24 dicembre 2010

un piccolo regalo

Ricevo dall’amico Giuseppe questo scritto e mi piace con dividerlo con tutti voi.

Incarto un sorriso,
un pizzico di allegria.
Aggiungo la speranza
la pace nell'anima
e la gioia nel cuore.
Tolgo la disperazione
e il dolore e ci metto amore.
Aggiungo un caloroso
abbraccio fatto col cuore.
Ecco fatto,
è pronto il mio regalo.
Ed ora...
auguri a tutti!

Luigi

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19 dicembre 2010

Augurandoci la luce nel cuore

Ho ricevuto questo messaggio e lo pubblico con l’Augurio che possa essere di buon auspicio per tutti coloro che leggono, e che il nuovo anno porti ciò che è giusto per ognuno di voi e che possa soddisfare le vostre richieste:


Augurandoci la Luce nel cuore e le stelle negli occhi..
..Suoni sacri, puri, come questo potente mese di dicembre.

***
“A tutti Noi
che stiamo percorrendo un cammino spirituale,
e siamo anche su un continuo percorso di iniziazione.

...Queste esperienze iniziatorie creano uno spostamento della coscienza. Entrando nei riti di passaggio saremo condotti a lasciare andare quelle relazione e quei modi di vivere che non sono sani e armoniosi.
Non è veramente una scelta l’affrontare una iniziazione.
Una metafora che mi viene è che voi vorreste scendere dall’aeroplano mentre state volando a10.000-12.000 metri.
Il viaggio è in azione e non è possibile fermarlo.
Più smetti di resistere a quello che la vita ti porta e più facilmente puoi raggiungere dentro te stesso, e permettere allo spirito di guidarti passo per passo attraverso i posti oscuri della tua vita.
Vita è cambiamento.
E la vita e il cambiamento sono in movimento.
C’è un flusso alla vita.
La vita non è mai stagnante.
Quando apprendiamo ad “andare con il flusso” invece che resistere al flusso di energia, noi soffriamo meno.
Alcune persone stanno cercando di trattenere un vecchio stile di vita ed altre devono lasciarlo andare, e adesso stanno soffrendo la perdita poiché i vecchi stili di vita che non servono si stanno dissolvendo.
Quando siamo guidati dal nostro ego siamo veramente ingannati.
Quando siamo guidati dal nostro spirito e dalla divina conoscenza, ci spostiamo dagli stati più densi di coscienza. Ma quando ci spostiamo dagli stati densi di coscienza, abbiamo bisogno di dire addio a quello che ci sarà presentato.
Siate osservatori delle parole che usate per descrivere la vostra vita e il mondo.
Siate diligenti nello stare sinceramente ...dentro Ciò che SAPETE essere Puro e Vero.
Non ve la racontate.
Pagherete solo un conto più alto, poi.
E comunque tutti.
TUTTI si sta Viaggiando.
E ognuno è nel Posto Giusto al Momento Giusto.
Sempre.

Leggete libri e ascoltate le conferenze che vi ispirano.
E’ facile nel mezzo delle sfide nella vita, dimenticare quello che avete imparato.
E potreste avere bisogno delle parole di altri per aiutarvi a ricordare di stare sinceramente nel vostro percorso spirituale.
Questo, nel pianeta, è il momento per raccogliere la nostra forza spirituale, stare focalizzati e centrati.
Fate quello che dovete fare per avere il sostegno necessario proprio adesso per ricordare la verità su chi siete.
Voi siete la luce divina e siete in unità con la forza creativa dell’universo.
Siete amati e siete venuti qui per amare e per fare risplendere la vostra luce spirituale.
Il vostro ego viene scavato via in modo che possiate essere un faro di luce.
Quando vi arrendete alle iniziazioni della vita, il cammino verso la luce interiore, la conoscenza e l’amore vi sarà ovvio.
È nella resistenza che il cammino diventa nebuloso.
È nella resistenza che sperimentate paura e dolore.
La resa porta pace.
E’ ..Sacra Resa.

...

(tratto da “Stazione Celeste”)

Un Caloroso ABBRACCIO.

Luigi

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17 dicembre 2010

Fermarsi è la pratica basilare

Mentre in questo periodo di fine anno la maggior parte delle persone corrono freneticamente, vi propongo il brano che segue, sul quale vi invito a riflettere.



(di Thich Nhat Hanh)

--------------------------

"Fermarsi" è la pratica basilare della meditazione.

Per restare freschi come fiori, dobbiamo imparare come fermare
preoccupazioni, ansie, inquietudini e tristezze, in modo da ritrovare pace e
felicità e tornare a sorridere.

Quando le cose non vanno bene, è bene fermarsi, per impedire alle energie
sgradevoli e distruttive di continuare.

Fermarsi non significa reprimersi; significa, in primo luogo, calmarsi.

Se vogliamo che l'oceano stia calmo, non ne buttiamo via l'acqua. Tolta
l'acqua, non rimarrebbe nessun oceano.

Quando notiamo in noi la presenza di rabbia, paura e agitazione, non
dobbiamo buttarle via. Dobbiamo soltanto inspirare ed espirare
coscientemente e ciò basta a calmare la tempesta.

Ma non dobbiamo aspettare la tempesta per cominciare ad esercitarci.

Quando non stiamo soffrendo, il respiro cosciente ci farà sentire
meravigliosi, e questo è il modo migliore per prepararsi ad occuparsi delle
difficoltà quando insorgono.


Che questo scritto possa essere utile a molti.

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22 novembre 2010

Preghiera per un mondo unito

Questa preghiera mi sembra particolarmente adatta per il momento presente, anche se risale a diversi anni fa'.

PREGHIERA PER UN MONDO UNITO

Possano coloro che sono alla guida dei vari paesi e delle varie razze volgersi a comprendere che gli uomini di ogni nazione sono fisicamente e spiritualmente uguali. Fisicamente uguali perchè noi siamo i discendenti degli stessi progenitori, i simbolici Adamo ed Eva, e spiritualmente uguali perchè siamo figli immortali del nostro Padre comune, uniti dai legami eterni della fratellanza.
Preghiamo col cuore perchè si costituisca un Lega d'anime in un Mondo unito. Anche se sembriamo divisi dall'apparenza etnica, dai diversi credi, dal colore della pelle, dai pregiudizi politici e di classe, pure, come figli dell'unico Dio, siamo in grado di sentire nelle nostre anime la fratellanza e l'unità mondiale. Ci sia dato di lavorare per la creazione di un Mondo unito, cui ogni nazione collabori utilmente sotto la guida di Dio, operante attraverso la coscienza illuminata dell'uomo.
Tutti possiamo imparare a essere esenti da odio e da egoismo nel cuore. Preghiamo dunque per la buona armonia fra le nazioni, affincèh esse possano procedere fianco a fianco e accedere a una civiltà giusta e nuova.

di Paramahansa Yogananda

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08 novembre 2010

voi che veglieate sulle anime terrene

Rivolgersi ai defunti non sempre è una cosa producente, ma se ci si rivolge in modo appropriato può essere utile.Vi propongo alcuni versetti di r. Steiner.

Voi che vegliate sulle anime terrene,
voi che tessete intorno alle anime terrene,
spiriti tutelari che per la saggezza cosmica
operate con amore sulle anime umane,
ascoltate la nostra preghiera,
guardate il nostro amore;
devoti allo spirito e dando amore
vogliono unirsi
con le vostre irradianti forze di aiuto.


E per quelli che già ora sono passati per la porta della morte:

Voi che vegliate sulle anime nelle sfere,
voi che tessete intorno alle anime nelle sfere,
spiriti tutelari che per la saggezza cosmica
operate con amore sulle anime disincarnate,
ascoltate la nostra preghiera,
guardate il nostro amore;
presaghi dello spirito e irraggiando amore
vogliono unirsi
con le vostre fluenti forze d’aiuto.


RUDOLF STEINER
(da Morte sulla Terra e Vita nel Cosmo, prima conferenza)

Che questo scritto possa essere di beneficio a molti.

Luigi

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23 ottobre 2010

l'ascolto profondo è la via

Questo è un interessante messaggio di un Maestro attuale poco conosciuto che porto alla vostra attenzione.

L'ascolto profondo è la via>


°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Ascoltate in modo da dare all'altra persona un sollievo
ed una possibilità di esprimersi,
in modo che senta che finalmente qualcuno la capisce.

Se mantenete viva la compassione mentre ascoltate,
rabbia ed irritazione non potranno emergere.

Altrimenti, le cose che vi dirà,
toccheranno la vostra collera e la vostra sofferenza.
Solamente la compassione può proteggervi
dal divenire furiosi o pieni di disperazione.

La parola amorevole vi salverà.

L'ascolto compassionevole vi salverà.
Questo è un miracolo realizzato da noi stessi.

(Maestro Thich Nhat Hanh)

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17 ottobre 2010

L'importanza di essere indipendenti

Oggi vi invito a meditare sul brano che segue.

L'IMPORTANZA DI ESSERE INDIPENDENTI
Messaggio del Maestro Diwhal Khul (il Tibetano)
Vi ho consigliato di entrare in contatto con i canali spirituali che provengono dalla forza di Shamballa. Nel 1952 vi è stato difficile farlo; ora diversi canali sono stati formati per ampliare il vostro piano di coscienza. Siete ora al massimo della vostra prova.
Qualcuno (colui che vive una vita quieta e neutrale) supererà la prova. Altri la continueranno nella prossima vita. Ricordate che il primo requisito per riuscire è di essere soli, perché soltanto così imparerete ad essere liberi. Non vi dovete identificare con gli altri, sia criticando oppure seguendo gli altri, perché facendo in questo modo limitate la vostra libertà e vi immiserite. Dovete essere coscienti che lo Spirito che fluisce in voi, e in tutto ciò che vive, è imperituro e onnipotente.
Liberatevi dell'autorità dei Maestri, di Società esclusive o segrete, e dei misteri dove non ci sono misteri, perché non esistono misteri nell'insegnamento esoterico.
I Maestri dell'Età dell'Acquario non raccolgono seguaci attorno a sé, non pretendono lealtà e obbedienza, non chiudono la loro porta agli altri aspetti della verità, come è stato fatto nel passato, per le particolari esigenze esistenziali di quei tempi. Se qualcuno insegna, lo fa' considerando se stesso come il primo studente.

Che questo scritto possa essere utile a molti.

Luigi
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11 ottobre 2010

lentamente muore chi...

Qualche tempo fa’ questa poesia era già stata pubblicata ed era stata attribuita a Pablo Neruda, invecel’autrice è Martha medeiros.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e non cambia
colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e
i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che
fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi
non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor
proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della
propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa
domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

Martha Medeiros (Brasile)

Che questo scritto possa essere utile a molti.

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17 settembre 2010

I bambini dagli occhi di Sole

Questo scritto di SRI AUROBINDO di diversi anni fa’, probabilmente anticipava l’arrivo sulla terra dei cosidetti bambini “Indaco” E “Cristallo”.

I BAMBINI DAGLI OCCHI DI SOLE
Ho visto i luminosi pionieri
dell’Onnipotente
al confine dove il cielo si volge
verso la vita,
scendere le scale d’ambra
della nascita,
i precursori di una Divina moltitudine.
Essi venivano sul Sentiero
della Stella del Mattino
nella piccola stanza della vita
mortale.

Li ho visti attraversare
la penombra di una età
i bambini dagli occhi solari
portatori di una meravigliosa
Aurora,
i grandi creatori dal calmo aspetto.

Li ho visti
gli abbattitori delle barriere del mondo
i lottatori contro il destino
nato dalla paura.
Li ho visti
i lavoratori della Casa degli Dei,
i messaggeri di ciò che
non può essere comunicato,
gli architetti dell’immortalità.

