21 maggio 2012

La legge dell'abbondanza



Un giorno, in un paese lontano, un giovane andò dal suo maestro
spirituale per chiedergli il segreto della ricchezza. Il maestro,
allora, gli spiegò che nel cuore di ogni essere umano risiedono due
dee: la Dea della Conoscenza e la Dea della Ricchezza.

"Amale entrambe", disse il maestro, "ma concentra tutte le tue
attenzioni sulla Dea della Conoscenza, e la Dea della Ricchezza
impazzirà di gelosia e ti colmerà di attenzioni. Quanto più ti
interesserai alla Dea della Conoscenza, tanto più la Dea della
Ricchezza s'interesserà a te. Ti seguirà dovunque andrai e non ti
lascerà mai, e la ricchezza che desideri sarà tua per sempre".

RICCHI DENTRO

Questa parabola, raccontata dal medico e guida spirituale New Age
Deepak Chopra nel suo libro La via della prosperità (Armenia, £
20.000), sfata un vecchio mito, quello secondo cui ricchezza interiore
e ricchezza esteriore sono in contrasto tra loro e tendono ad
escludersi a vicenda.

Secondo la filosofia New Age, invece, la ricchezza materiale è una
naturale conseguenza di quella spirituale, ovvero della conoscenza di
se stessi e delle leggi della vita.

E' inutile, dunque, affannarsi a rincorrere il benessere economico
come se fosse qualcosa di esterno a noi perché "tutta la felicità e
tutta la ricchezza che ci sono state promesse si trovano dentro di noi
e sono sempre state lì".

In sintonia con questa affermazione, Shakti Gawain, la celebre autrice
e insegnante di visualizzazione creativa americana, afferma che il
denaro non è un'entità a se stante, bensì un simbolo della nostra
energia creativa.

Guadagniamo denaro usando la nostra energia e ci serviamo del denaro
per compensare l'energia profusa nella creazione di qualcosa di nuovo.
E poiché ognuno di noi non è un'entità separata dal tutto, la "nostra"
energia creativa non è altro, in realtà, che una particolare
espressione dell'energia dell'universo, di cui ognuno di noi
costituisce un canale.

PROSPERITA' ILLIMITATA

Dato che l'energia creativa dell'universo è infinita e sempre a
disposizione di chiunque desideri usufruirne, aprendo il proprio
canale, potenzialmente è infinito anche il denaro, simbolo
dell'energia scambiata tra noi e l'universo.

Ciò significa che, contrariamente a quanto si crede in genere, c'è
denaro in abbondanza per tutti, e quindi per arricchirsi non è
necessario gettare sul lastrico qualcun altro.

Chi si arricchisce a spese di altri è convinto, invece, che il denaro
sia un'entità esterna disponibile in quantità limitata, perciò ritiene
di doverne arraffare dove può e teme sempre che qualcuno più furbo o
più prepotente di lui possa portarglielo via. In realtà, sono
convinzioni di questo genere che contribuiscono in modo determinante a
creare la povertà.

Se invece comprendiamo che il denaro è un riflesso della nostra
energia creativa, allora ci rendiamo conto che per guadagnarne non
dobbiamo far altro che esprimere la nostra creatività, che è la fonte
della vera prosperità. E se non siamo soddisfatti della nostra
situazione economica, vuol dire evidentemente che, in qualche modo, la
nostra energia creativa ha bisogno di fluire più liberamente.

E cosa può ostacolare questo flusso? Innanzitutto, l'incapacità di
riconoscere la propria ricchezza. In effetti, quand'è che si diventa
ricchi? Decuplicando il proprio conto in banca? Centuplicandolo? Non è
detto.

C'è gente che, pur possedendo grandi quantità di denaro, continua a
massacrarsi di lavoro e di stress per accumulare ulteriori ricchezze
di cui poi non trova mai il tempo di godere. E' chiaro, dunque, che
non solo la felicità, ma anche la ricchezza materiale non può
dipendere dalla quantità di denaro che si possiede.

Per diventare ricchi è necessario prima sentirsi ricchi, perché lo
"spirito di prosperità" è uno stato di consapevolezza che fa sì che la
vita ci offra spontaneamente la ricchezza esteriore corrispondente al
nostro stato interiore.

In questo senso, si può dire che non è la ricchezza materiale a creare
la felicità, bensì la felicità a creare la ricchezza materiale.

