27 febbraio 2010

ancora sul giudizio

Oggi vi propongo questo insegnamento che ci può aiutare a scegliere con l’anima e non discriminare con la mente usando il giudizio.

Occorre certo la scelta. Per il Bene. Bene è tutto ciò che integra e unisce.Male è tutto ciò che divide.
Anche la divisione tra Male e Bene è un male, a un livello più elevato.. Per questo la scelta va fatta sempre a livello dell’Essenza, che SA DISTINGUERE, attraverso il sentire e non attraverso il discriminare, ciò che è bene per l’Anima. Se discriminate usate la testa, quindi il giudizio, quindi agite e pensate dall’ego. Se osservate e poi scegliete attraverso il sentire profondo, purificato da ogni sfumatura emozionale, agite per il massimo Bene.
Poiché da lì, miei cari, sempre sceglierete dalla dimensione ove le divisioni e le separazioni volute dall’ego non esistono.
Ciò che è bene per l’anima individuata è sempre bene per Tutti. Non potrebbe essere altrimenti.
Questo è il punto in cui vi fermate e vi fate del male voi esseri umani. Siete bloccati nella dicotomia Male/Bene a livello di percezione egoica.
Qualsiasi scelta fatta a questo livello non è integra, è viziata da una falsa percezione della realtà. Solo un costante, perenne contatto con la dimensione dell’Anima vi permette di fare scelte davvero coscienti. Come si può compiere una scelta adeguata se non si ha la percezione corretta della realtà nella sua complessità? Ecco, miei cari perché le scelte, compiute in questo stato di coscienza limitato e a questo livello, sono talvolta molto difficili. E spesso dolorose e dannose all’Essenza.
Abituatevi dunque a decidere per voi, e a insegnare a fare così, cercando sempre la dimensione dell’Anima. Più l’Anima, intesa come Essenza, è integra e purificata, più la connessione sarà facile e dunque le scelte da questa dimensione saranno facili, quasi non vi accorgerete di farle, poiché Lì vi è il Bene. Che non può essere altro, da questo livello, che il Bene di Tutti.
Non rifiutate nulla di voi. Non rifiutate nulla di nessuno. Talvolta lo Spirito, e con esso il bene e il buono, si traveste nelle forme più inaspettate. Perciò, miei cari, non rifiutate nulla a priori solo perché ha una forma che alla vostra limitata percezione appare “male”.
Per riconoscere se ciò è vero o no, andate in profonda connessione dentro voi, e poi datevi la domanda QUESTA SITUAZIONE, QUESTO INSEGNAMENTO , QUESTO AVVENIMENTO, QUESTO COMPORTAMENTO, QUESTA STRUTTURA PORTANO UNIONE O SEPARAZIONE DENTRO E FUORI DI ME? Se la risposta è l’Unione procedete con Gioia, Se la risposta è Separazione lasciate andare il tutto senza rancore, senza paura e senza giudizio, fiduciosi che nel grande Piano tutto ha un senso. Ricordate sempre che Dio Padre/Madre usa anche gli errori umani.
Massimamente nemico di questo stato di percezione purificata è il GIUDIZIO. Dunque , sorvegliatevi sul giudizio e più della metà del lavoro sarà fatto.

Con l’augurio che questo scritto possa essere utile a molti.

Luigi
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19 febbraio 2010

L'igiene del pensiero

Oggi voglio condividere con voi questo insegnamento che se praticato può cambiare la nostra esistenza o perlomeno vedere ciò che ci circonda con un po’ più di consapevolezza.


(di Anna Poletti - Loris Adauto Muner)

E’ possibile osservare i propri pensieri? Come educarsi a coltivare una
”qualità dei pensieri”?

INCONTRO CON LORIS ADUTO MUNER

- Muner, che cosa intende per igiene del pensiero?

Tutto è vivo e, di conseguenza, anche il pensiero è qualcosa di vivo e di
molto potente. Il pensiero è sostanzialmente energia capace di influire
sulla nostra realtà. Mi riferisco al pensiero creativo, carico di emozioni
positive o negative.

I pensieri si distinguono in due grandi categorie: da una parte i pensieri
demoniaci e dall’altra i pensieri angelici. I primi sono i pensieri
separativi, che portano disunione; gli altri sono i pensieri che uniscono e
riconciliano. L’igiene del pensiero è la capacità di osservare i propri
pensieri, di coltivare forme pensiero angeliche e neutralizzare quelle
demoniache.

- Qual è la differenza tra valutazione e giudizio?

I pensieri giudicanti sono i pensieri frutto dell’Ego. Noi valutiamo
attraverso i nostri cinque sensi, e la percezione è una valutazione che si
basa sulle differenze. Faccio un esempio: so che è chiaro, perché non è
buio. Giudizio, in questo caso, è affermare che il chiaro è meglio del buio,
o viceversa.