Li ho visti
cadere nella sfera umana,
con i volti ancora luminosi
della Gloria Immortale,
con voci
che ancora parlavano
con i pensieri di Dio,
con i corpi resi splendenti
dalla Luce dello Spirito.

Portavano la Magica Parola,
il Mistico Fuoco,
la dionisiaca Coppa della Gioia.

Li ho visti, i bambini
che rendono l’uomo migliore,
coloro che cantano uno sconosciuto
Inno dell’Anima.
Ho sentito l’eco dei looro passi
nei corridoi del tempo.
Ho visto gli alti Sacerdoti della Saggezza,
della Dolcezza, della Potenza
e della Felicità Celeste,
i rivelatori delle vie solari della Bellezza,
i nuotatori delle acque tempestose
dell’Amore,
i danzatori che aprono le porte d’oro
del Nuovo Tempo.

Sono qui.
Camminano fra noi per mutare le sofferenze
in gioia,
per giustificare la Luce
sul Volto della Natura.

SRI AUROBINDO

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04 settembre 2010

per l'era di Michele

Ci stiamo avvicinando ormai all’inizio dell’autunno, il periodo dell’anno che Steiner chiama l’era di Michele, quindi voglio proporvi questo interessante scritto.

Dobbiamo sradicare
dall’anima
tutta la paura e il timore
di ciò che il futuro può portare
all’uomo.
...Dobbiamo acquisire
serenità
in tutti i sentimenti e sensazioni rispetto al
futuro.Dobbiamo guardare in avanti con assoluta equanimità verso tutto ciò che può venire.
E dobbiamo pensare che tutto ciò che verrà
ci sarà dato da una direzione del Mondo piena di
sapienza.Questo è parte di
ciò che dobbiamo imparare in questa era:
a saper vivere con assoluta
fiducia
nell’aiuto sempre presente del Mondo Spirituale.

In verità nulla avrà valore se ci manca il coraggio.
Discipliniamo la nostra volontà
e cerchiamo il risveglio interiore tutte le mattine e tutte le
notti

(Per l’era di Michele di Rudolf Steiner)

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29 agosto 2010

preghiera di Morrnah

Oggi voglio condividere con voi la preghiera che Morrnah recitava per aiutare a guarire centinaia se non migliaia di persone. È semplice ma potente:

Creatore divino, padre, madre e figlio in uno [...] Se io, la mia famiglia, i miei parenti e i miei avi abbiamo offeso te, la tua famiglia, i tuoi parenti e i tuoi avi con pensieri, parole, fatti e azioni, dall'inizio della nostra creazione al pre-
sente, ti chiediamo perdono [...] Lascia che questo pulisca, purifichi, liberi e tolga tutti i ricordi, i blocchi, le energie e le vibrazioni negative e trasformi queste energie indesiderate in pura luce [...] E che questo si compia.

— MORRNAH NALAMAKU SIMEONA,
Maestra superiore di Ho'oponopono, nominata nel 1983 Tesoro Vivente dello stato delle Hawaii dalla Hongwanji Mission di Honolulu e dal governo delle Hawaii


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la vita è un dono

Dopo questo periodo di ferie riprendo le pubblicazioni su questo blog con rinnovato vigore e passione, con la speranza che possano essere anche per voi i prossimi mesicolmi di nuove ed interessanti esperienze. Lo scritto che segue mi sembra un ottimo strumento per meditare.


" L'unica risorsa lungo la via è l'amore.E questo amore di cui parlano i Baul, o meglio l'amore cantato e danzato dai Baul, si nasconde dentro di te,nel nucleo del tuo essere.E' gia' presente:devi solo trovare un modo per raggiungere il tuo centro piu' intimo,l'adhor manush, l'uomo essenziale.Non è un risultato da conseguire :è gia' li.Non è qualcosa che ti devi guadagnare,è un dono del divino.I Baul dicono " come il corpo non puo' vivere senza respirare,cosi l'anima non puo'esistere senza amore."Quindi, che tu lo sappia o no,l'amore continua ad accadere dentro di te.Pulsa dentro di te, è la vita che pulsa in te: devi solo trovare un modo per accedervi,perche' ti sei spinto all'esterno,alla ricerca di altri tesori che non ti appartengono,alla ricerca di tesori che non potranno mai essere tuoi.E' questa la via per scoprire il mondo interiore.Quando sei in armonia ,quando dentro di te non esiste conflitto:
questa è la via ."

Tratto da " La vita è un dono "
OSHO

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11 agosto 2010

Il lavoro di K. Gibran

Mentre molte persone sono in vacanza , io voglio invitarvi a riflettere su questo brano di K. Gibran: "Il Lavoro"

Allora un contadino disse: Parlaci del Lavoro.

Ed egli rispose, dicendo:

Voi lavorate per mantenere il passo con la terra e con lo spirito della terra.

Poiché stare in ozio è diventare estraneo alle stagioni,

e allontanarsi dal corteo della vita che avanza maestosa e con fiera sottomissione verso l'infinito.

Quando voi lavorate siete un flauto che attraverso la sua anima trasforma in musica il mormorio della vita.

Chi vorrebbe essere una canna muta, quando tutte le altre cantano all'unisono?

Vi è stato sempre detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura.

Ma io vi dico che quando lavorate compite una parte del sogno più avanzato della terra,

che fu assegnata a voi quando quel sogno nacque.

E che sostenendo voi stessi col lavoro amate in verità la vita,

E che amare la vita nel lavoro è vivere intimamente con il più intimo segreto della vita.

Ma se nella vostra sofferenza dite che nascere è un tormento e sostentare la carne una maledizione scritta in fronte,

io vi rispondo che nulla tranne il sudore della fronte laverà ciò che vi è scritto.

Vi hanno anche detto che la vita è tenebre, e nella vostra stanchezza fate eco a ciò che dissero gli stanchi.

E io vi dico che la vita è davvero oscurità se è priva di slancio,

E che ogni slancio è cieco se non v'è conoscenza,

E ogni conoscenza è vana, se non v'è l'operare,

E ogni opera è vuota se è priva dell'amore.

Quando operate con amore legate voi a voi stessi, e l'uno all'altro,

e a Dio.

. . . . .

E che cos'è operare con amore?

È tessere la tela con i fili del cuore, come se dovesse indossarla il vostro Amato.

È costruire una casa con affetto, come se anche chi amate dovesse abitarla.

È seminare con dolcezza e mietere il grano con gioia, come se anche chi amate dovesse mangiarne.

È impregnare ogni cosa che plasmate con un soffio del vostro spirito,

E sapere che tutti i morti benedetti vi stanno intorno e vi osservano.

Vi ho udito spesso dire, come parlando nel sonno,

"Chi scolpisce nel marmo, e vi ritrova la forma del suo animo, è più nobile di chi ara la terra;

E chi afferra l'arcobaleno e lo distende su una tela nelle sembianze

di un uomo, è maggiore di chi fabbrica i sandali per i nostri piedi".

Ma io, non in sonno, ma nella più lucida veglia meridiana,

vi dico che il vento non parla più soavemente alle querce giganti che al più minuscolo filo d'erba;

E che grande è soltanto chi trasforma la voce del vento in un canto reso più dolce dal suo amore.

L'opera è amore che si fa visibile.

Se non potete lavorare con amore, ma solo con riluttanza,

allora è meglio lasciare il lavoro e sedere alla porta del tempio e accettare elemosine da chi lavora con gioia.

Perché se fate il pane con indifferenza, farete un pane amaro che nutre solo a metà.

E se spremete l'uva con astio, il vostro astio distillerà un veleno nel vino.

E se anche cantate come angeli, e non amate il canto,

chiuderete le orecchie dell'uomo alle voci del giorno e della notte.

Da: Il Profeta di Kahlil Gibran

Che questo scritto possa essere utile a molti.

Luigi

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24 luglio 2010

i sogni di Osho

i giorni in cui si ha più tempo per la meditazione, sono quelli in cui a volte costretti dalla calura si preferisce l'inattività, in attesa che il caldo si attenui e si possa riprendere il movimento.
Cogliamo l'occasione per meditare sul brano che segue di Osho.


I SOGNI>

(di Osho)

Tratto da: " Semi di Saggezza "

----------

n testo raro che raccoglie le prime impressioni di Osho dopo la sua
illuminazione. L'ignoto che gli ha appena spalancato le porte viene qui
tradotto in comprensioni sottili, inserite nella vita e negli interrogativi
di ogni giorno.

-------

"L'invisibile e l'ignoto hanno spalancato le loro porte serrate e ora vedo
un mondo che gli occhi non possono percepire, sento una musica che le
orecchie non possono udire. E ciò che ho trovato e conosciuto è in attesa di
fluire, simile a un corso d'acqua che ruscella a valle, dopo esser scaturito
sulla vetta di una montagna, e poi corre veloce ha fretta di raggiungere
l'oceano.

Ricorda che le nuvole cariche d'acqua devono sciogliersi in pioggia. E i
fiori, allorché fioriscono e traboccano di profumo, devono liberare la loro
fragranza, donandola ai venti. E una lampada accesa, inevitabilmente,
diffonde la sua luce intorno.

Qualcosa di simile è accaduto in me e i venti stanno trasportando i semi di
una rivoluzione interiore. Non so in quali campi arriveranno e chi si aprirà
a loro. Di una cosa sono certo: da semi come questi ho ottenuto i fiori
della vita, dell'immortalità, del divino. E in qualunque campo cadranno, il
terreno stesso si muterà nei fiori dell'immortalità. Voglio donare tutto ciò
che ho, qualsiasi cosa io sia, in quanto semi di saggezza, della
consapevolezza cosmica. L'amore dona in abbondanza ciò che si consegue
tramite la conoscenza. Tramite il sapere, si conosce Dio; in amore si
diventa Dio. La conoscenza è la disciplina spirituale, l'amore è la piena
realizzazione dell'essere."

--------------

- Chi mai vede i propri sogni appagati? -

Un giorno sostavo sulla sponda di un fiume. Ho visto una barchetta di carta
affondare.

Il giorno prima, dei bambini avevano costruito dei castelli con la sabbia
bagnata. Anche quelli, alla fine, sono crollati.

Ogni giorno affondano navi e crollano castelli.

Una donna si era avvicinata al fiume. I suoi sogni più cari non erano stati
appagati, aveva perso ogni interesse per la vita. Pensava di suicidarsi.
Tutto le sembrava assolutamente futile. Aveva gli occhi profondamente
incassati nelle orbite.

Le ho detto: "Chi mai vede i propri sogni appagati? Tutti i sogni alla fine
evocano l'infelicità; poiché, anche se una barchetta di carta prende il
largo, quanto potrà andare lontana? Lo sbaglio non sta nei sogni, poiché
ogni sogno è ovviamente irrealizzabile, nella sua pienezza. L'errore è
nostro: colui che sogna è addormentato; colui che dorme non può avere alcuna
esperienza reale. Al risveglio, vediamo di non aver affatto realizzato ciò
che credevamo fosse ormai nostro.

Anziché mettere a fuoco i sogni, guarda in faccia la verità. Guarda ciò che
esiste realmente. Solo questo ti può dare liberazione, solo questa barca è
reale. E solo questa barca ti condurrà alla suprema realizzazione della tua
esistenza.

Il sogno è morte, la verità è vita. Il sogno è sonno, la verità è essere
svegli. Svegliati e realizza il tuo essere. Finché la mente indugia nel
sogno, ciò che in te è testimone dei sogni, non può essere visto. Solo
questo testimone è verità. Solo il testimone è reale. Non appena lo
comprendiamo, possiamo ridere e lasciar perdere le navi che affondano e i
castelli che crollano."

(Osho)

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12 luglio 2010

comunicazione importante

Ritengo importante ricordare che il nome del sito che è indicato su alcuni post "migliorolamiavita" è stato sostituito con:
www.migliorarelapropriavita.it
Buona lettura.

