'acqua potabile, ndt]. Nella sua ricerca rileva infatti un'accelerazione
del tasso di crescita del tumore del 25%, ma mostra anche esplicitamente come il fluoruro produca tumori melanotici [legati alla presenza di un melanoma,
ndt], trasformi le cellule normali in cellule tumorali e aumenti la carcinogenesi di altri prodotti chimici [cioè aumenta il potenziale cancerogeno degli
elementi a cui è associato, ndt]. Sempre nello studio del 1977, il dottor Burk stimava nel numero di 10.000 i morti causati proprio dalla fluorizzazione.

Non desterà sorpresa, quindi, che persino l'EPA – un'agenzia incaricata di proteggere la gente – abbia classificato il fluoro come una sostanza che presenta
“prove sostanziali di neurotossicità per lo sviluppo". Forse anche l'EPA è gestito da piagnucolanti teorici della cospirazione. Sempre gli autori dello
studio, spiegano poi come il fluoro attacchi effettivamente il cervello in bambini non ancora nati, lanciando un assalto diretto sul loro sviluppo neurologico:
"Il fluoro attraversa rapidamente la placenta. L'esposizione al fluoruro per il cervello in fase di sviluppo, che è molto più suscettibile al danno causato
da sostanze tossiche rispetto al cervello maturo, può eventualmente condurre a danni di natura permanente".

Ma il governo degli Stati Uniti risponderà allo studio? Come accennato, gli studi che hanno esposto la stessa correlazione tra abbassamento del QI ed assunzione
di fluoro sono molti. Il Prof. Paul Connett, direttore del Fluoride Action Network, è stato uno dei molti attivisti a parlare apertamente dell'ultimo studio
per evidenziare quest'associazione. Al momento, ci sono stati 23 studi precedenti in materia e Connett ha ritenuto questo 24esimo di gran lunga il più
forte. E cosa è stato fatto? Purtroppo, è stato 'nascosto sotto il tappeto' da parte delle organizzazioni sanitarie principali, che continuano ad affermare
che il fluoro sia perfettamente sicuro. Alcuni addirittura raccomandano di integrare la sua assenza assumendo apposite pillole di fluoro.

Di quest'ultimo studio, infatti, Connett ha detto: "In questo studio abbiamo trovato una relazione significativa tra la quantità di fluoro presente nel
sangue ed il QI dei bambini ... Questo è il 24esimo studio ad aver individuato questa associazione, ma qui è più marcata che in tutti gli altri."

Anche quest'ultimo studio, che ha alle spalle Harvard, sarà ignorato dalle principali istituzioni sanitarie pubbliche oppure potrà avere inizio un serio
cambiamento?

