25 gennaio 2011

Ho sceso dandoti il braccio

Oggi voglio condividere con voi questo brano di Montale, che ci invita a riflettere sul cammino della nostra vita.


Ho sceso dandoti il braccio

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

[da Satura]

Commento:
La metafora del viaggio
Il poeta traccia con tenerezza la figura della moglie in una dimensione di quotidianità, ricordandone l'accentuata miopia, il buon senso e la saggezza. Montale offriva alla moglie il braccio per scendere le scale, metaforicamente condivideva con lei le difficoltà quotidiane nel viaggio della vita e ora, rimasto solo, ne sente la mancanza.
Previdente ed accorta, era Mosca (il soprannome datole affettuosamente dal marito) a fargli da guida e le sue pupille offuscate erano le uniche a vedere: era lei, cioè, a cogliere con gli occhi dell'anima il senso profondo del reale. La miopia della moglie assume un significato particolare nel momento in cui il poeta sottolinea la propria stanchezza esistenziale: vivendo con lei, egli ha conquistato la capacità di vedere, non teme più gli inganni e gli insuccessi, e ora le preoccupazioni della vita gli, appaiono trappole prive di significato. Attraverso la metafora del viaggio, Montale ribadisce la propria concezione dell'esistenza: la realtà non è quella che si vede con gli occhi e si percepisce con i sensi, fatta di impegni e casualità (coincidenze e prenotazioni), insidie e delusioni (trappole e scorni), ma è qualcosa che va al di là delle apparenze e resta misterioso per l'uomo.


Che questo scritto possa essere utile a molti

Luigi
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www.migliorarelapropriavita.it

vita.

15 gennaio 2011

Ci sono due modi di vivere

Questo brano di Osho è un po' lungo, ma credo che ne valga la pena di leggerlo fino in fondo

Ci sono due modi di vivere. Uno: dominati dalla paura; l’altro: orientati verso l’amore

Vivere dominato dalla paura non ti condurrà mai a un rapporto profondo. Resti impaurito e non tolleri l’altro, non permetti all’altro di arrivare fino al tuo centro. Gli dai il permesso fino a un certo punto - poi c’è un muro e tutto si ferma.
La persona orientata verso l’amore è la persona religiosa. Una persona orientata verso l’amore è una persona che non ha paura del futuro, che non ha paura dei risultati e delle conseguenze, che vive qui e ora.
Se sai vivere in questo momento, nel momento presente, in questa pienezza, solo allora sai amare. L’amore è un fiore raro. Fiorisce solo ogni tanto. Milioni e milioni di persone vivono nella falsa convinzione di essere innamorate. Credono di amare, ma è soltanto una loro idea.
L’amore è un fiore raro perché fiorisce soltanto quando non c’è paura, mai prima. Questo vuol dire che l’amore può accadere solo a una persona profondamente spirituale, religiosa.
Il sesso è per tutti, la conoscenza superficiale è per tutti. L’amore no.
Solo quando non ti senti impaurito, allora non c’è nulla da nascondere, allora puoi aprirti, allora puoi eliminare tutti i confini. E allora puoi invitare l’altro a penetrare fino al tuo centro. E ricorda: se permetti a qualcuno di penetrarti profondamente, anche l’altro ti permetterà di farlo, perché quando lasci che qualcuno ti penetri, crei fiducia. Quando non hai paura, l’altro diventa intrepido.

Nell’amore che vediamo oggi intorno a noi, la paura è troppo spesso presente. Il marito ha paura della moglie, la moglie ha paura del marito. Gl’innamorati hanno sempre paura. Non si aprono, non eliminano i confini. Ma questo non è amore. È soltanto un contratto fra due persone impaurite, che dipendono l’una dall’altra, che si combattono, si sfruttano, si controllano, si dominano e si posseggono - ma non è amore.

Se puoi lasciare accadere l’amore, non c’è bisogno di preghiere, non c’è bisogno di meditazione, non c’è bisogno di nessuna chiesa, nessun tempio. Attraverso l’amore ti sarà successo tutto: meditazione, preghiera, dio. Ti sarà successo tutto. Questo è ciò che intende Gesú quando dice: L’Amore è dio. Ma l’amore è difficile. Bisogna abbandonare la paura. E questa è la stranezza: hai tanta paura ma non hai niente da perdere.

Cos’hai da perdere? Niente. Questo corpo sarà preso dalla morte. Prima che sia preso dalla morte, fanne dono all’amore. Tutto ciò che hai ti verrà tolto. Prima che ti sia tolto, perché non condividerlo? Questo è l’unico modo di possederlo davvero. Se sei capace di donare e condividere, sei il maestro. Ti verrà tolto. Non c’è niente che puoi tenere in eterno. La morte distruggerà tutto.