Luigi

11 luglio 2010

da "petali sulle ceneri"

- da "Petali sulle ceneri" -


Questa poesia di Tagore mi sembra interessante e la propongo alla vostra attenzione.


Mi fermerò...
Mi fermerò,
senza dubbio stupito,
se mai ci ritroveremo
in una vita futura,
nel cammino e alla luce
d'un altro mondo
lontano.
Capirò che i tuoi occhi,
simili alle stelle dell'alba,
sono appartenuti a questo cielo notturno,
e dimenticato,
d'una vita passata.
Sì, comprenderò
che la magia del tuo viso
è pronta ancora
al balenare appassionato
del mio sguardo in un
incontro immemorabile,
e che al mio amore
tu devi un mistero
di cui non conosci
più l'origine.


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05 luglio 2010

Ascolta

In un momento di ispirazione.

Ascolta.

Ascolta il brillio della Luna:
nella notte dell'equinozio ti racconta leemozioni delle tenebre.

Ascolta l'energia del sole primaverile:
ti racconta la sorgente della vita.

Ascolta l'impeto del vento che accarezza i tuoi capelli:
ti racconta poesielontane.

Ascolta l'azzurro del cielo:
ti porta echi di mondi sconosciuti.

Ascolta il pulsare delle stelle:
ti guida verso nuovi confini.

Ascolta il mutar della forma delle nuvole bianche:
ti permette di conoscere nuove realtà.

Ascolta il profumo della terra:
ti aiuta conoscere le tue radici.

Ascolta il silenzio tra un battito e l'altro del tuo cuore:
ti potrai immergere nel vero Amore.


Luigi

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25 giugno 2010

parole sante

Oggi mi sembra utile invitarvi ad una riflessione sul seguente brano di Anthony De Mello.

Parole sante :-))


Brano di Anthony De Mello Brano da:

SCOPRI TE STESSO E RIPRENDITI LA VITA.

- Traduzione di Laura Cangemi -

***************
(Quattro passi verso la saggezza)

La prima cosa da fare e' entrare in contatto con i sentimenti negativi di cui non si e' consci. Un sacco di gente ha dei sentimenti negativi, senza rendersi conto di averli. Un sacco di gente e' depressa, senza rendersi conto di esserlo. E' solo entrando in contatto con la gioia che si rende conto di quanto sia stata depressa. Non si puo' affrontare un cancro che non si e' individuato. Non ci si puo' liberare degli insetti nocivi che infestano la propria azienda agricola, se non ci si e' resi conto della loro presenza.

La prima cosa da raggiungere e' la consapevolezza dei propri sentimenti negativi. Quali sentimenti negativi? La malinconia, per esempio. Ci si sente malinconici e di cattivo umore. Si prova odio nei confronti di se stessi, o dei sensi di colpa. La vita sembra non avere scopo, ne' senso. Ci si sente feriti, nervosi e tesi.

Prima di tutto, entrate in contatto con questi sentimenti.

Il secondo passo (si tratta di un programma diviso in quattro fasi) e' capire che il sentimento e' dentro di voi, non nella realta'. E' una cosa talmente evidente, ma le persone lo sanno? Non lo sanno, credetemi. Hanno il master e sono rettori di universita', ma non hanno capito questo.

A scuola non mi e' stato insegnato a vivere. Mi e' stato insegnato tutto il resto. Come ha detto qualcuno:

"Ho avuto un'ottima istruzione. Mi ci sono voluti degli anni per farmela passare".

La spiritualita' e' tutta qui, sapete? Disimparare. Disimparare tutte le scemenze che vi sono state insegnate. I sentimenti negativi sono dentro di voi, non nella realta'. Dunque, smettete di tentare di cambiare la realta'. E' una follia! Smettete di tentare di cambiare l'altro. Sciupiamo le nostre energie e il nostro tempo cercando di cambiare le circostanze esterne, cercando di cambiare il nostro coniuge, il nostro capo, i nostri amici, i nostri nemici e tutti gli altri. Non dobbiamo cambiare nulla. I sentimenti negativi sono dentro di (voi).

Nessuna persona al mondo ha il potere di rendervi infelici. Nessun evento al mondo ha il potere di turbarvi o farvi del male. Nessun evento, nessuna condizione, nessuna situazione, nessuna persona. Nessuno vi ha mai detto questo: vi e' sempre stato detto il contrario. Ecco perche' vi trovate nei pasticci, adesso. Ecco perche' siete addormentati.

Nessuno ve l'ha mai detto, ma e' evidente. Supponiamo che la pioggia rovini un pic.nic. Chi e' a reagire in modo negativo? La pioggia, o (voi)? E cosa provoca questo sentimento negativo? La pioggia o la vostra reazione? Quando sbattete il ginocchio contro il tavolo, il tavolo sta benissimo. Si occupa di fare quel che dovrebbe - e, cioe', il tavolo. Il dolore e' nel vostro ginocchio, non nel tavolo. I mistici continuano a tentare di farci capire che la realta' va bene cosi' com'e'.

La realta' non e' problematica. I problemi esistono soltanto nella mente umana. Anzi, potremmo aggiungere: nella mente umana stupida, addormentata. La realta' non e' problematica. Togliete gli esseri umani da questo pianeta, e la vita continuerebbe, la natura continuerebbe a svilupparsi in tutta la sua bellezza e la sua violenza. Dove starebbe il problema? Nessun problema. Voi avete creato il problema. Voi siete il problema. Vi siete identificati con il "me", ed e' questo il problema. Il sentimento e' dentro di voi, non nella realta'. Terza fase: mai identificarsi con quel sentimento. Non ha niente a che vedere con l'"io". Non definite la vostra essenza in termini di quel sentimento.

Non dite: "Sono depresso". Se volete dire: "C'e' depressione" va bene. Se volete dire che c'e' malinconia, va bene. Ma non dite: "Sono malinconico" - perche', in questo modo, vi definite alla luce di quel sentimento. E' questa illusione, e' questo il vostro errore. In questo momento c'e' una depressione, ci sono dei sentimenti feriti, ma cosi' sia, lasciateli stare. Passeranno. Tutto passa, tutto. Le vostre depressioni e le vostre emozioni non hanno niente a che vedere con la felicita'.

Quelle sono solo oscillazioni del pendolo. Se cercate eccitazione ed emozioni, preparatevi alla depressione. Volete la vostra droga? Preparatevi ai contraccolpi. Il pendolo oscilla da un estremo all'altro. Questo non ha niente a che vedere con l'"io", ne' con la felicita'. E' il "me". Se ve lo ricorderete, se lo ripeterete a voi stessi un migliaio di volte, se proverete questi tre passi un migliaio di volte, ci arriverete. Magari vi basteranno tre volte, o anche meno.

Non lo so: non ci sono regole. Ma fatelo mille volte, e farete la piu' grande scoperta della vostra vita. Al diavolo quelle miniere d'oro in Alaska. Cosa ve ne fareste di quell'oro? Se non si e' felici, non si puo' vivere. Mettiamo che abbiate trovato l'oro. Che importanza ha? Siete un re, una principessa. Siete liberi: non vi importa piu' di essere accettati o respinti, non fa alcuna differenza. Gli psicologi ci spiegano l'importanza del senso di appartenenza. Fandonie! Perche' volete appartenere a qualcuno? Non ha piu' importanza.

Un mio amico mi ha detto che c'e' una tribu' africana in cui la pena capitale consiste nell'ostracismo. Se voi foste buttati fuori da New York, o da dovunque abitiate, non per questo morireste. E come mai l'uomo di quella tribu' africana muore? Perche' anche lui e' vittima della comune stupidita' umana. Pensa che non potra' sopravvivere, senza appartenere a qualcosa. Ma non e' necessario appartenere a qualcuno, a qualcosa, o a un gruppo. Non e' nemmeno necessario innamorarsi. Chi ve l'ha detto? E' necessario essere liberi. E' necessario amare. E' tutto qui: questa e' la vostra vera natura.

Ma la verita' e' che mi state dicendo che volete essere desiderati. Volete essere applauditi, volete essere attraenti, con tutte le scimmiette che vi corrono dietro. State buttando via la vostra vita. (Svegliatevi)! Non ce n'e' bisogno. Potete essere felici e beati senza tutto questo. La vostra societa' non sara' lieta di sentire quello che ho detto, perche' quando si aprono gli occhi e si capisce questo concetto si diventa spaventosi. Come si puo' controllare una persona cosi'? Non ha bisogno di nessuno, non si sente minacciata dalle critiche, non si cura di quel che pensa o dice la gente di lei. Ha tagliato tutti questi fili: non e' piu' un pupazzo.

E' spaventoso. "Dobbiamo liberarcene. Dice la verità.; non ha piu' paura; non e' piu' umano". (Umano!) Guardate! Finalmente un essere umano! Si e' liberato della propria schiavitu', della propria prigione. Nessun evento giustifica un sentimento negativo. Non c'e' situazione al mondo che giustifichi un sentimento negativo. Ecco cosa hanno tentato di dirci, di urlarci i nostri mistici, fino ad avere la voce roca. Ma nessuno ascolta.

Il sentimento negativo e' dentro di voi.

Nel Bhagavad-Gita, il libro sacro degli induisti, Krishna dice ad Arjuna: "Buttati a capofitto nella battaglia, e tieni il tuo cuore ai piedi di loto del Signore".

E' una frase meravigliosa. Non dovete fare nulla per acquisire la felicita'. Il grande Meister Eckhart ha detto con parole superbe: "Dio non si raggiunge attraverso un processo di addizione di qualcosa nell'anima, ma attraverso un processo di sottrazione". Non si deve far nulla per essere liberi. Bisogna abbandonare qualcosa. Allora si e' liberi.

Mi viene in mente, a questo proposito un detenuto irlandese che, scavato un tunnel sotto il muro della prigione, riesce a fuggire. Sbuca nel bel mezzo del cortile di una scuola materna, dove stanno giocando dei bambini. Naturalmente, quando emerge dal tunnel, non riesce piu' a trattenersi e inizia a saltare e ballare, gridando: "Sono libero! Finalmente, dopo tre anni, sono libero!". Una bambina, a pochi passi da lui, gli lancia un'occhiata invidiosa e ribatte: "Beato te! A me ne restano altri due da passare qui dentro!".

La quarta fase: come si possono cambiare le cose? Come potete cambiare voi stessi? Ci sono molte cose da capire qui, o meglio, una sola cosa che si puo' esprimere in molti modi. Immaginate un paziente che va dal dottore per dirgli di cosa soffre. Il dottore dice: "Bene, ho capito i suoi sintomi. Lo sa cosa faro'? Prescrivero' un farmaco al suo vicino!". Il paziente risponde: "Grazie mille, dottore: mi sento gia' molto meglio".

Non e' assurdo? Eppure e' proprio quel che facciamo tutti noi. La persona addormentata pensa sempre che si sentira' meglio se sara' qualcun altro, a cambiare. Si soffre perche' si e' addormentati, pero' si pensa: "Come sarebbe meravigliosa la vita se qualcun altro cambiasse; come sarebbe meravigliosa la vita se il mio vicino cambiasse, mia moglie cambiasse, il mio corpo cambiasse". Vorremmo sempre che fosse qualcun altro a cambiare, in modo da sentirci meglio.

Ma vi siete mai accorti che anche se vostra moglie cambia, o vostro marito cambia, su di voi non ha alcun effetto? Siete vulnerabili tanto quanto prima; addormentati tanto quanto prima. Siete voi ad avere bisogno di cambiare, ad aver bisogno della medicina. Continuate a insistere: "Mi sento bene perche' il mondo va bene". (Sbagliato)!" Il mondo va bene perche' io mi sento bene. E' quel che dicono tutti i mistici. (Anthony De Mello)

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22 giugno 2010

lo yoga della meditazione e dei sogni

E’ con vero piacere che oggi vi invito a leggere questo brano di Youn Ronn, che è stato un mio maestro alcuni anni fa’.