I MITI SUL DENARO

Altri ostacoli importanti al libero fluire della creatività e quindi
della ricchezza sono le nostre convinzioni limitanti riguardo al
denaro.

Il primo mito è che per guadagnare denaro sia necessario lavorare
duramente, svolgendo attività tutt'altro che divertenti. Se fosse
davvero così, un minatore dovrebbe guadagnare molto di più di un
artista. e ciò invece non accade.

Tra l'altro, chi lavora solo per i soldi sente che questi ultimi non
sono mai una ricompensa sufficiente, e perciò tende a spenderne tanti
per ottenere quelle soddisfazioni che il lavoro non gli offre, ma
difficilmente riesce nell'intento, perché mentre spende sa che, per
riguadagnare quei soldi, dovrà rimettersi a fare un lavoro che non gli
piace.

Questo primo mito è strettamente collegato al secondo: non è giusto
essere pagati per divertirsi. In realtà, spesso le persone che vengono
pagate meglio sono proprio quelle che si divertono di più, come gli
artisti di cui sopra o, per esempio, i calciatori, che vengono pagati
per giocare come hanno sempre sognato sin da bambini.

Il terzo mito è che il successo finanziario dipenda dal grado
d'istruzione. Se così fosse, i laureati dovrebbero essere le persone
più ricche del mondo, mentre in realtà sappiamo bene che ci sono
numerose persone che, pur avendo un curriculum scolastico minimo,
guadagnano assai più di loro.

Infine, ci viene spesso detto che la chiave del successo finanziario
consiste nel saper scegliere "il lavoro giusto", come il medico,
l'avvocato, il notaio, ecc. In realtà, si possono trovare persone che
hanno successo finanziario ed altre che non ne hanno in qualsiasi tipo
di occupazione. Meglio dire, allora, che "il lavoro giusto" è quello
che piace di più, per il quale ci si sente portati.

LE LEGGI SPIRITUALI DEL SUCCESSO

Se dunque vogliamo la felicità, e la prosperità che ne è conseguenza,
evitiamo di fare un lavoro che non ci piace solo perché ci hanno detto
che può farci guadagnare un sacco di soldi e dedichiamoci, invece, a
ciò che amiamo fare.

Si trata di un'importantissima legge spirituale del successo, quella
che Deepak Chopra, nel suo libro Le sette leggi spirituali del
successo (Armenia, £ 20.000), chiama "la legge del Dharma", ossia
dello scopo della propria vita.

"In base a questa legge", scrive il dottor Chopra, "ogni uomo possiede
un suo talento specifico e un suo modo speciale di esprimerlo che gli
consentono di soddisfare bisogni altrettanto speciali. Quando questi
ultimi vengono associati all'espressione creativa del proprio talento,
s'innesca un processo di ricchezza".

Un ulteriore ostacolo al conseguimento della ricchezza materiale può
essere rappresentato dal fatto di considerarla una forma di egoismo.
In realtà, è egoista chi si sente povero, perché pensa di aver poco
denaro per sé e quindi di non poterne donare agli altri. Chi invece si
sente ricco e gode di ciò che ha è felice di condividerlo.

In effetti, come osserva ancora Chopra, "l'universo si basa su uno
scambio dinamico: il dare e il ricevere rappresentano due aspetti
diversi del suo flusso energetico. Con la disponibilità a donare agli
altri ciò che cerchiamo per noi stessi assicuriamo alla nostra
esistenza l'abbondanza dell'universo".

Poiché il denaro è energia vitale, "se ne blocchiamo la circolazione
con l'unico intento di tenerlo per noi e custodirlo gelosamente, non
facciamo altro che ostacolarne il rifluire nella nostra vita: perché
l'energia continui a giungere a noi, è necessario stimolarne la
circolazione".

Pertanto, le guide New Age ci invitano a mettere in circolazione i
nostri soldi (ovvero la nostra energia) per acquistare le cose che ci
piacciono, ma anche per pagare felicemente conti e bollette, giusta
retribuzione di servizi che ci sono necessari, o per fare regali agli
altri, senza preoccuparci di rimanere al verde. Ricordiamoci,
piuttosto, che tutto ciò che diamo con gioia ci ritorna moltiplicato.
fine elenco
(Giampiero Cara)

Che questo scritto possa essere utile a molti.

Luigi
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