Così, se hai capito ciò che ho detto, la lotta è tra l’amore e la morte. Se sai donare, non ci sarà la morte. Prima che qualcosa ti sia tolta, l’avrai già donata, ne avrai fatto dono. Non può esserci morte. Per chi ama non c’è morte.

Allora cos’è questa paura? Perché hai così tanta paura?

Anche se si venisse a sapere tutto di te e tu diventassi come un libro aperto, perché aver paura? In quale maniera questo può farti del male? Sono solo idee sbagliate, condizionamenti dati dalla società - che ti devi nascondere, che ti devi proteggere, che devi stare sempre in guardia, che tutti sono dei nemici, che tutti sono contro di te.
Non c’è niente di cui avere paura. Questo deve essere compreso prima che possa accadere una vera relazione sentimentale. Non c’è niente di cui aver paura.

Meditaci su. E poi permetti all’altro di entrare in te, invitalo a entrare. Non creare barriere da nessuna parte, diventa un passaggio sempre aperto, senza porte, senza lucchetti. Allora l’amore è possibile.

Quando due centri s’incontrano, nasce una cosa nuova. Questa cosa nuova è l’amore. Ed è proprio come l’acqua - la sete di tante e tante vite viene appagata. Improvvisamente ti senti soddisfatto.

Quello è il segno visibile dell’amore; ti senti contento, come se avessi raggiunto tutto ciò che desideri. Non c’è più nulla da conseguire ora; sei arrivato alla meta. Non c’è un’altra meta, il destino si è compiuto. Il seme è diventato fiore, è arrivato alla completa fioritura.Una profonda contentezza è il segno visibile dell’amore. Ogni qualvolta una persona è innamorata, si sente profondamente appagata. L’amore non si può vedere, ma la contentezza, la soddisfazione profonda tutt’intorno... ogni suo respiro, ogni suo atto, il suo essere stesso è contentezza.

Puoi sorprenderti quando dico che l’amore ti rende privo di desideri, ma il desiderio viene dall’insoddisfazione. Desìderi perché non hai. Desìderi perché pensi che se avrai qualcosa, sarai contento. Il desiderio viene dalla scontentezza.

Ma quando c’è l’amore e i due centri si sono incontrati, uniti e dissolti, ed è nata una nuova qualità alchemica, ti senti appagato. È come se l’intera esistenza si fosse fermata - non c’è più movimento. Allora, il momento presente è l’unico momento.

Per questo ti dico: l’amore fa sparire i desideri. Sii coraggioso, liberati dalla paura, sii aperto. Lascia che il centro di un altro s’incontri con quello che è in te e attraverso questo rinascerai, si creerà una nuova qualità dell’essere.



Se c’è l’amore, sentirai veramente per la prima volta che l’esistenza è divina e tutto il creato è una benedizione. Ma c’è molto da distruggere prima che ciò sia possibile. Molto dev’essere distrutto prima che ciò sia possibile. Devi abbattere tutto ciò che crea delle barriere dentro te.

Fai dell’amore un sadhana, una disciplina interiore. Non permettere che sia soltanto una cosa frivola, non permettere che sia solo un’occupazione della mente. Non permettere che sia soltanto una soddisfazione del corpo. Fanne una ricerca interiore.

La chiave di base è questa: devi permettere all’altro di penetrarti sin nel recesso più profondo del tuo intimo, fino alle fondamenta del tuo essere. La distruzione dell’ego è la meta. Da qualunque porta si entri nel mondo interiore - dall’amore, dalla meditazione, dallo yoga, dalla preghiera - qualunque sentiero si scelga, la meta è la stessa: la distruzione dell’ego, buttare via l’ego. Attraverso l’amore può essere molto facilmente, ed è cosí naturale! L’amore è la religione naturale.

Osho

Con l'augurio che questo scritto possa essere di beneficio a tutti coloro che lo leggono.


Luigi
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02 gennaio 2011

Tagore

Che questi versi di Tagore possano essere una buona guida per il 2011.
uomini e donne da ogni sconfinata solitudine, è non solo possibile, ma
giusto chiedere sollievo, è naturale ricevere conforto, è infinita e assoluta
realtà senza la quale la vita non avrebbe alcun senso.
E per questo l’Amore stesso prega e diviene preghiera:

Dammi il supremo conforto dell’amore,
questa è la mia preghiera.
Il conforto che mi permetterà di parlare,
agire, soffrire secondo la tua volontà,
e di abbandonare ogni cosa per non essere
lasciato a me stesso.
Fortificami nei pericoli, onorami con la tua sofferenza
aiutami a percorrere i cammini difficili
del sacrificio quotidiano.

Dammi la suprema confidenza dell’amore,
questa è la mia preghiera.
La confidenza nella vita che sfida la morte,
che cambia la debolezza in forza,
la sconfitta in vittoria.
Innalzami, perché la mia dignità, accettando l’offesa,
disdegni di renderla.


________R. Tagore______

Per info: luiscer@tiscali.it