Parte uno e due del Yoga della Meditazione e dei Sogni

Nascendo nella propria Natura nella Creazione ed entrando nel Mondo dei Viventi, ci accorgiamo di includere tutte le forme di vita di questo universo, nell’uguaglianza, e di parlare la lingua dell’Amore Divino. È la Natura dei Viventi e la Natura del Cuore della Compassione che sostengono e accolgono tutta la sofferenza. Abbandonato il possesso delle molteplici immagini di sé, della personalità e della forma materiale, non si è cittadini di un paese o del mondo, ma dell’universo. Nella nostra natura viviamo la Saggezza dell’Auto-conoscenza e cioè la saggezza e la potenza dell’Amore Divino. In questo luogo dell’Essere non c’è separazione dall’altro, non c’è sofferenza maggiore per l’uno o per l’altro, non c’è causa più grande per l’uno o per l’altro. Nel Mondo dei Viventi, l’abbraccio della Compassione-Amore avviene nell’uguaglianza, con la consapevolezza che tutte le forme radianti di coscienza della vita che si manifestano in tutti i mondi dell’esistenza sono totalmente interdipendenti per la loro esistenza, in quanto ognuno di essi manifesta la Super Intelligenza della Vita nel Sacro Corpo dell’Essere Assoluto.

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13 giugno 2010

I bambini dagli occhi di sole

Guardate e ascoltate con più attenzione i bambini che vi sono vicini, forse potrete scoprire molte cose che non immaginate.

I BAMBINI DAGLI OCCHI DI SOLE

Ho visto i luminosi pionieri
dell'Onnipotente
al confine dove il cielo si volge
verso la vita,
scendere le scale d'ambra
della nascita,
i precursori di una Divina moltitudine.
Essi venivano sul Sentiero
della Stella del Mattino
nella piccola stanza della vita
mortale.

Li ho visti attraversare
la penombra di una età
i bambini dagli occhi solari
portatori di una meravigliosa
Aurora,
i grandi creatori dal calmo aspetto.

Li ho visti
gli abbattitori delle barriere del mondo
i lottatori contro il destino
nato dalla paura.
Li ho visti
i lavoratori della Casa degli Dei,
i messaggeri di ciò che
non può essere comunicato,
gli architetti dell'immortalità.

Li ho visti
cadere nella sfera umana,
con i volti ancora luminosi
della Gloria Immortale,
con voci
che ancora parlavano
con i pensieri di Dio,
con i corpi resi splendenti
dalla Luce dello Spirito.

Portavano la Magica Parola,
il Mistico Fuoco,
la dionisiaca Coppa della Gioia.

Li ho visti, i bambini
che rendono l'uomo migliore,
coloro che cantano uno sconosciuto
Inno dell'Anima.
Ho sentito l'eco dei looro passi
nei corridoi del tempo.
Ho visto gli alti Sacerdoti della Saggezza,
della Dolcezza, della Potenza
e della Felicità Celeste,
i rivelatori delle vie solari della Bellezza,
i nuotatori delle acque tempestose
dell'Amore,
i danzatori che aprono le porte d'oro
del Nuovo Tempo.

Sono qui.
Camminano fra noi per mutare le sofferenze
in gioia,
per giustificare la Luce
sul Volto della Natura.


SRI AUROBINDO

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ancora sul respiro

Tempo fa’ ebbi già modo di scrivere sull’importanza della respirazione
Per mantenere una buona salute.
Mi sembra utile riportare anche queste indicazioni di Lowen, le quali se messe in pratica ci possono aiutare anche nella vita quotidiana.
Cinque minuti di respirazione completa, un paio di volte al giorno, ci possono aiutare a stare meglio.


LA RESPIRAZIONE
di Alexander Lowen

Il diritto di essere persona nasce con il primo respiro. L'intensità con cui avvertiamo questo diritto si riflette nel nostro modo di respirare. Se respirassimo tutti come fanno con naturalezza gli animali, il nostro livello energetico sarebbe alto e soffriremmo raramente di stanchezza e depressione cronica. Ma nella nostra cultura il respiro è pero lo più poco profondo e si ha la tendenza a trattenerlo. Peggio ancora, non ci si accorge neppure di avere problemi di respirazione. Ci si butta invece a capofitto nella vita, fermandosi di quando in quando solo per dire agli altri che “si ha appena il tempo di respirare”.

Oggi i programmi degli esercizi insistono soprattutto sul bisogno di respirare profondamente e lo yoga usa da sempre gli esercizi di respirazione nella sua pratica fisica e spirituale. Ma, per quanto preziosi, questi esercizi non spiegano perché le persone trovino tanto difficile respirare in modo naturale. […]

Come tutti sanno, la respirazione fornisce l'ossigeno necessario ad alimentare la fiamma del metabolismo. Purtroppo il corpo non ne può immagazzinare una quantità apprezzabile e se la respirazione si arresta anche per pochi minuti sopravviene la morte. (Si riesce invece a sopravvivere per giorni senza acqua e per mesi senza cibo.) Ma la respirazione non è semplicemente un'operazione meccanica: è un aspetto del fondamentale ritmo corporeo di espansione e contrazione che si manifesta anche ne battito cardiaco. Più ancora, è un'espressione della spiritualità del corpo. Dice la Bibbia che quando Dio creò l'uomo prese un pezzo di argilla e vi soffiò la vita. L'idea che l'aria contenga una qualche forza essenziale alla vita è un elemento importante anche nella filosofia indiana, in cui è chiamata prana. L'ossigeno è una tale forza vitale che ha il potere di infiammare una sostanza inerte come il legno. Ha la stessa proprietà dell'organismo vivente.

La respirazione ha un legame diretto con lo stato di eccitazione del corpo. Se siamo rilassati e calmi, respiriamo adagio e senza sforzo. Negli stati di profonda emozione la respirazione diventa più rapida e intensa. Se abbiamo paura, inspiriamo a scatti e tratteniamo il respiro. Se siamo tesi, la respirazione è poco profonda. È vero anche il contrario: inspirando profondamente favoriamo il rilassamento del corpo.

Ebbi la mia prima esperienza sul rapporto tra tensione e respirazione al corso allievi ufficiali di completamento, durante un addestramento con il fucile al poligono di tiro. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a piazzare un colpo sul bersaglio. Un istruttore che mi stava osservando mi suggerì di respirare profondamente tre volte e di premere adagio il grilletto durante l'ultima espirazione. Mi disse che, fino a quando avessi trattenuto il fiato mentre sparavo, avrei avuto il corpo teso e i sarebbe tramata la mano. Aveva ragione, come constatai quando ripresi a sparare. Questa esperienza mi impressionò, ma non feci nulla finchè non fui in terapia con Wilhelm Reich. Mi resi conto allora che spesso trattenevo il respiro, una tendenza che sono riuscito a contrastare concentrando l'attenzione sulla respirazione. Questo accorgimento mi è stato più volte utilissimo per ottenere il maggior rilassamento possibile durante il trattamento odontoiatrico. A meno che il dentista non debba usare il trapano in una zona ipersensibile, riesco facilmente a sopportare il dolore e non ho bisogno di anestesia. Negli anni seguenti alla terapia con Reich ho lavorato sulla mia respirazione, prima divenendone più consapevole, poi effettuando gli esercizi di respirazione bioenergetica […]. essi differiscono dai normali esercizi di respirazione perché mirano a far acquisire un modo di respirare profondo, naturale e involontario. Non insisterò mai abbastanza sull'importanza che ha avuto per me questo lavoro: ha migliorato la mia salute, ha dato più vigore alla mia vita e mi ha consentito di affrontare più liberamente e facilmente qualsiasi situazione di stress. Mi è stato particolarmente prezioso ogni volta che ho dovuto parlare in pubblico, perché mi ha messo in grado di evitare la tensione provocata dal trovarsi di fronte a numerosi ascoltatori.

È essenziale rendersi conto di come respiriamo, osservare se inspiriamo attraverso il naso o la bocca, o se tratteniamo il respiro. Il sospiro è un valido indizio poiché è una risposta all'azione di trattenere inconsciamente il respiro. La respirazione normale è un fenomeno udibile e diventa anche più udibile quando dormiamo. La respirazione quasi impercettibile è una respirazione seriamente inibita. Diversamente dal sospiro, in cui aria viene emessa, lo sbadiglio ne comporta l'introduzione. Lo sbadiglio è un segno di stanchezza o di sonno (sbadigliamo quando la nostra energia dev'essere reintegrata) o anche di noia. In una situazione stimolante ed eccitante la respirazione è forte e l'energia aumenta.

La respirazione naturale – ossia il modo di respirare del bambino o dell'animale – interessa l'intero corpo. Non tutte le parti vi sono impegnate attivamente, ma tutte sono influenzate in maggiore o minor misura dalle onde respiratorie che lo attraversano. Quando inspiriamo, l'onda parte dal profondo della cavità addominale e sale verso la testa. Quando espiriamo, scende dalla tersa verso i piedi. Le onde possono essere osservate facilmente, come può esserlo ogni disturbo del processo della respirazione. Un disturbo comune è l'arresto dell'onda a livello dell'ombelico o delle ossa pelviche, che le impedisce di far partecipare al processo respiratorio il bacino o la cavità addominale profonda, con il risultato di una respirazione debole. La respirazione profonda interessa la cavità addominale inferiore che si gonfia nell'inspirazione e si ripiega nell'espirazione. Può sembrare un'immagine sbagliata poiché, in realtà, l'aria non entra mai nella cavità addominale; tuttavia, quando respiriamo profondamente, la cavità addominale profonda si dilata e permette anche ai polmoni di dilatarsi più facilmente e completamente verso il basso. Poiché è in questa direzione che avviene la maggiore dilatazione dei polmoni, la respirazione diventa più agevole e al tempo stesso più piena. È così che respirano tutti i bambini piccoli.

Nella respirazione poco profonda i movimenti sono limitati al torace e alla zona del diaframma. Il movimento verso il basso del diaframma è ridotto costringendo i polmoni a dilatarsi verso l'esterno. Il corpo è così sottoposto a una tensione, perché la dilatazione della rigida cassa toracica richiede più sforzo di quella della cavità addominale. È lecito, chiedersi perché sia questa la forma di respirazione più comune, dal momento che comporta più lavoro e fa entrare meno ossigeno per lo sforzo. Per rispondere alla domanda occorre rendersi conto del nesso fra respirazione e sentimento.

Respirare profondamente è sentire profondamente. Se respiriamo in profondità nella cavità addominale, quella regione si anima. Se la nostra respirazione non è profonda, reprimiamo certi sentimenti associati all'addome. Uno di questi è la tristezza, poiché l'addome è interessato al pianto profondo, che è chiamato in inglese bell cry (pianto di pancia). C'è in quel pianto una profonda tristezza che in molti casi rasenta la disperazione. I bambini imparano assai presto nella vita che tirando in dentro la pancia e irrigidendola riescono a isolare sentimenti penosi di tristezza e dolore. Può sembrare elegante non avere un filo di pancia, come le modelle che compaiono generalmente sulle pagine delle riviste di moda mettendo in risalto la loro giovinezza. Ma un addome piatto denota una mancanza di pienezza della vita. Quando definiamo qualcosa come piatto intendiamo dire che manca di colore, di eccitamento, di gusto.

Ho udito spesso persone con l'addome piatto lamentarsi del loro vuoto interiore. Una scarsa sensibilità in questa parte del corpo significa anche che nel bacino mancano le dolce sensazioni sessuali di calore e fusione. Negli individui di questo tipo l'eccitazione sessuale è per lo più confinata ai soli organi genitali. È un problema che nasce dalla repressione delle sensazioni sessuali nell'infanzia. Se si preme sul ventre con un pungo non si avverta alcuna resistenza, come se nella parte inferiore dell'addome ci fosse un buco. Invece questo buco non lo si sente quando il ventre è pieno e arrotondato. In questi casi è necessario far compiere all'individuo una respirazione addominale profonda che possa ridare vita e sensibilità a quella parte del corpo.