Il bambino fa valutazioni, ma non giudizi; anche Madre Natura conosce solo
le differenze, ma senza giudizio. Dio stesso ha creato tutto e ha visto che
tutto era buono. Ne deduciamo che in natura non esiste la divisione, è stato
l’Ego, la somma delle nostre paure, a dividere la realtà e a giudicare.

Lo sguardo del bambino e lo sguardo dell’artista sono gli sguardi di cui
abbiamo bisogno per riportare unità nel mondo. Entrambi guardano senza
giudizio, il bambino con sguardo innocente, l’artista con cuore puro.

Quando perdiamo lo sguardo innocente e lo sguardo puro, cominciamo a
guardare senza vedere e creiamo processi separativi e duali, in altre parole
giudichiamo. Il giudizio è una condanna, essenzialmente riducibile alla
dicotomia tra: questo è buono e quindi degno di essere salvato; questo è
cattivo e quindi indegno di essere salvato.

- Cosa sono le “forme pensiero”?

Stiamo attenti a cosa pensiamo, perché “i pensieri che escono da noi
ritornano con sette compagni!”. Mi spiego. Le forme pensiero sono veri e
propri organismi che prendono vita con i nostri pensieri, e per sopravvivere
e crescere si uniscono a altri organismi di carica simile e poi tornano da
chi li ha inviati. I pensieri inquinati sono come il gas di scarico:
inquinano anche noi.

Se maledico una persona, quel pensiero arriva fino alla persona a cui l’ho
indirizzato e poi ritorna a me. Tutte le forme pensiero demoniache sono
forme d’ira, di accidia, di lussuria, invidia, superbia; sono vampiri
energetici che si nutrono dell’aura di chi li ha inviati e di chi li ha
accolti.

- Concretamente, in che modo si neutralizzano i pensieri negativi

Innanzitutto, facendo attenzione ai pensieri di critica, di svalutazione, di
condanna, di negazione che inviamo al nostro prossimo. Tra l’altro, tutti i
pensieri rivolti agli altri sono esattamente ciò che pensiamo di noi stessi.
Il giudizio, in realtà, è un autogiudizio estroiettato.

Ogni volta che in noi ci sono pensieri di conflitto, avvertiamo un
malessere. In quel momento basta smettere di pensare in modo automatico,
fermarsi un attimo e respirare profondamente, disidentificarsi da quel
pensiero e osservarlo da una certa distanza.

Nel momento in cui lo osservo senza giudizio, il pensiero cambia e perde la
sua carica negativa. Si tratta dello stesso processo utilizzato in
meditazione. E funziona. La mente si placa e osserva il pensiero, come
l’oceano
osserva le nuvole. Senza aspettative, con un’accettazione positiva e
incondizionata.

I pensieri negativi non vanno combattuti, ma accettati e trasformati
attraverso l’amore. La chiave di volta sta nell’accettazione, che non è
affatto rassegnazione o sopportazione. Gesù, Gandhi, San Francesco furono
dei rivoluzionari e dei combattenti, tutt’altro che passivi. Ma hanno
combattuto senza giudizio e senza odio. La non violenza - ahimsa - fu la
loro arma e il loro combattimento non fu rivolto contro qualcosa, ma per
aiutare.

Anche il genitore o l’educatore combatte il comportamento autodistruttivo
del figlio o dell’educando, ma non combatte il figlio o l’educando. Non si
vince il male odiando il male, si vince il male amandolo e accettandolo.

Il peccato del mondo consiste nell’ignorare che tutto è Uno, nel credere che
ci sia separazione. I nostri pensieri negativi nascono dalla paura, e tutte
le paure nascono da un bisogno, da richieste inacidite di essere amati. Il
processo di consapevolezza ci porta a comprendere che nessuno ci può amare
al posto nostro, e che quello che possiamo fare è dare amore a noi stessi.

Avere incuria dei propri pensieri è un’attitudine irresponsabile dettata
dall’ignoranza, ma anche combattere e censurare il pensiero negativo non
serve a neutralizzarlo. É invece fondamentale andare oltre ai giudizi e alle
critiche che rivolgiamo agli altri e a noi stessi, per scoprire la
dimensione dell’amore.

- Quali sono gli strumenti per coltivare i pensieri angelici?

Gli strumenti che ci sono stati insegnati nel corso dei millenni da tutte le
tradizioni di saggezza sono la meditazione, la contemplazione, la preghiera,
e l’azione pura. Anche la benedizione è una forma di pensiero positivo che,
se inviata con intento chiaro e puro, arriva agli esseri verso cui la
rivolgiamo. Inoltre è il modo migliore per proteggersi dai pensieri
negativi.

Il saluto indiano Namaste significa “Saluto il divino che è in te” e nasce
dal riconoscimento di un riflesso di Dio in me stesso e nell’altro. La più
alta realizzazione è arrivare a osservare liberamente il comandamento
cristico: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
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Che questo scritto possa essere di beneficio per molti
Luigi
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