Anthony Gucciardi

Traduzione e adattamento di Jacopo Castellini per
Nexus Edizioni

Fonte:
Natural Society


02 agosto 2012

la conoscenza sciamanica silenziosa



CARLOS CASTANEDA: LA CCONOSCENZA SCIAMANICA SILINZIOSA DI: NELLO CECCON

 Il silenzio interiore è uno stato di coscienza in cui tutti i pensieri della mente si fermano, sono come congelati e inattivi. Nel silenzio è possibile sentire quello che proviene da spazi e tempi che vanno oltre ciò che la mente in condizioni normali può percepire. È possibile accedere a conoscenze che hanno molto poco di "umano" ma che nello stesso tempo appartengono profondamente all'umanità. Gli artisti nell'eseguire i loro lavori in modo consapevole o inconsapevole sono in questo particolare stato. Gli sciamani di tutto il mondo per portare guarigione, conoscenza e saggezza alla loro comunità hanno elaborato varie pratiche per giungere in modo tangibile ed affidabile al silenzio. Carlos Castaneda addestrato da don Juan Matus, uno sciamano Yaqui nel deserto di Sonora, ha descritto minuziosamente nei suoi ultimi libri come gli sciamani dell'Antico Messico entravano nella profondità del silenzio interiore attraverso i Passi Magici. Questi sono movimenti e respirazioni sognate dai veggenti del suo lignaggio, in tempi molto remoti e che hanno riportato in questa realtà con scopi pratici. Attraverso il silenzio interiore è possibile sconfiggere quello che in quasi tutte le tradizioni spirituali, dall'Oriente fino all'Occidente, viene individuato come il più grande ostacolo all'evoluzione del genere umano. La mente che interiormente continua a dire "io.., io., io,." con il suo rumore copre tutti gli altri segnali e le altre percezioni che sono disponibili all'uomo. Carlos Castaneda, nel suo libro "Tensegrità" racconta l'episodio in cui, avendo ottenuto il silenzio interiore, per la prima volta riuscì a "vedere", e la cosa che più lo sconvolse dell'episodio fu non tanto la visione di un paesaggio mai visto, di animali preistorici, di suoni ancestrali che riuscì a percepire in mezzo al traffico di Los Angeles, ma il fatto che in qualche modo queste cose le aveva percepite anche prima, da sempre. Lo sciamanesimo è la pratica più facile e nello stesso momento più difficile da vivere proprio per questo, perché spesso le cose arrivano in modo così semplice ed immediato che non ci rendiamo conto del loro intrinseco valore. La mente si mette d'ostacolo, complica ed offusca la percezione diretta, porta il giudizio, la mancanza di fiducia e svaluta ciò che invece avvertiamo con il cuore. Ma come possiamo raggiungere il silenzio interiore? Gli sciamani hanno sviluppato moltissimi stratagemmi per mettere da parte la mente. Il silenzio può durare qualche secondo oppure degli interi minuti, dipende dalle capacità individuali ed anche dai mezzi che vengono utilizzati. Chi riesce a superare una certa soglia è poi in grado di raggiungere il silenzio in modo spontaneo. Uno dei metodi più affascinante è quello che ha tramandato il lignaggio di Carlos Castaneda attraverso i Passi Magici, che utilizza alcuni movimenti del corpo. Secondo i veggenti del suo lignaggio oltre al corpo fisico abbiamo un corpo energetico, e questo è al di fuori del controllo della mente. I Passi Magici hanno la capacità di avvicinare i due corpi, fino ad unirli in una unità percettiva in grado di attingere alla conoscenza silenziosa, come venne definita dal suo maestro il nagual don Juan. I Passi Magici stimolano opportuni punti di collegamento tra il corpo fisico ed il corpo energetico ed attivano aree di energia che sono spesso inutilizzate. L'azione congiunta di questi due azioni porta ad una completa saturazione della mente, che non è più in grado di interferire con gli stati elevati di coscienza, permettendo a coloro che li praticano in modo disciplinato e sobrio, di vedere l'energia così come fluisce nell'universo. I Passi Magici tramandati per il silenzio interiore hanno nell'oscurità la loro fonte principale, proprio perché l'oscurità, togliendo all'organo più vicino alla mente, l'occhio, la possibilità di essere attivo, facilita quell'assenza di pensiero-verbalizzazione caratteristico dell'attività mentale. Sono movimenti molto elementari, come per esempio il tracciare con il piede o con le mani delle figure semplici, oppure esercitare pressione in alcune parti del corpo in sincronia con il respiro, che alterano in modo sottile ma profondo lo stato di coscienza. Questi movimenti permettono al corpo di assumere la consapevolezza che realmente gli appartiene, attivando aree che nella vita quotidiana sembrano non esistere, e conferiscono una carica di benessere facilmente percepibile. Uno dei più potenti strumenti per raggiungere il silenzio interiore è il tamburo. Con il battito monotono e continuato il cervello comincia a rallentare la sua attività, i pensieri vengono rapidamente messi da parte per lasciare spazio alla conoscenza non-verbale. In questo caso il passaggio dal dialogo interiore, cioè da quella serie di pensieri che continuamente sovraffollano la mente, ed il silenzio diventa graduale, la continuità del tamburo inoltre permette di ritornare al silenzio in ogni momento, anche se il dialogo è per qualche istante ritornato. Nel lignaggio di Carlos Castaneda il suono dei tamburi è utilizzato in abbinamento con alcuni passi simili ad una danza, per rinforzare l'effetto e per conferire all'intero corpo la percezione del silenzio. Quello che avviene tra due pensieri è silenzio interiore, ma quante volte succede questo a noi occidentali, completamente in balia degli stimoli esterni, come ad esempio radio, TV, cinema, computer?

 


 
CARLOS CASTANEDA: LA CCONOSCENZA SCIAMANICA SILINZIOSA DI: NELLO CECCON
 



Che questo scritto possa essere utile a molti.
Luigi
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