Tratto da La Spiritualità del Corpo di Alexander Lowen.

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06 giugno 2010

sulla preghiera

Credo che questo brano sia conosciuto da molti, ma riportarlo alla memoria ci può aiutare a riflettere.

Sulla preghiera

Allora una sacerdotessa disse: Parlaci della Preghiera.

E lui rispose dicendo:

"Voi pregate nell'angoscia e nel bisogno, ma dovreste pregare anche nella
pienezza della gioia e nei giorni dell'abbondanza.

Perché non è forse la preghiera l'espansione di voi stessi nell'etere
vivente ?

Se riversare la vostra notte nello spazio vi conforta, è gioia anche
esprimere l'alba del vostro cuore.

E se non potete fare a meno di piangere quando l'anima vi chiama alla
preghiera, essa dovrebbe spingervi sempre e ancora al sorriso.

Pregando vi innalzate sino a incontrare nell'aria coloro che pregano nello
stesso istante, e non potete incontrarli che nella preghiera.

Perciò la visita a questo tempio invisibile non sia altro che estasi e dolce
comunione.

Giacche se entrate nel tempio soltanto per chiedere, voi non avrete.

E se entrate per umiliarvi, non sarete innalzati.

O se entrate a supplicare per il bene altrui, non sarete ascoltati.

Entrare nel tempio invisibile è sufficiente.

Con la parola io non posso insegnarvi a pregare.

Dio non ascolta le vostre parole, se non le pronuncia Egli stesso attraverso
le vostre labbra.

E io non posso insegnarvi la preghiera dei monti, dei mari e delle foreste.

Ma voi, nati dalle foreste, dai monti e dai mari, potete scoprire le loro
preghiere nel vostro cuore,

E se solo tendete l'orecchio nella quiete della notte, udrete nel silenzio:

"Dio nostro, ala di noi stessi, noi vogliamo secondo la tua volontà.

Desideriamo secondo il tuo desiderio.

Il tuo impero trasforma le nostre notti, che sono le tue notti, in giorni
che sono i tuoi giorni.

Nulla possiamo chiederti, perché tu conosci i nostri bisogni prima ancora
che nascano in noi.

Tu sei il nostro bisogno, e nel donarci più di te stesso, tutto ci doni".

-Kahlil Gibran -

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23 maggio 2010

l'opportunità delle avversità

CAROTE, UOVA E CAFFE'

una carota, un uovo e una tazza di caffè....
... quest'ultima non sarà mai più per te quello che è sempre stata, dopo
aver letto questo racconto.......

Una ragazza andò dalla madre per lamentarsi di come la vita fosse così
dura per lei.
Non sapeva più come cavarsela e aveva tanta voglia di piantare tutto,
era stanca di combattere con le vicende della vita.
Sembrava che, appena un problema era risolto, un altro ne sorgesse a
complicare le cose.

La madre la portò in cucina.
Riempì tre tegamini di acqua e li depose sul gas a fuoco alto.
Presto l'acqua cominciò a bollire.
Nel primo mise una carota, nel secondo un uovo, e nel terzo una manciata
di chicchi di caffè macinati.
Li lasciò bollire per un certo tempo senza dire niente.

Dopo circa venti minuti spense il fuoco.
Tirò fuori la carota e la depose su un piattino, così fece anche con
l'uovo, e versò il caffè, filtrandolo, in una tazza.

Rivolgendosi poi alla figlia, le chiese: "Dimmi cosa vedi."

"Una carota, un uovo e del caffè", rispose la figlia.

La madre le disse di avvicinarsi e di toccare la carota: lo fece e notò che
era soffice.
Poi la madre le disse di prendere in mano l'uovo e di romperlo: dopo averne
tolto il guscio, notò l'uovo indurito dalla bollitura.

Poi la madre disse alla figlia di sorseggiare il caffè.
La ragazza cominciò a sorridere al contatto con il ricco aroma del liquido
che beveva.

Poi, chiese alla madre: "Che cosa significa tutto questo?"

La madre le spiegò che ognuna delle tre cose aveva dovuto far fronte alla
stessa avversità: l'acqua bollente.
E ognuna di esse aveva reagito in modo diverso.

La carota era entrata nell'acqua forte e dura.... ma dopo aver lottato con
l'acqua bollente, si era rammollita e indebolita.

L'uovo era entrato nell'acqua fragile. Il guscio sottile proteggeva il suo
interno liquido, ma dopo aver lottato con l'acqua bollente si era indurito.

Il caffè macinato, invece, si era comportato in modo del tutto unico.
Dopo essere stato gettato nell'acqua bollente, esso aveva agito sull'acqua e
l'aveva trasformata!

"Con quale di questi tre ti identifichi", chiese la madre alla figlia?

"Quando l'avversità bussa alla tua porta, come rispondi?
Ti comporti come la carota, come l'uovo o come i grani di caffè macinati?

Chiediti sempre "a quale di questi tre rassomiglio?".
Sono come la carota, che sembra forte e dura, e poi a causa della
sofferenza e dell'avversità divento soffice e rammollita e perdo la mia
forza?

Sono come l'uovo, che all'inizio ha un cuore tenero e malleabile, ma cambia
con il calore?
Avevo un buon carattere e un'indole serena, poi a causa di una sofferenza
causata dalla morte di una persona cara o da una depressione,
una transazione finanziaria andata male o qualche altra prova, sono
diventato indurito e gelido?
Forse il mio guscio sembra sempre lo stesso,
ma all'interno mi sento amareggiato e indurito, con uno spirito arido e un
cuore duro?

Oppure, sono come il caffè macinato?
Se guardi bene, esso cambia l'acqua, cioè proprio quelle circostanze che
gli procurano sofferenza.
Quando l'acqua si scalda, il caffè comincia a emanare il suo aroma e la
sua fragranza.

Se sei come il caffè, quando le cose cominceranno ad andarti male, tu
diventerai migliore e cambierai la situazione che ti concerne.

Quando ti senti male, e le prove della vita sembrano essere enormi, cerchi
di elevarti ad un altro livello?
Come ti comporti nelle avversità?
Sei come una carota, un uovo o come i grani di caffè macinato?

Possa tu avere abbastanza gioia da renderti dolce,
abbastanza prove da renderti forte,
e abbastanza sofferenze da farti rimanere umano,
e abbastanza speranza da renderti felice.

Le persone più felici non sono quelle che hanno il meglio di tutto,
sono quelle che sanno cavare il meglio da quello che la vita riserva loro.
Il futuro più luminoso sarà sempre basato su un passato dimenticato.
Non puoi avanzare nella vita, se non lasci andare gli sbagli del tuo
passato e tutto quello che ti fa soffrire nel profondo.

Forse vorrai mandare questo messaggio alle persone che contano per te (io
l'ho appena fatto!),
a coloro che sono stati importanti per te in un modo o nell'altro,
a coloro che ti fanno sorridere quando ne hai più bisogno,
a coloro che ti fanno vedere il lato più bello della vita, quando sei "giù",
a coloro la cui amicizia ti è cara
ed a coloro che contano per te.

Auguro a tutti voi e anche a me, di essere come il caffè !!!

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22 maggio 2010

Petali sulle ceneri

- da "Petali sulle ceneri" -


Questa poesia di Tagore mi sembra interessante e la propongo alla vostra attenzione.


Mi fermerò...
Mi fermerò,
senza dubbio stupito,
se mai ci ritroveremo
in una vita futura,
nel cammino e alla luce
d'un altro mondo
lontano.
Capirò che i tuoi occhi,
simili alle stelle dell'alba,
sono appartenuti a questo cielo notturno,
e dimenticato,
d'una vita passata.
Sì, comprenderò
che la magia del tuo viso
è pronta ancora
al balenare appassionato
del mio sguardo in un
incontro immemorabile,
e che al mio amore
tu devi un mistero
di cui non conosci
più l'origine.


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16 maggio 2010

parabola sull'altruismo

Questa parabola non l'avevo mai sentita, ma mi sembra che l'immagine renda bne il concetto.
Oggetto 7%

A PRESCINDERE DALLA FEDE RELIGIOSA .......................
Un sant' uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese :
«Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno»
Dio condusse il sant'uomo verso due porte.
Ne aprì una e gli permise di guardare all'interno.
C'era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
Il sant' uomo sentì l'acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall' as-petto livido e malato.
Avevano tutti l'aria affamata.
Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglier-ne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lun-go del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".
Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta.
Dio l'aprì.
La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
C'era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece
venire l'acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cuc-chiai dai lunghi manici.
Questa volta, però, erano ben nutrite, felici e conversava-no tra di loro sorridendo.
Il sant'uomo disse a Dio : «Non capisco!»
E' semplice, - rispose Dio,- essi hanno imparato che il manico del cucchiaio troppo lungo, non consente di nu-trire sé stessi....ma permette di nutrire il proprio vicino.
Perciò hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri !
Quelli dell'altra tavola, invece, non pensano che a loro
stessi... Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura ... La differenza la portiamo dentro di noi!!!
Mi permetto di aggiungere..."Sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi.
I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono
perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo".

Mahatma Gandhi

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05 maggio 2010

Ancora sul silenzio

Questo brano di Jean Klein è un po' lungo, ma credo che valga la pena di dargli un'occhiata.

Jean Klein, «Il chiaro spazio della testimonianza» (Nuovo Messico, Agosto 1980)
da La naturalezza dell'essere


Che cosa posso fare per diventare più recettivo all'ultima realtà?
Non esiste un sistema, un metodo o una tecnica grazie ai quali avvicinarsi alla realtà. Essa rivela se stessa là dove ogni tecnica e ogni sistema falliscono, là dove si vede la futilità del volere. Allora la mente entra in uno stato di resa innocente.
Le tecniche servono soltanto a rendere la mente più affilata e ingegnosa: ma voi restate nelle sue reti, e per quanto possiate avere l'impressione di una trasformazione, di fatto state sempre giocando i vecchi giochi. È un circolo vizioso.
La libertà, l'umiltà e l'amore appaiono in modo istantaneo, mai come un raggiungimento. La mente, il processo mentale, si manifesta in termini di spazio e tempo. Ma la consapevolezza silenziosa non è condizionata né dallo spazio né dal tempo. Perciò un mentale limitato non potrà mai raggiungere l'assoluto grazie alla propria espansione. Ogni sforzo di questo tipo conduce soltanto al rafforzamento dell’ego.
Se voi fate attenzione mentre parliamo, in questo stato reale di attenzione la vostra mente compie una trasformazione. La cosa importante è l’atto dell'ascoltare, l'osservazione della vostra reazione a queste parole. Il vero ascolto coinvolge tutto il vostro essere, e in esso tutti i legami dell'ego si dissolvono. La mente entra allora in uno stato di grande vigilanza.
Quanto alla sua domanda in particolare, ogni metodo e ogni tecnica comportano una specializzazione e una localizzazione. Ma questo focalizzarsi su una parte non potrà mai condurla al tutto. Più lei si specializza, più il suo campo visivo si avvicina, ma la causa di base del conflitto psichico non viene rimossa. La tranquillità ottenuta attraverso le tecniche è soltanto una cosa di superficie, mentre persiste la causa più profonda del conflitto.
Come posso rendere la mia mente libera dal condizionamento?
La mente è funzione, energia in movimento. è un ascensore a diversi livelli di consapevolezza di esperienze passate, individuali e collettive. Senza memoria non c'è mente, perché i pensieri sono suoni, parole e simboli che appaiono nella memoria. La memoria stessa è condizionata, essendo basata sulla struttura piacere-pena: ogni piacere viene conservato, e tutto ciò che è spiacevole, penoso, viene relegato nella sfera dell'inconscio.
La funzione di base dell'organismo umano è la sopravvivenza. La sopravvivenza biologica è un istinto naturale, ma quella psicologica, finché essa è semplice sopravvivenza di una psiche centrata sul «me», è fonte di conflitto. Quello che noi generalmente chiamiamo «imparare» è un'appropriazione condizionata della sopravvivenza psicologica. La mente condizionata non può trasformarsi grazie al suo stesso sforzo, o ad un sistema basato su se stessa.
Allora come può verificarsi questa trasformazione, questa integrazione?
La mente deve pervenire ad uno stadio di silenzio, completamente vuota di paura, di desiderio e di ogni immagine. Questo non può essere ottenuto tramite la soppressione, ma con l'osservazione di ogni sensazione e pensiero che intervengano, senza qualificazione, condanna, giudizio o comparazione. Se è all’opera un’attenzione non motivata, il censore deve sparire.
Deve semplicemente essere presente uno sguardo tranquillo, rivolto a ciò che la mente compone. Scoprendo i fatti così come essi sono, l'agitazione si elimina, il movimento dei pensieri rallenta e possiamo osservare ogni pensiero, la sua causa e la formazione del suo contenuto. Diventiamo coscienti di ogni pensiero nella sua completezza, e in questa totalità non può esservi conflitto. Perciò rimane soltanto l'attenzione, soltanto un silenzio in cui non sussistono l'osservare e la cosa osservata.
Non forzate la vostra mente, guardate soltanto i suoi movimenti come se osservaste degli uccelli che volano. In questo sguardo sereno, tutte le vostre esperienze vengono a galla e si rivelano. Perché uno sguardo non motivato, non condizionato, non soltanto genera una grande energia, ma libera tutte le tensioni, ai vari livelli di inibizione. Allora vedete tutto ciò che siete, voi stessi.
Osservare ogni cosa con un'attenzione piena diventa uno stile di vita, un ritorno al vostro essere originale, naturalmente meditativo.
Come posso agire in modo da non creare altre reazioni, altro karma?
Finché amore e gentilezza saranno nel suo cuore, lei possiederà l'intelligenza atta a conoscere che cosa fare, quando e come agire. Quando la mente vede le sue limitazioni, i limiti dell'intelletto, nascono un'umiltà e un'innocenza che non sono oggetti di coltivazione, accumulazione o apprendimento, ma il risultato di una comprensione istantanea. Quando vede la sua impotenza, la sua debolezza, e nulla sta reagendo, allora arriva a un momento di resa, a una sosta silenziosa nella quale si trova in comunione con il silenzio, con l'ultima verità.
È questa realtà a trasformare la mente, e non uno sforzo o una decisione.
Sento di conoscere me stesso come qualcosa. Ho una certa consapevolezza delle mie forze psichiche e della mia debolezza, e sono consapevole anche della mancanza di una soddisfazione perfetta, altrimenti non sarei qui. C'è qualcosa che posso fare?
Se si osserva, vedrà che esercita una violenza sulla sua percezione. Lei interferisce costantemente, cercando di controllarla, di dirigerla. Il controllore appartiene a ciò che è controllato; entrambi sono oggetti, e un oggetto non può conoscerne un altro. Perciò lei deve lasciare che la percezione si riveli sempre di più, renderla completamente libera. Se le consente di manifestarsi, di aprirsi, essa la ricondurrà presto o tardi verso se stesso. Permetta al «lasciare la presa» di rivelare se stesso e sparirà il dinamismo del produrre.
Che cosa posso imparare dal conflitto?
Si renda conto che, sia nell'accettare che nel rifiutare, lei è condizionato, perché non vi è nulla da accettare o da rifiutare, (In un ascolto totale, in un'attenzione senza memoria, non vi è conflitto. Vi è soltanto il guardare. In un ascolto silenzioso, ciò che è detto, ciò che è udito e ciò che sorge come risposta e reazione, sono situati dentro il suo sé. Questa percezione della loro totalità, del loro tutto, è attenzione vera, e in essa non vi sono ne problemi ne condizionamenti. Vi è semplice libertà.
Che cosa intende quando dice che non vi è un attore nel fare, nel dire o nell’ascoltare?
In un’azione che sgorga dalla completezza non vi è un attore che agisce, vi è soltanto l'azione. Lei sta funzionando, e l'«io» è assente. Nel momento in cui il pensiero dell'io si forma, lei diventa cosciente di se stesso e cade nel conflitto. In assenza di questo pensiero non vi è colui che parla ne colui che ascolta, non vi è un soggetto che controlla un oggetto. Soltanto allora sussiste una completa armonia e in ogni circostanza si manifesta un'adeguatezza.
Qual è il posto dell'intelletto in un ascolto non condizionato?
L'intelletto è una difesa contro qualcosa che rifiuta o accetta. Una volta che ha visto, fuori della totalità, la verità di qualcosa, non c'è modo di sfuggirle. Lei vive con essa. Con questa comprensione completa, la mente non può schivare il cambiamento e la trasformazione si compie. Quando l'intelletto è assente, vi è un'attenzione totale; ascoltare e parlare possono apparire spontaneamente, ma essi sgorgano dalla realtà. Non vi è più una mente che produce. In un'attenzione silenziosa la mente è completamente vuota, perciò ciò che viene udito penetra profondamente. In uno stato di rifiuto o di accettazione esiste soltanto un gioco che si fa con le parole, con la memoria, con l'intelletto. Mentre in uno stato di ascolto silente non vi è neppure posto per il giusto e lo sbagliato, per la compensazione o la conclusione. Attraverso la conoscenza intuitiva, essi sono o non sono entrambi diventati conoscenza.
Diventi consapevole dei processi della sua mente e del suo corpo e comincerà a capire se stesso. Non c'è alcuna differenza tra comprendere se stessi e comprendere l'intero universo. La sua percezione apre completamente se stessa alla pienezza della realtà.
Si può «pensare» l'esperienza della realtà?
Un'esperienza accade. Non può essere pensata. Pensare non è un'esperienza diretta ma un inseguimento e una ripetizione della sensazione. In un'esperienza reale lo sperimentatore è totalmente assorbito nell'esperienza: essi sono una cosa sola, non c'è spazio per la memoria ne per l'identificazione. E una non esperienza perché non c'è nessuno che sperimenta alcunché.
In un campo come quello della tecnologia l'accumulazione delle esperienze è necessaria e non conduce ad un conflitto. Ma sul piano psicologico, che si articola sul binomio piacere-dispiacere, l'accumulazione delle esperienze rafforza l'ego e nega la possibilità dell'esperienza reale: la non-esperienza.
Il culmine maturo di un'esperienza è la libertà dell'uno, di quell'uno in cui non sussistono soggetto e oggetto. Non si tratta delT unità dell'esperienza mistica, che è ancora uno stato nel quale si entra e dal quale si esce. La vera esperienza non è una ricerca di piacere, a nessun livello, perché la soddisfazione è una sensazione che non è stata pienamente riassorbita. E ciò che rimane di un'esperienza incompleta, una ripetizione delle proiezioni della memoria. La mente allora si annoia e va alla ricerca di nuove esperienze.
Nella vera non-esperienza non ci sono residui. Essa ci riconduce in ogni istante alla nostra natura senza tempo.
Come posso liberarmi dal tedio che avverto sovente?
Se noi viviamo superficialmente e ce ne rendiamo conto, diventiamo consapevoli di un profondo senso di sconforto che può apparirci come tedio. Ci accorgiamo di andare da una compensazione ali'altra. Guardate questi momenti di tedio. Percepiteli veramente, senza giustificazioni e concettualizzazioni. Dovete dare via libera alla percezione, lasciare che essa si dispieghi nella vostra consapevolezza. Allora ha luogo una trasformazione ad ogni livello. Tutta l'energia che era dispersa e localizzata in abitudini che si erano fissate, diviene libera, viene riorchestrata. Ogni circostanza sollecita una riarmonizzazione dell'energia ed essa si adegua perfettamente alla situazione.
Nella completa riorchestrazione che ha luogo, l'energia che prima era stata dissipata in una dimensione psicologica «ritorna» e svanisce nella nostra presenza senza tempo.
Lei dice che quando viviamo liberi dalla relazione soggetto-oggetto viviamo fuori del tempo. Ma i nostri corpi appaiono e scompaiono, il sole nasce e tramonta, perciò in definitiva non siamo forse legati al tempo?
Lei ha chiaramente presente che cosa intende per «tempo»? Il fatto è che l’uomo sta sempre creando il tempo. Il tempo psicologico è pensiero basato sulla memoria. Esso è essenzialmente il passato, e noi riviviamo costantemente il passato attraverso il pensiero. Infatti ciò che chiamiamo futuro è soltanto un passato modificato. Il tempo psicologico non è mai nel presente, e ? nel? adesso, ma va come un pendolo in costante movimento dal passato al presente, in rapida successione. Esso esiste soltanto sul piano orizzontale dell’avere-diventare, piacere-dispiacere, attrazione-repulsione, sicurezza-insicurezza. Esso è la fonte della miseria e del conflitto.
La comprensione del tempo e dello spazio psicologico è la via verso la meditazione e la vera vita. Anche il tempo cronologico, astronomico, è basato sulla memoria, tuttavia si tratta di una memoria puramente funzionale, libera dall’intervento dell’ego, della volontà. È essenzialmente presente. Gli eventi procedono in successione ordinata, e poiché non si registra un movimento tra il cosiddetto passato e il futuro, non vi è conflitto.
La vita è presente, ma quando pensiamo lo facciamo in termini di passato e di futuro. Vivere nell’adesso implica una mente libera da un fine da raggiungere e dalla tendenza a ricapitolare, libera dall'afferrare e dal lottare.
Nel presente non vi è pensiero; i pensieri sono fusi in un tutto. La vita nell'istante contiene ogni possibile accadimento, così che non vi è posto per il tempo. Tutto può essere così riassunto: il tempo è pensiero e il pensiero appare nel tempo. La bellezza e la gioia si rivelano soltanto nell'adesso.
Lei dice spesso che l’azione giusta non è una questione di moralità ma nasce naturalmente dalla spontaneità. Come posso pervenire a questa spontaneità?
La spontaneità proviene dall'ascolto e ha come risultato la comprensione. In un ascolto non condizionato, che è silenzio, libertà da ogni agitazione e concetto, la situazione viene vista nella sua interezza ed è da questo sguardo globale che sgorga l'azione spontanea, appropriata.
è ovvio che un'azione che nasca da un pensiero consapevole non può essere spontanea. E altrettanto vero, ma meno ovvio, che neppure le azioni che provengono dall'abitudine, dall'inclinazione o dall’istinto possono essere spontanee. Perché l'abitudine e l'istinto sono condizionati, automatici e meccanici, e le azioni che provengono da un'inclinazione sono motivate dalla giustificazione, dalla razionalizzazione e dal conflitto. Esse sono tutte guidate da pensieri inconsci. Infatti possiamo chiamare «azione» soltanto quella che sgorga davvero dalla spontaneità. Tutto il resto non è libero da interferenze e perciò lo dobbiamo definire «reazione».
Per scoprire la spontaneità, il pensiero conscio e quello inconscio devono estinguersi. Devono cessare tutte le proiezioni dell'intelletto, se una spontaneità creativa deve essere all'opera. Lo sforzo intellettuale e il coltivare il potere della volontà non sono di alcuna utilità per integrare la spontaneità. La mente deve farsi umile, sensitiva, libera da ogni violenza, orgoglio e cupidigia. Allora soltanto la vera intelligenza può entrare in funzione.
Quando, attraverso l’osservazione e l'ascolto, l'intelletto diventa silenzioso, la natura basale, profonda, della mente subisce una trasformazione. Essa raggiunge gli impulsi e i movimenti più oscuri e segreti della nostra vita animale. L'intelletto diventa capace di pensare con chiarezza nella luce di un'intelligenza che integra tutti i movimenti della vita: nasce così un nuovo bellissimo essere umano.
La vita è vivere spontaneamente, senza essere toccati dal tempo.
Che cosa pensa della morale sociale convenzionale?
Quando lei consente al Supremo di prendersi carico di lei, la spontaneità è virtuosa e va oltre la moralità sociale e convenzionale.
Posso essere attivo nel silenzio?
Il silenzio è il nostro stato naturale. È la tela di fondo di ogni cosa. Non è necessaria alcuna concentrazione per essere silenzio. Finché siamo coinvolti nella percezione viviamo nel tempo, cioè viviamo soltanto su un piano orizzontale. Ma il silenzio è senza tempo. Esso è nel centro in cui il tempo e il non-tempo si incontrano, dove l'asse orizzontale e quello verticale della vita diventano uno. Questo punto è il cuore.
Di solito nel nostro coinvolgimento con gli oggetti noi non percepiamo le cose come esse sono realmente, ma vediamo soltanto le proiezioni dell'ego. Fino a quando le nostre percezioni non possono fiorire nel silenzio, in assenza di ego, non possiamo veramente conoscere la realtà. Vedete questo fiore? Lasciate che esso venga verso di voi nella sua pienezza senza sovrapporgli la vostra mente. L'osservazione reale è multidimen- sionale. Voi vedete, gustate, udite, toccate, provate, con tutto il vostro essere, globalmente. Il vero vedere è una recettività attenta, una passività attiva. In questa osservazione può apparire un oggetto, ma non si è diretti verso di esso.
Come dovrei pensare alla morte, e come far fronte all'esperienza della morte?
Il pensiero appare nel silenzio e svanisce nel silenzio. Qualcosa che appare in qualcosa e che svanisce in qualcosa non è altro che quel qualcosa.
Allo stesso modo quello che lei pensa di essere appare e svanisce nel silenzio. Quello che intende come morte non è altro in realtà che un indicatore del silenzio, della vita stessa. La morte non ha realtà. Ma se non guarda le cose in questa prospettiva, allora l'idea della morte resta un'idea stagnante in cui si invischia. Finché si prenderà per un essere separato, per un'entità indipendente, sarà sottomesso alle leggi del karma. Proviamo a dirlo in altro modo: prima di parlare della morte, chieda a se stesso che cosa è la vita. Ogni percezione è, soltanto in quanto lei è eterno essere presente. Questa è la tela di fondo comune allo stato di veglia, di sogno e di sonno profondo. Nella conoscenza che vive, nel suo essere nel presente, il problema della morte non ha significato.

Con l'augurio che questo scritto possa essere utile a molti.

Luigi

Per info:
luiscer@tiscali.it

Nuovo sito:
www.migliorarelapropriavita.it

24 aprile 2010

informazione importante

Ho il piacere di informarvi che il sito: www.migliorolamiavita.it ha cambiato nome in: www.migliorarelapropriavita.it
Ho ritenuto utile effettuare questa variazione anche perchè intendo dare una nuova impostazione alle informazioni che erano contenute nel vecchio sito. Con la speranza che ciò possa essere più funzionale e meglio consultabile e nello stesso tempo creare un vostro maggior coinvolgimento. Vi invito pertanto a visitare
www.migliorarelapropriavita.it. Con l'augurio che questo possa essere di vostro gradimento, un cordiale saluto.

Luigi
Per info:
luiscer@tiscali.it

09 aprile 2010

sul silenzio

Col preannunciarvi che presto questo sito cambierà nome, ed esattamente dopo il 15 di aprile 2010 con questo indirizzo:
www.migliorarelapropriavita.it
vi invito a leggere questo brano che mi sembra interessante.



(di Jein Klein)

-------------------
Il silenzio è la nostra vera natura. Ciò che siamo è fondamentalmente
solo silenzio. Il silenzio è libero da inizio e da fine. Esisteva
prima dell¹inizio di tutte le cose. È senza causa. La sua grandezza
sta nel fatto che semplicemente è.

Nel silenzio tutti gli oggetti hanno il loro fondamento. È la luce che
crea gli oggetti, che li plasma e li forma. Tutti i movimenti, tutte
le attività sono armonizzate dal silenzio. Il silenzio non è opposto
al rumore. È al di là del positivo e del negativo. Il silenzio
dissolve tutti gli oggetti. Non è connesso ad alcuna controparte che
appartenga alla mente. Il silenzio non ha niente a che fare con la
mente. Non può essere definito, ma può essere sentito direttamente
perché è la nostra intimità.

Il silenzio è libertà senza restrizione e senza centro. È la nostra
interezza, non è né dentro né fuori dal corpo. Il silenzio è gioioso,
non gradevole. Non è psicologico. È sentire senza colui che sente. Il
silenzio non ha bisogno di intermediari. Il silenzio è sacro. Il
silenzio sa guarire. Non c¹è paura nel silenzio. Il silenzio è
autonomo come l¹amore e la bellezza. È intoccato dal tempo. Il
silenzio è meditazione, senza alcuna intenzione, senza colui che
medita. Il silenzio è l¹assenza in se stessa o il silenzio è l¹assenza
dell¹assenza. Il suono che viene dal silenzio è musica. Ogni attività
che nasce dal silenzio è creativa. È un costante e nuovo inizio.

Il silenzio precede la parola, la poesia, la musica, e tutte le arti.

Il silenzio è il terreno di ogni attività creativa. Ciò che è
veramente creativo è parola, è verità. Il silenzio è la parola. Il
silenzio è verità. Chi dimora nel silenzio vive in costante offerta,
in preghiera senza richiesta, in gratitudine, in costante amore.

Che questo scritto possa essere di aiuto a molti

Luigi

Per info:
luiscer@tiscali.it

07 marzo 2010

L'interconnessione - Siamo UNO

Ritengo che questo scritto possa dare una visione diversa della sofferenza

Siamo UNO
Siamo UNO> Poiché tutti siete interconnessi avete a che fare con questa realtà.
> Non ha senso temere l’interconnessione così come non ha senso temere
> la vita o la pioggia o il sole o il mutare delle stagioni.

> La vostra cultura ha fatto dell’interconnessione qualcosa di misero.
> Poichè non la comprendete, ne temete le sue manifestazioni. E la
> chiamate dipendenza. Poiché non vi conoscete come esseri potenti e
> creatori, temete i “legami” con gli altri esseri, animati e inanimati.

> E’ invece evidente, così come è evidente che respirate e camminate,
> che ogni essere umano e non umano ha legami profondi con tutto ciò che
> lo circonda.
> E evidente, così come avete scoperto, che il passo di uno è il passo
> di tutti. Il dolore di uno è il dolore di tutti.

> Nelle famiglie, così come nelle coppie di esseri amati, se una persona
> soffre non è possibile che l’altro non soffra. Ciò che voi spaventa è
> questo, e allora decidete che è errato e decidete di eliminare questa
> sofferenza scollegandovi dall’essere amato, o chiedendogli non
> coinvolgervi, oppure tentando di intervenire sulla sua essenza in modo
> che egli non soffra più. Voi volete che lui /lei non soffra per non
> soffrire voi stessi. Questo non è il modo corretto, questo non è il
> modo elevato per aver a che fare con la sofferenza altrui.

> Se il tuo compagno soffre, non tentare di “fare” qualcosa per lui .
> SII CIO’ CHE SEI. Se tu soffri non chiedergli di soffrire con te.
> ACCETTA LA SUA PRESENZA NELLA TUA VITA COME UN DONO.
> Se temi la sofferenza di chi ha scelto la sofferenza, non aiuterai chi
> ami e soffre. SII UNA LUCE e accogli nella Luce tutto ciò che l’altro
> ti riverbera.

> Il retto aiuto verrà dalla percezione della interdipendenza, non dalla
> intolleranza per la sofferenza altrui. Il retto aiuto rende chi viene
> aiutato più potente e connesso, non sempre più debole e dipendente.
> La competizione viene dalla dipendenza. In un mondo di esseri
> dipendenti, deboli e incapaci di vedersi responsabili dell’esistente e
del cosmo, chi si sente debole per non sentirsi più debole cercherà
> di prendere il più possibile, di prendere per sé e non dare ad altri,
> di prendere ad altri. Corrisponde allo stadio infantile, in cui il
> bambino bisognoso di tutto non vuole cedere i giocattoli e allo stesso
> tempo cerca di avere il più possibile per sè. Corrisponde allo stato
> egoico.
> La interdipendenza al contrario non puo’ che portare alla
> cooperazione. Più vi sentirete connessi più la cooperazione aumenterà.
> Per avere connessione occorre un insieme di esseri potenti, adulti,
> connessi con la propria fonte di forza, che desiderino mettere in
> comune ciò che hanno, senza domandare e senza concedere, ma scambiando
> i propri talenti e le proprie ricchezze con grazia e naturalezza.

> Io vi do un comandamento nuovo, vi detto 2000 anni fa. AMATEVI GLI UNI
> GLI ALTRI COME IO HO AMATO VOI.
> Vi fu mostrata la forma più alta di amore. LA PROPRIA DEIFICAZIONE. La
> sofferenza altrui si cura con la elevazione della PROPRIA NATURA. Più
> un essere è libero, luminoso ed elevato più, attraverso la connessione
> di cuore e l’intento sincero, aiuta a trasformare l’altrui dolore. Più
> un essere umano è illuminato, più la sofferenza altrui gli sarà
> intollerabile, poiché SENTIRA’ la connessione, e allora compierà
> azioni giuste e adeguate, anche nella materia, per fare sì che quella
> sofferenza non sia più. E avrà la forza per farlo.

> Portate la coscienza dell’Interconnessione nella vostra vita. Non la
> temete. Mostrate a chi amate quanto siete interconnessi.

Con l’augurio che questo scritto possa essere di beneficio per molti.

Luigi

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05 marzo 2010

sacre verità

Poche frasi colme di verità.

La felicità ti rende gentile.
Le prove ti rendono forte.
I dolori ti rendono umano.
I fallimenti ti rendono umile.
Ma solo la tua volontà ti fa andare avanti.

Che queste frasi possano essere d’aiuto per meditare

Luigi
Per info:ù
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27 febbraio 2010

ancora sul giudizio

Oggi vi propongo questo insegnamento che ci può aiutare a scegliere con l’anima e non discriminare con la mente usando il giudizio.

Occorre certo la scelta. Per il Bene. Bene è tutto ciò che integra e unisce.Male è tutto ciò che divide.
Anche la divisione tra Male e Bene è un male, a un livello più elevato.. Per questo la scelta va fatta sempre a livello dell’Essenza, che SA DISTINGUERE, attraverso il sentire e non attraverso il discriminare, ciò che è bene per l’Anima. Se discriminate usate la testa, quindi il giudizio, quindi agite e pensate dall’ego. Se osservate e poi scegliete attraverso il sentire profondo, purificato da ogni sfumatura emozionale, agite per il massimo Bene.
Poiché da lì, miei cari, sempre sceglierete dalla dimensione ove le divisioni e le separazioni volute dall’ego non esistono.
Ciò che è bene per l’anima individuata è sempre bene per Tutti. Non potrebbe essere altrimenti.
Questo è il punto in cui vi fermate e vi fate del male voi esseri umani. Siete bloccati nella dicotomia Male/Bene a livello di percezione egoica.
Qualsiasi scelta fatta a questo livello non è integra, è viziata da una falsa percezione della realtà. Solo un costante, perenne contatto con la dimensione dell’Anima vi permette di fare scelte davvero coscienti. Come si può compiere una scelta adeguata se non si ha la percezione corretta della realtà nella sua complessità? Ecco, miei cari perché le scelte, compiute in questo stato di coscienza limitato e a questo livello, sono talvolta molto difficili. E spesso dolorose e dannose all’Essenza.
Abituatevi dunque a decidere per voi, e a insegnare a fare così, cercando sempre la dimensione dell’Anima. Più l’Anima, intesa come Essenza, è integra e purificata, più la connessione sarà facile e dunque le scelte da questa dimensione saranno facili, quasi non vi accorgerete di farle, poiché Lì vi è il Bene. Che non può essere altro, da questo livello, che il Bene di Tutti.
Non rifiutate nulla di voi. Non rifiutate nulla di nessuno. Talvolta lo Spirito, e con esso il bene e il buono, si traveste nelle forme più inaspettate. Perciò, miei cari, non rifiutate nulla a priori solo perché ha una forma che alla vostra limitata percezione appare “male”.
Per riconoscere se ciò è vero o no, andate in profonda connessione dentro voi, e poi datevi la domanda QUESTA SITUAZIONE, QUESTO INSEGNAMENTO , QUESTO AVVENIMENTO, QUESTO COMPORTAMENTO, QUESTA STRUTTURA PORTANO UNIONE O SEPARAZIONE DENTRO E FUORI DI ME? Se la risposta è l’Unione procedete con Gioia, Se la risposta è Separazione lasciate andare il tutto senza rancore, senza paura e senza giudizio, fiduciosi che nel grande Piano tutto ha un senso. Ricordate sempre che Dio Padre/Madre usa anche gli errori umani.
Massimamente nemico di questo stato di percezione purificata è il GIUDIZIO. Dunque , sorvegliatevi sul giudizio e più della metà del lavoro sarà fatto.

Con l’augurio che questo scritto possa essere utile a molti.

Luigi
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luiscer@tiscali.it

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19 febbraio 2010

L'igiene del pensiero

Oggi voglio condividere con voi questo insegnamento che se praticato può cambiare la nostra esistenza o perlomeno vedere ciò che ci circonda con un po’ più di consapevolezza.


(di Anna Poletti - Loris Adauto Muner)

E’ possibile osservare i propri pensieri? Come educarsi a coltivare una
”qualità dei pensieri”?

INCONTRO CON LORIS ADUTO MUNER

- Muner, che cosa intende per igiene del pensiero?

Tutto è vivo e, di conseguenza, anche il pensiero è qualcosa di vivo e di
molto potente. Il pensiero è sostanzialmente energia capace di influire
sulla nostra realtà. Mi riferisco al pensiero creativo, carico di emozioni
positive o negative.

I pensieri si distinguono in due grandi categorie: da una parte i pensieri
demoniaci e dall’altra i pensieri angelici. I primi sono i pensieri
separativi, che portano disunione; gli altri sono i pensieri che uniscono e
riconciliano. L’igiene del pensiero è la capacità di osservare i propri
pensieri, di coltivare forme pensiero angeliche e neutralizzare quelle
demoniache.

- Qual è la differenza tra valutazione e giudizio?

I pensieri giudicanti sono i pensieri frutto dell’Ego. Noi valutiamo
attraverso i nostri cinque sensi, e la percezione è una valutazione che si
basa sulle differenze. Faccio un esempio: so che è chiaro, perché non è
buio. Giudizio, in questo caso, è affermare che il chiaro è meglio del buio,
o viceversa.

Il bambino fa valutazioni, ma non giudizi; anche Madre Natura conosce solo
le differenze, ma senza giudizio. Dio stesso ha creato tutto e ha visto che
tutto era buono. Ne deduciamo che in natura non esiste la divisione, è stato
l’Ego, la somma delle nostre paure, a dividere la realtà e a giudicare.

Lo sguardo del bambino e lo sguardo dell’artista sono gli sguardi di cui
abbiamo bisogno per riportare unità nel mondo. Entrambi guardano senza
giudizio, il bambino con sguardo innocente, l’artista con cuore puro.

Quando perdiamo lo sguardo innocente e lo sguardo puro, cominciamo a
guardare senza vedere e creiamo processi separativi e duali, in altre parole
giudichiamo. Il giudizio è una condanna, essenzialmente riducibile alla
dicotomia tra: questo è buono e quindi degno di essere salvato; questo è
cattivo e quindi indegno di essere salvato.

- Cosa sono le “forme pensiero”?

Stiamo attenti a cosa pensiamo, perché “i pensieri che escono da noi
ritornano con sette compagni!”. Mi spiego. Le forme pensiero sono veri e
propri organismi che prendono vita con i nostri pensieri, e per sopravvivere
e crescere si uniscono a altri organismi di carica simile e poi tornano da
chi li ha inviati. I pensieri inquinati sono come il gas di scarico:
inquinano anche noi.

Se maledico una persona, quel pensiero arriva fino alla persona a cui l’ho
indirizzato e poi ritorna a me. Tutte le forme pensiero demoniache sono
forme d’ira, di accidia, di lussuria, invidia, superbia; sono vampiri
energetici che si nutrono dell’aura di chi li ha inviati e di chi li ha
accolti.

- Concretamente, in che modo si neutralizzano i pensieri negativi

Innanzitutto, facendo attenzione ai pensieri di critica, di svalutazione, di
condanna, di negazione che inviamo al nostro prossimo. Tra l’altro, tutti i
pensieri rivolti agli altri sono esattamente ciò che pensiamo di noi stessi.
Il giudizio, in realtà, è un autogiudizio estroiettato.

Ogni volta che in noi ci sono pensieri di conflitto, avvertiamo un
malessere. In quel momento basta smettere di pensare in modo automatico,
fermarsi un attimo e respirare profondamente, disidentificarsi da quel
pensiero e osservarlo da una certa distanza.

Nel momento in cui lo osservo senza giudizio, il pensiero cambia e perde la
sua carica negativa. Si tratta dello stesso processo utilizzato in
meditazione. E funziona. La mente si placa e osserva il pensiero, come
l’oceano
osserva le nuvole. Senza aspettative, con un’accettazione positiva e
incondizionata.

I pensieri negativi non vanno combattuti, ma accettati e trasformati
attraverso l’amore. La chiave di volta sta nell’accettazione, che non è
affatto rassegnazione o sopportazione. Gesù, Gandhi, San Francesco furono
dei rivoluzionari e dei combattenti, tutt’altro che passivi. Ma hanno
combattuto senza giudizio e senza odio. La non violenza - ahimsa - fu la
loro arma e il loro combattimento non fu rivolto contro qualcosa, ma per
aiutare.

Anche il genitore o l’educatore combatte il comportamento autodistruttivo
del figlio o dell’educando, ma non combatte il figlio o l’educando. Non si
vince il male odiando il male, si vince il male amandolo e accettandolo.

Il peccato del mondo consiste nell’ignorare che tutto è Uno, nel credere che
ci sia separazione. I nostri pensieri negativi nascono dalla paura, e tutte
le paure nascono da un bisogno, da richieste inacidite di essere amati. Il
processo di consapevolezza ci porta a comprendere che nessuno ci può amare
al posto nostro, e che quello che possiamo fare è dare amore a noi stessi.

Avere incuria dei propri pensieri è un’attitudine irresponsabile dettata
dall’ignoranza, ma anche combattere e censurare il pensiero negativo non
serve a neutralizzarlo. É invece fondamentale andare oltre ai giudizi e alle
critiche che rivolgiamo agli altri e a noi stessi, per scoprire la
dimensione dell’amore.

- Quali sono gli strumenti per coltivare i pensieri angelici?

Gli strumenti che ci sono stati insegnati nel corso dei millenni da tutte le
tradizioni di saggezza sono la meditazione, la contemplazione, la preghiera,
e l’azione pura. Anche la benedizione è una forma di pensiero positivo che,
se inviata con intento chiaro e puro, arriva agli esseri verso cui la
rivolgiamo. Inoltre è il modo migliore per proteggersi dai pensieri
negativi.

Il saluto indiano Namaste significa “Saluto il divino che è in te” e nasce
dal riconoscimento di un riflesso di Dio in me stesso e nell’altro. La più
alta realizzazione è arrivare a osservare liberamente il comandamento
cristico: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
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Che questo scritto possa essere di beneficio per molti
Luigi
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22 gennaio 2010

La bellezza

Credo che anche queste poche righe possono essere fonte di riflessione.


La Bellezza

E la bellezza non è bisogno, ma estasi.
Non è una bocca riarsa, né una mano vuota protesa,
ma piuttosto un cuore che arde e un’anima incantata.
Non è l’immagine che vorreste vedere,
e neppure la canzone che vorreste sentire,
ma un’immagine visibile anche a occhi chiusi,
e un canto che potete udire anche tappandovi le orecchie.
Non è la linfa nella corteccia rugosa,
né un’ala attaccata a un artiglio,
ma piuttosto un giardino eternamente in fiore
e uno stormo di angeli sempre in volo.

Che questo scritto possa essere utile a molti.
Luigi

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16 gennaio 2010

poesie di Hermann Hesse

Anche questa è una poesia che può aiutarci a meditare.

Meditazione (poesia di Hermann Hesse)
"Divino ed eterno è lo spirito. / Verso di esso, di cui noi siamo immagine e strumento / va il nostro cammino; il nostro più profondo anelito è: / divenire come lui, trasmutarci nella sua luce".
Divino ed eterno è lo spirito.
Verso di esso, di cui noi siamo immagine e strumento
va il nostro cammino; il nostro più profondo anelito è:
divenire come lui, trasmutarci nella sua luce.
Ma siamo terrestri e mortali,
su noi creature l’inerzia carica il peso.
La natura, è vero, ci seduce
con la sua bellezza e il suo materno calore:
la terra ci allatta, ci adagia nella culla e nella bara,
ci invita a restare quaggiù tra i suoi fiori;
ma la natura non ci appaga:
il lampo premonitore dello spirito immortale
attraversa il suo materno incanto,
paternamente, fa del bambino un uomo:
estingue l’innocenza, ci sveglia alla lotta, alla coscienza.
Così tra madre e padre,
tra corpo e spirito,
oscilla il più fragile figlio del creato:
trepida anima umana, capace di soffrire
come nessun essere al mondo
e capace della cosa più alta:
l’amore nella fede e nella speranza.
Arduo è il suo cammino, colpa e morte sono il suo anelito,
spesso traligna nelle tenebre, spesso
sarebbe meglio per lui non esser nato.
Ma sempre splende su di lui la sua missione,
la sua destinazione: la luce, lo spirito.
E noi sentiamo: egli, il vulnerabile,
è amato dall’Eterno di speciale amore.
Per questo a noi, fratelli nell’errore,
l’amore è possibile anche nella discordia.
E non la condanna, non l’odio,
ma l’amore paziente,
la pazienza amorevole ci conduce
più vicini alla sacra meta.
Che questo scritto possa essere di aiuto a molti.

Luigi

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10 gennaio 2010

Contribuisco alla Pace

Oggi voglio sottoporvi questo scritto che mi sembra un buon argomento di meditazione.

Contribuisco alla Pace

Contribuisco alla pace quando mi sforzo di esprimere il meglio di me stesso nelle mie relazioni con gli altri

Contribuisco alla pace quando metto la mia intelligenza e le mie competenze al servizio del Bene

Contribuisco alla pace quando provo compassione verso tutti coloro che soffrono

Contribuisco alla pace quando considero tutti gli esseri umani come miei fratelli e sorelle, qualunque siano la loro razza, cultura e religione

Contribuisco alla pace quando mi rallegro per la felicità degli altri e prego per il loro benessere

Contribuisco alla pace quando ascolto con rispetto e tolleranza le opinioni divergenti od opposte alle mie

Contribuisco alla pace quando invece della forza adopero il dialogo per regolare ogni conflitto

Contribuisco alla pace quando rispetto la natura e la preservo per le generazioni future

Contribuisco alla pace quando non cerco d’imporre agli altri il mio concetto di Dio

Contribuisco alla pace quando faccio della pace il fondamento del mio ideale e della mia filosofia

CONTRIBUTO ROSACROCIANO ALLA PACE

Luigi
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